Allergeni, multe fino a 18mila euro per i trasgressori del regolamento Ue

04 aprile 2015 | 10:37
di Carmine Milone e Massimo Artorige Giubilesi
Continua il nostro approfondimento sul Regolamento Ue 1169/11 “relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori”. Dopo essere entrato in vigore il 13 dicembre scorso, il ministero della Salute, con una nota del 16 febbraio che abbiamo commentato nel numero precedente, ha fatto luce sulle modalità di comunicazione degli allergeni ammesse, senza però pronunciarsi sull’entità delle sanzioni per coloro che violano le nuove disposizioni in materia.



Con una nota dello scorso 6 marzo, il ministero dello Sviluppo economico ribadisce che il regime sanzionatorio da applicare, in attesa di un nuovo decreto legislativo specifico per il Reg. Ue 1169/11, è quello descritto nell’art. 18 del D.Lgs 109/92. A seconda della gravità dell’infrazione constatata, le sanzioni variano dai 600 sino ai 18mila euro nei casi più gravi, tra cui quelli inerenti le pratiche leali di informazione o sull’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza nel caso in cui la sua omissione possa indurre in errore il consumatore.

Nel settore ristorazione commerciale e collettiva, chi non comunica correttamente la presenza degli allergeni (All. II Reg. 1169/11) all’interno del proprio esercizio/unità produttiva secondo le modalità ammesse, è punito con l’ammenda da 600 a 3.500 euro. Ecco quindi che, seppur con qualche mese di ritardo rispetto all’entrata in vigore del Regolamento Ue, vengono delineatele le modalità di applicazione dello stesso e il regime sanzionatorio a corredo: gli Osa (Operatori del settore alimentare) devono adeguarsi.

Ci rendiamo conto che certi obblighi introdotti possano sembrare eccessivi, specialmente per quanto concerne la ristorazione commerciale gestita per lo più da microimprese familiari non strutturate che sono protagoniste di un settore potenzialmente a medio-alto rischio per la salute del consumatore. Purtroppo queste microimprese sono le più vulnerabili e si interfacciano con la legislazione nazionale ed europea con difficoltà, ovvero confondendo il governo della sicurezza alimentare della propria impresa con adempimenti burocratici perditempo e costosi.

L’assetto legislativo europeo, in rapida evoluzione, spesso ci trova impreparati nelle modalità operative con le quali applicare, senza stressare, l’attività ordinaria dell’impresa: le microimprese devono fare un salto culturale se vogliono esistere, svilupparsi e non sottomettersi di fronte a sanzioni amministrative e in certi casi anche penali che attentano alla salute e all’immagine dell’attività.

Per quanto sia richiesto uno sforzo organizzativo, le imprese dovrebbero affrontare i nuovi adempimenti in modo propositivo, cogliendo l’occasione per mettere in discussione tutte le problematiche riscontrate e mettendo in atto una riorganizzazione generale del proprio fare ristorazione. La gestione degli allergeni, uno tra i punti più discussi del Regolamento, può essere ampiamente gestita attraverso un approccio per processi anche all’interno dei più piccoli punti vendita. L’organizzazione delle attività lavorative è sempre più una condicio si ne qua non per poter condurre la propria azienda verso il successo senza aver paura della legge che dev’essere rispettata.

Per informazioni: servizioclienti@giubilesiassociati.com

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Alberto Lupini


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