Balneari, la Toscana li “tutela”... chiedendo ulteriori investimenti

04 maggio 2016 | 19:12
La Regione Toscana interviene, supplendo all'assenza di una chiara direttiva nazionale, intorno alla libera concorrenza nelle attività commerciali su aree pubbliche voluta dall'Unione Europea, che riguarderebbe anche gli stabilimenti balneari. La Regione a questo proposito garantisce sì la possibilità agli attuali balneari di chiedere proroghe da 6 a 20 anni, proponendo però un piano di investimenti che dia quindi una spinta al settore. La legge per le disposizioni sulle concessioni demaniali marittime è quindi stata approvata dal Consiglio regionale toscano a Firenze: 20 favorevoli, 13 contrari e un'astensione. I punti chiave delle disposizioni urgenti sono 3: qualificare ambiente e paesaggio della costa, tutelare concorrenza e libertà di stabilimento, proteggere gli investimenti.



«La norma - ha commentato Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo economico - vuole fornire alcuni elementi di ragionevole riferimento al sistema delle imprese balneari toscane rispetto all'incertezza nel quadro legislativo che si è determinata con l'impugnativa da parte dell'avvocatura europea della legge di propago delle connessioni fino al 2020 per effetto della direttiva Bolkestein».

La direttiva Bolkestein imporrebbe il termine del rinnovo automatico per le concessioni alle attività commerciali su aree pubbliche, come ad esempio sono gli stabilimenti balneari. Per l'Europa le concessioni devono andare a gara, ma i balneari, vedendo tutti i loro sacrifici messi a repentaglio, non ci stanno. La Regione Toscana interviene garantendo a coloro che già posseggono concessioni la possibilità di preservarle, proponendo un piano di investimenti e ottenendo una proroga da 6 a 20 anni. Nel caso di eventuale intervento da parte della Corte di giustizia europea, la Regione nuovamente interverrebbe a tutela del proprietario uscente con un indennizzo pari al 90% del valore dell'azienda. Questa la conclusione ad una giornata di proteste da parte dei balneari, che hanno organizzato ieri, 3 maggio, un presidio davanti alla sede del consiglio regionale.



«Dall'89 a oggi ho speso 400mila euro nello stabilimento - urla con forza uno dei balneari rivolgendosi all'assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo - e non ho più soldi. Secondo voi devo investire ancora, indebitarmi e lasciare i debiti ai miei figli? Il vostro è un ricatto. Per ottenere una nuova concessione con proroga da 6 a 20 anni, ci obbligate a investire. Ma l'impresa deve essere libera di investire quando vuole, non quando lo dite voi».

Il problema non è la mancata capacità di persuasione dell'assessore, è piuttosto l'aver portato al voto una proposta di legge che i balneari chiedevano di ritirare. «Di fatto la Regione con questa legge - ha detto Emiliano Favilla, portavoce dei balneari - anticipa il Governo, accettando già le procedure della Bolkestein. Si rischia di andare subito all'asta e noi rischiamo così di perdere per sempre i nostri stabilimenti balneari. Chiediamo invece al governo di andare a Bruxelles e battersi per le proroghe alle concessioni in modo da tutelare tra gli altri i 1.200 stabilimenti balneari della Toscana».

Nonostante il timore sia tanto, la legge passata, seppur si pieghi in un certo senso ad una forte autoritarietà europea, ha come primo scopo quello di proteggere i balneari. «Ora abbiamo una legge regionale che disciplina il rilascio delle concessioni demaniali marittime da parte dei Comuni - spiega Graziano Giannesi, presidente regionale dei balneari Confcommercio (Sib) - che prevede la possibilità per i concessionari balneari di salvaguardare le concessioni esistenti. Nel caso in cui la Corte di Giustizia Europea costringesse il Governo ad andare alle aste, il provvedimento regionale sarebbe di salvaguardia per le imprese balneari avendo inserito il concetto di rimborso del valore aziendale dell’impresa».

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Alberto Lupini


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