Re Carlo cerca un cuoco. Com'è lavorare a corte per chi lo ha già fatto

Il candidato ideale deve gestire ogni aspetto della vita alimentare del sovrano e dei suoi familiari, dalla colazione alla cena, fino ad arrivare ai banchetti. Ma come è lavorare per il re buongustaio? Lo svela Enrico Derflingher , che è stato cuoco di corte a Kensington Palace dal 1987 al 1990. Le candidature chiudono il 1° aprile

25 marzo 2024 | 15:37

Essere il cuoco del re! Un sogno che per qualcuno o qualcuna può trasformarsi in realtà. Perché re Carlo sta cercando un nuovo chef de partie (le candidature si chiuderanno il 1° aprile). Il compito? Gestire la vita alimentare del re, dalla colazione alla cena, fino ai banchetti per gli ospiti. E se già questo non bastasse, dobbiamo ricordare ai candidati che non stiamo parlando di un re qualunque, in fatto di gusti e scelte alimentari. Re Carlo è, infatti, un re ecologista e imprenditore agricolo che ha fatto del mangiare bene, nel rispetto della salute e dell'ambiente la sua firma distintiva.

Ma non solo, re Carlo è da sempre amante del vino e della cucina francese e italiana (ha persino aperto una pizzeria nel Mews Cafe della sua tenuta a Balmoral). Insomma, essere lo chef di re Carlo è una bella sfida come racconta Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia, che è stato cuoco di corte a Kensington Palace dal 1987 al 1990.

AAA cuoco cercasi: l'annuncio sul web di re Carlo

Ma prima di inoltrare la candidatura, occorre verificare se si hanno le caratteristiche giuste per diventare il cuoco o la cuoca del re che, come detto, si riferisce ad un ruolo di chef de partie, solitamente riservato a ragazzi più giovani o comunque a chi si occupa di un settore specifico all'interno della cucina, in questo caso reale. L'annuncio, comparso sul sito web della casa reale è chiaro: «Lavorerai con ingredienti di qualità e sarai responsabile della preparazione quotidiana e del servizio del cibo alla famiglia reale e al personale».

Come detto, il nuovo o la nuova chef di corte dovrà «supportare gli chef senior nella creazione di menu stagionali utilizzando prodotti delle tenute locali». Parola d'ordine flessibilità anche perché il cuoco o la cuoca del re dovrà «viaggiare in altre località secondo necessità, garantendo il rispetto di standard coerenti in ciascuna residenza». Dove per residenze si pensa, in particolare, a Buckingham Palace, Balmoral e il Palazzo di Holyroodhouse in Scozia piuttosto che Highgrove House o il Castello di Windsor.

Si tratta spiega Derflingher «di 8 otto cucine in otto castelli a cui si aggiunge il treno reale. Quindi la flessibilità è fondamentale: bisogna seguire il re nei suoi spostamenti ufficiali e nei suoi impegni di lavoro ed essere al meglio in ogni occasione». E le ore di lavoro? «Si può tranquillamente arrivare alle 12 ore di lavoro al giorno - spiega Derflingher Come del resto succede nelle cucine dei grandi alberghi».

Forse per questo, qualche punto in più lo guadagna chi ha lavorato in ristoranti di hotel a cinque stelle e chi ha dimestichezza con la cucina francese classica, grande passione di re Carlo.

Il compenso? Non è specificato, ma sono coperti vitto e alloggio «per il quale è previsto un adeguamento salariale». Ma Derflingher sottolinea di non aspettarsi stipendi da capogiro come succede alle corti degli sceicchi arabi perché «i reali inglesi sono famosi per essere attenti e parsimoniosi».

E poi la selezione. «Non basta mandare il curriculum - continua Derflingher - che, come detto, deve anche essere bello corposo. Poi ci sono le selezioni. I candidati sono sottoposti a prove attitudinali, prove linguistiche... E, naturalmente, è controllata la fedina penale».

Il valore di essere il cuoco di Carlo, il re buongustaio

In ogni caso lavorare per il re buongustaio richiederà tanta attenzione e dedizione. Ricordiamoci come è stato proprio Carlo a portare una vera e propria rivoluzione nelle abitudini della Casa Reale, come racconta Derflingher.

«Con lui nelle cucine reali è arrivato per la prima volta l'olio extravergine d'oliva, al posto del tradizionale burro - ha aggiunto Derflingher -, ma anche vino e altri prodotti italiani. Quando lavoravo a Londra tornavo spesso in Italia con lui, per visitare le cantine, soprattutto in Toscana. Un legame forte con il nostro Paese che conserva e porta avanti ancora oggi. Carlo ha portato una vera e propria svolta, andando oltre alla cucina tradizionale inglese, spesso pesante. A lui piacciono molto le paste ripiene».

Cucina e prodotti italiani e francesi, ma senza dimenticare la sua terra: «Già trent'anni fa Carlo era molto attento a questo aspetto - ha evidenziato Derflingher -: coltivava frutta e verdura biologica nei suoi orti e in tempi in cui nessuno ne parlava, era già particolarmente attento agli aspetti della salvaguardia del Pianeta e aveva una visione green, per cui veniva persino preso in giro, ma aveva ragione lui. È stato un anticipatore».

«Per questo - afferma Derflingher - lavorare per Carlo sarà sicuramente un'esperienza difficile ma entusiasmante».

Le parole d'ordine per diventare il cuoco del re

Il futuro cuoco o la futura cuoca del re, dunque, dovrà sicuramente puntare su stagionalità, rispetto per l'ambiente, zero sprechi, regalando chicche gourmet alla quotidianità del re. Piatti che, oltre al gusto tengano d'occhio anche i principi nutrizionali per sostenere il re in questo periodo di convalescenza (re Carlo è stato recentemente operato di tumore, ndr).

E chissà che il nuovo cuoco di corte non riesca a condurre Carlo in un nuovo percorso alla ricerca del gusto portando il re a cambiare le sue abitudini come quella di saltare il pranzo (come riporta il Telegraph) per arrivare direttamente al tè delle cinque…

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Alberto Lupini


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