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Rapporto Agcom 2017 Bufale boom, dilaga la disinformazione

Le fake news non sono solo una percezione, un pretesto politico, un fenomeno passeggero. Anche l’Agcom infatti, nel suo rapporto 2017, le ha etichettate come ombre che hanno caratterizzato il sistema dell'informazione. A favorire il dilagare di questo processo sono naturalmente le piattaforme online.

20 febbraio 2018 | 10:35
Rapporto Agcom 2017 
Bufale boom, dilaga la disinformazione
Rapporto Agcom 2017 
Bufale boom, dilaga la disinformazione

Rapporto Agcom 2017 Bufale boom, dilaga la disinformazione

Le fake news non sono solo una percezione, un pretesto politico, un fenomeno passeggero. Anche l’Agcom infatti, nel suo rapporto 2017, le ha etichettate come ombre che hanno caratterizzato il sistema dell'informazione. A favorire il dilagare di questo processo sono naturalmente le piattaforme online.

20 febbraio 2018 | 10:35
 

Le fake news non sono solo una percezione, un pretesto politico, un fenomeno passeggero. Anche l’Agcom infatti, nel suo rapporto 2017, le ha etichettate come ombre che hanno caratterizzato il sistema dell'informazione. A favorire il dilagare di questo processo sono naturalmente le piattaforme online.

Il report evidenzia che «da un decennio almeno il sistema informativo ha iniziato a mostrare difficoltà a sostenere i propri costi. Ne hanno fatto le spese, per primi, i mezzi tradizionalmente di sola informazione, quali quotidiani e periodici. La riduzione dei ricavi sottostante all'affermazione di un modello informativo online e gratuito ha così indotto gli editori a tagliare costi e investimenti nel prodotto informativo, innescando una spirale che si è riflessa sulla qualità dell'informazione e quindi sulla reputazione del mondo dei media».

(Rapporto Agocom 2017 Bufale boom, dilaga la disinformazione)

Meno risorse fa rima con minore qualità e quindi il prosperare di false notizie. A questo bisogna aggiungere che l’affermazione delle piattaforme online, come si spiega nel dossier, «ha portato a dinamiche proprie della rete sostanziandosi in un processo di disaggregazione e disintermediazione dell'offerta informativa tradizionale e di successiva riaggregazione e reintermediazione da parte delle piattaforme stesse (social network e motori di ricerca)». Inoltre, in un contesto caratterizzato dallo spacchettamento del prodotto informativo e da una fruizione frammentata dei contenuti (articoli, commenti, video, post), «le piattaforme digitali fungono da intermediari per l'accesso all'informazione online da parte dell'individuo, accesso che molto spesso è frutto anche dell'incidentalità e casualità della scoperta delle notizie da parte dello stesso cittadino, che peraltro rischia di non avere piena consapevolezza circa la natura e la provenienza dell'informazione».

La quasi totalità della popolazione italiana accede ai mezzi di comunicazione anche al fine di informarsi e oltre l'80% dei cittadini accede all'informazione regolarmente, ossia tutti i giorni. Rimane, quindi, una nicchia di Italiani (circa il 5%) che non si informa affatto, o almeno non attraverso i mezzi di comunicazione di massa. In Italia, dunque, circa il 95% della popolazione si informa attivamente su almeno un mezzo di comunicazione tra tv, radio, quotidiani (cartacei e digitali) e internet; in altre parole, la quasi totalità degli italiani ricerca, o anche soltanto accede a, notizie su ciò che succede in Italia, nella realtà locale in cui vive (regione, provincia o comune), oppure notizie che travalicano i confini nazionali. Analizzando la frequenza con cui gli Italiani si informano su almeno un mezzo, si rileva che una grossa porzione della popolazione, poco più dell'80%, è alla continua ricerca di contenuti informativi, tanto da dichiarare di cercarli in maniera costante, vale a dire quotidiana. Sussiste ancora una relazione di fiducia tra cittadini e fonti di informazione.

(Rapporto Agocom 2017 Bufale boom, dilaga la disinformazione)

L’informazione degli italiani è tuttavia regolamentata da algoritmi ossia social network e motori di ricerca, consultati dal 54,5% della popolazione, mentre si registra una minore fruizione delle fonti editoriali, come siti web e applicazioni di editori tradizionali e nativi digitali. Il 19,4% della popolazione indica una fonte algoritmica come la più importante all'interno della propria 'dieta' informativa, soprattutto motori di ricerca e social network, che rappresentano rispettivamente la terza e la quarta fonte informativa più volte reputata come la più importante per informarsi. Tra le fonti algoritmiche, tuttavia, si riscontra una minore affidabilità percepita, in particolare per i social network, ritenuti affidabili o molto affidabili da meno del 24% di chi li consulta per reperirvi informazioni. Facebook rappresenta il principale social network in Italia anche per informarsi, utilizzato a questo scopo dal 30% dei cittadini, mentre Instagram (utilizzato a fini informativi dal 6% degli utenti italiani) è stata recentemente scoperta anche da personaggi politici e giornalisti, tanto da superare Twitter nella dieta informativa online degli italiani.

Nonostante soltanto il 5,8% degli utenti acceda a Twitter a fini informativi, la piattaforma di microblogging rimane ancora un riferimento saldo per politici, giornalisti e influencer di vario genere. Le piattaforme e i portali di aggregazione di notizie, come Google News, rappresentano ormai importanti fonti di informazione per gli utenti italiani, visto che il 16,4% dei cittadini dichiara di utilizzarli a tale scopo. Segnalata, infine, la "sempre maggior presenza" di video caricati su YouTube a cui si accompagna una grande attenzione da parte dei principali fornitori di notizie alla nascita di canali informativi dedicati in cui possano caricare direttamente i loro contenuti video. Anche i cittadini utilizzano sempre più il formato video, e YouTube risulta una delle piattaforme web più utilizzate, con l'11,2% degli utenti che la consulta a fini informativi.

(Rapporto Agocom 2017 Bufale boom, dilaga la disinformazione)

La televisione si conferma ancora il mezzo con la maggiore valenza informativa, sia per frequenza di accesso anche a scopo informativo, sia per importanza e attendibilità percepite, ma la forza informativa di internet è in ascesa. I quotidiani, benché consultati per informarsi tutti i giorni da meno del 20% di individui, guadagnano terreno se si considera una frequenza di lettura meno ravvicinata nel tempo, raggiungendo ancora livelli di accesso non eccessivamente distanti da quelli di Internet e della radio.

Infine, i minori. Ci sono quelli che non si informano o, se lo fanno, utilizzano un solo mezzo, ma anche gruppi di giovanissimi che fanno un consistente ricorso a una pluralità di fonti informative. Internet svolge un ruolo di primo piano nella dieta mediatica dei soggetti minorenni. Circa un quarto dei minori o non si informa, o lo fa utilizzando un solo mezzo di informazione, che molto spesso è proprio il web. I minori, peraltro, si rivelano grandi consumatori di social network a scopi informativi: infatti, più della metà di coloro che si informano su Internet li utilizza a tale scopo (55,8%).

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