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Balneari, la Corte di giustizia Ue verso la bocciatura della proroga al 2020

La normativa italiana che stabilisce la proroga delle concessioni demaniali marittime fino al 2020 non è il linea con il diritto comunitario Ue. A rischio il futuro di 30mila imprese balneari italiane

 
26 febbraio 2016 | 17:58

Balneari, la Corte di giustizia Ue verso la bocciatura della proroga al 2020

La normativa italiana che stabilisce la proroga delle concessioni demaniali marittime fino al 2020 non è il linea con il diritto comunitario Ue. A rischio il futuro di 30mila imprese balneari italiane

26 febbraio 2016 | 17:58
 

Con un colpo di spugna l'avvocato della Corte di giustizia Ue, Maciej Szpunar boccia la proroga fino al 2020 delle concessioni demaniali marittime senza gara decise dal governo italiano, perché incompatibile con il diritto europeo. Essendo gli stabilimenti balneari “servizi su suolo pubblico”, devono per legge essere aperti alla libera concorrenza e i concessionari non possono essere rinnovati senza che si svolgano delle gare. Le conclusioni dell’avvocato Ue non sono definitive, ora spetta alla Corte di giustizia emettere la sentenza decisiva. Quel che è certo è che se i giudici seguiranno queste indicazioni, l’Italia rischia una nuova, onerosa procedura d’infrazione.



Una via d'uscita sembra esserci e il lieto fine è nelle mani del governo che dovrebbe provvedere a emanare una legge capace di sanare il problema normativo. La necessità di una riforma che salvaguardi le imprese esistenti è impellente, ma se la scorsa settimana di fronte alla protesta di 2mila imprenditori, il ministro per gli Affari regionali Enrico Costa ha garantito l’imminente convocazione di un tavolo tecnico Stato-Regioni, ad oggi il futuro di 30mila imprese balneari italiane è ancora incerto.

La Fipe- Federazione italiana pubblici esercizi interviene a fianco di Confturismo e del Sib - Sindacato italiano balneari: «Secondo l'Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia Europea - dichiara il presidente Fipe Lino Stoppani (nella prima foto in basso) - la proroga delle concessioni balneari non sarebbe compatibile con il diritto europeo: riteniamo questa presa di posizione un nuovo, gravissimo atto contro il nostro Paese, che fa della qualità dei propri stabilimenti balneari e delle attività di somministrazione correlate uno dei capisaldi del turismo nazionale».

Lino Stoppani
Nella foto: Lino Stoppani

«Tenendo conto che a oggi in Italia - continua Stoppani - caso unico in Europa, sussistono circa 28.000 concessioni per finalità turistico-ricreative su 7.458 chilometri di costa, emerge ancora una volta l'ingerenza di un organismo internazionale che rischia di mettere a dura prova oltre 200.000 posti di lavoro e la stessa sopravvivenza di un settore di punta della qualità "made in Italy" e del comparto fuoricasa apprezzato ogni anno anche da migliaia e migliaia di turisti internazionali. Non solo, insieme agli stabilimenti balneari sono in gioco migliaia di ristoranti, bar, discoteche e attività commerciali che insistono sul demanio. Chiediamo a gran voce da parte del Governo una presa di posizione forte nel rispetto del comparto e a sua difesa».

Riccardo Borgo
Nella foto: Riccardo Borgo

«La pronuncia della Corte di giustizia europea - dichiara Riccardo Borgo (nella foto appena sopra), presidente Sib- Sindacato italiano balneari, aderente a Fipe - purtroppo non lascia sorpresi. Ora bisogna riflettere con lucidità sulle possibili soluzioni da adottare, per approfondire e analizzare con un tavolo condiviso tutti gli aspetti di questa vicenda che porti ad una riforma non in contrasto con la normativa europea ma che nemmeno le sia succube, in grado di tutelare davvero il futuro delle imprese e il lavoro delle nostre famiglie».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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