Buoni pasto, gare d’appalto ingiuste Fipe: A rimetterci sono gli esercenti

05 febbraio 2016 | 10:37
Ancora una volta Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) si schiera contro Consip, la società concessionaria del ministero dell’Economia, che ha chiuso la gara d’appalto per l’aggiudicazione delle forniture di buoni pasto nella pubblica amministrazione, seguendo la logica del massimo ribasso. Significa che le società che emettono i buoni pasto hanno vinto la gara d'appalto applicando uno sconto consistente sul valore effettivo del buono pasto. Se da un lato a guadagnarci è la pubblica amministrazione, dall’altro a rimetterci, e non poco, sono i pubblici esercizi su cui ricadono commissioni più alte.



La gara, suddivisa in sette lotti e aggiudicata con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, è stata aggiudicata con sconti rispetto al valore nominale del buono pasto che vanno dal 16,59% al 20,75% e con commissioni agli esercenti che variano dall'1,80% al 5,32%.

«La realtà, purtroppo, è assai più amara di quanto Consip voglia far credere: il vecchio vizio di far pagare gli sconti agli esercenti non è ancora tramontato - ha dichiarato Aldo Cursano (nella foto), vice presidente di Fipe - nonostante le ripetute promesse. Quello che avevamo paventato a suo tempo si è rivelato profetico: la gara di cui Consip oggi annuncia la chiusura è stata aggiudicata con la logica del massimo ribasso, a tutto vantaggio di chi presenta lo sconto maggiore sul valore facciale del buono e a discapito dei pubblici esercizi, costretti a riconoscere commissioni sempre più alte».

«Infatti, chi vince le gare con lo sconto più alto - continua Cursano - si rivale sugli esercenti imponendo i cosiddetti servizi aggiuntivi - nominalmente facoltativi, ma di fatto obbligatori, anche se il Tar Lazio, chiamato a giudicare sulla impugnativa della gara promossa da Fipe a tutela degli esercenti , non ci ha creduto - per un valore anche del 15%. In questo modo, lo sconto ottenuto da Consip viene pagato dagli esercenti e dai lavoratori che subiscono l’abbassamento inevitabile della qualità del loro pasto».



Di fatto gli esercenti su ogni buono incassato si vedranno applicare la commissione necessaria a coprire la differenza. Senza contare i costi di gestione, tra cui fatturazione e spedizione, da sommare a tutte le spese che comporta l’amministrazione di un locale. I costi che pesano sulle spalle degli esercenti sono diventati insostenibili, e di certo l’introduzione dei buoni elettronici non ha migliorato la situazione, considerando che a ogni transazione corrisponde una commissione, per non parlare dei costi di installazione del Pos e il canone di noleggio.

«Abbiamo, a questo punto, chiesto a Governo e Parlamento - ha concluso Cursano - di intervenire per regolamentare meglio queste gare d’appalto allo scopo di evitare che siano gli esercenti a pagare di tasca propria gli sconti alla pubblica amministrazione. Auspichiamo che le nostre istanze siano accolte in sede di attuazione della Delega Appalti appena approvata dal Parlamento».

Le aziende aggiudicatrici della gara sono state divise per lotti di regioni. Per il lotto 1 (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, massimale di fornitura 183 milioni di euro) e per il Lotto 3 (Lazio, massimale di fornitura 205 milioni di euro) a Qui!Group. Per il Lotto 2 (Friuli, Veneto, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, massimale 130 milioni di euro) e per il Lotto 7 (cd. lotto accessorio, massimale 93 milioni di euro) a Day Ristoservice. Per il Lotto 4 (Umbria, Marche, Abruzzo, Puglia, massimale 95 milioni di euro) e per il Lotto 5 (Campania e Molise, massimale 155 milioni di euro) a Repas Lunch Coupon. Per il Lotto 6 (Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, massimale 139 milioni di euro) a Sodexo Motivation Solutions Italia.

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Alberto Lupini


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