La cucina italiana dice no al “semaforo” Sei associazioni unite con Martina

24 maggio 2017 | 10:50
Sei associazioni di spicco della cucina italiana per un “no” secco e deciso alle etichette a semaforo. A sostenere la battaglia intrapresa dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina contro l’idea dell’Unione Europea di segnalare - secondo uno schema assai discutibile - sulle etichette dei prodotti alimentari con il “rosso”, il “giallo” e il “verde” quanto quegli alimenti siano salutari, sono scese in campo l’Associazione italiana ambasciatori del gusto, Chic, Euro-Toques Italia, la Federazione italiana cuochi (Fic), Jeunes restaurateurs Italia (Jre) e Le Soste. Una presa di posizione che ufficializza quanto trapelato tra le cucine italiane negli ultimi mesi, un “no” che Italia a Tavola ha detto e ribadito sin dagli albori della proposta in quanto l'etichetta boccerebbe molti alimenti “italianissimi” che sono invece alla base della Dieta alimentare, da tutti riconosciuta come una delle più salutari.



Questo il documento ufficiale redatto dalle sei associazioni


L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, Chic, Euro-Toques Italia, la Federazione italiana cuochi (Fic), Jeunes Restaurateurs Italia (Jre) e Le Soste si schierano a favore e a supporto dell’azione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina che ha espresso un “no” convinto al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare e al Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale sullo schema di etichettatura nutrizionale basato sul "codice colore" già adottato nel Regno Unito.
 
Nel giugno 2013 il Regno Unito ha introdotto un sistema a bollini colorati in etichetta, la cosiddetta "etichettatura a semaforo", bollini e colori che vengono assegnati in base alle calorie, ai grassi, agli zuccheri e al sale presenti in 100 grammi di prodotto. Quindi, quando in un alimento uno di tali aspetti è presente oltre determinante percentuali di concentrazioni, sulla confezione viene apposto un bollino rosso. Altrimenti il verde o il giallo.
 
Riteniamo si tratti di un sistema intuitivo ma altrettanto semplicistico nella classificazione nutrizionale che penalizza molte eccellenze italiane, nonostante non siano affatto pregiudizievoli per la salute dei consumatori.
 
Con questo meccanismo, c’è il serio pericolo di ritrovarsi davanti al paradosso di un bollino verde assegnato a una bibita gassata con dolcificante e di un bollino rosso per il nostro extra vergine di oliva.
 
Sono i prodotti agroalimentari del nostro Paese più richiesti al mondo (formaggi, salumi, olio, vino), che utilizziamo quotidianamente per le creazioni dei piatti, motivo di vanto e di successo dell’arte culinaria italiana.
 
Con questa azione sincronizzata e di sistema tutti noi vogliamo evidenziare la nostra indiscutibile posizione e il supporto a tutti gli organi governativi nel richiedere l'intervento della Comunità Europea e la cooperazione del Regno Unito per rimuovere questo elemento distorsivo e altamente dannoso del mercato.

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Alberto Lupini


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