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La Cucina della Ciociaria contesta il nuovo panino cafone di McDonald’s

Nel Lazio è rivolta di cuochi, gourmet ed esperti contro il nuovo panino della multinazionale americana che promuove un finto prodotto di territorio. Arriva addirittura un pamphlet contro il taroccamento e la truffa del falso cibo locale copiato per la nuova strategia di immagine del fast food

 
16 aprile 2009 | 20:41

La Cucina della Ciociaria contesta il nuovo panino cafone di McDonald’s

Nel Lazio è rivolta di cuochi, gourmet ed esperti contro il nuovo panino della multinazionale americana che promuove un finto prodotto di territorio. Arriva addirittura un pamphlet contro il taroccamento e la truffa del falso cibo locale copiato per la nuova strategia di immagine del fast food

16 aprile 2009 | 20:41
 

Riportiamo da Corriere.it

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 Siamo ormai abituati a campagne pubblicitarie televisive che per bucare lo schermo sfruttano dei luoghi comuni o dei modi di dire; sono spesso simpatiche ed ottengono l'effetto voluto: coinvolgere il telespettatore collegando un dato prodotto agli usi e costumi del territorio. McDonald's, essendo un'azienda all'avanguardia, si è spinta oltre e nel lanciare il suo nuovo prodotto. Un po' troppo oltre: tanto da far arrabbiare i cuochi e gli enogastronomi della provincia di Frosinone. Che han preso carta e penna.

PRODOTTO COPIATO - Tra i personaggi che capeggiano la rivolta contro il panino «ciociaro» lanciato da McDonald's, un grande chef come Salvatore Tassa, il cui ristorante Le Colline Ciociare (ad Acuto, Frosinone) è ben quotato nelle guide nazionali. Tassa e amici ce l'hanno con chi ha realizzato lo spot per promuovere il panino: la clip ritrae un'improbabile casalinga, con un ancor più improbabile messaggio recitato in un dialetto inesistente (un misto fra folignate, ternano e maceratese) che incita a provare questa 'leccornia”.

BURINI E FORMAGGIO - Hanno cioè cavalcato il luogo comune del ciociaro burino e cafone in modo gratuito e scollegato dal prodotto, dato che gli ingredienti del panino – un panfocaccia al rosmarino con cotoletta di pollo condita con una fetta di insalata e un formaggio cremoso al bacon – nulla hanno a che vedere con la Ciociaria. Celebri ciociari come il critico e gourmet Massimo Roscia si sono risentiti e hanno inviato una lettera aperta ai quotidiani locali in cui sottolineano la ricchezza enogastronomica e culturale della loro terra, ricordando analoghi sberleffi subiti dalla popolazione locale in passato (come accadde con un personaggio del comico Martufello).
Indubbio che spot come questi, soprattutto se lanciati da una multinazionale americana che ha fatto della standardizzazione e della demolizione delle micro-diversità i propri cavalli di battaglia, risveglino un sano istinto patriottico.

VENDETTA STILE CROZZA - Per par condicio la mente ritorna subito alle mitiche imitazioni di Bush preparate da Crozza, in cui l'ex presidente e, per estensione, l'intero popolo americano venivano dipinti come culturalmente rozzi e arretrati. In ogni caso, polemica a parte, il successo o meno della «campagna ciociara» dipenderà dalle scelte dei singoli consumatori. Molti continueranno ad evitare con cura di mangiare da McDonald's, così come in tutte le cattedrali del gusto omologato. Anche perchè, a Roma, se proprio si vuol provare un panino che si chiama Mc-qualche-cosa, basta andare al ristorante della Casa del Jazz, dove lo stesso Salvatore Tassa, che ne cura la cucina, ha inventato un «Mc jazz» a base di coda di bue alla griglia e rapa marinata… tutto un altro gusto.


Simone Cargiani
Corriere.it

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