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Expo preoccupa i ristoratori Si propone di abolire l’ingresso a 5 euro

Finalmente la categoria si sta svegliando, molti si stanno accorgendo che aver permesso l’apertura serale rischia di essere una grande operazione a favore dei pochi dentro Expo che fagociterà la ristorazione milanese. E si chiede anche di sospendere il biglietto serale ridotto a 5 euro per l’ingresso nel sito per cenare

Matteo Scibilia
di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico
11 maggio 2015 | 16:00

Sono mesi che giudico e critico il comportamento di Expo, preoccupato sopratutto per l’apertura serale, che non avrebbe portato nulla di buono alla città e all’hinterland. Ho scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, pregandolo di intervenire su questa situazione, ho scritto a Explora (organizzazione nata per promuovere l’offerta turistica della Lombardia nei mesi di Expo), sono intervenuto in diversi momenti alla Camera di commercio a Milano e a Monza.



L’ex presidente Josep Ejarque di Explora mi ha anche risposto personalmente, dicendomi senza mezzi termini che avevo pure ragione delle mie preoccupazioni, ma non si poteva fare niente, ho anche versato 440,00 € a Explora Wonderful Expo, come contributo, dopo che alcuni amici mi hanno sollecitato ad appoggiare, nonostante i miei dubbi, Expo. Spero che il sistema Expo almeno promuova chi come me ha versato la quota a Wonderful Expo. Ma ho ricevuto solo critiche e indifferenza, un po’ come Davide contro il gigante Golia. Silenzio e solo silenzio. Solo alcuni colleghi si sono schierati o quantomeno mi hanno dato ragione.

Italia a Tavola negli ultimi mesi ha sempre insistito sugli elementi di criticità, denunciando i rischi a cui si sarebbe andati incontro: dall’apertura fino a mezzanotte al biglietto di ingresso serale a 5 euro, dai costi folli per un pasto alle gare d’appalto andate deserte, dai rischi di abusivismo turistico ai padiglioni non terminati, dalle indagini per corruzione e appalti truccati fino alle pessime strategie comunicative...

Il Governo, il Comune, tutti a favoleggiare delle enormi possibilità di Expo, e forse ancora tutti ci speriamo. Ma ad oggi, ancora nulla. Ogni giorno amici e clienti che hanno già visitato Expo raccontano di grandi criticità, prezzi alti, difficoltà a raggiungere il sito, vendita di cibo separato dal vino, strapotere di pochi e soliti operatori, piatti di plastica, lontani da un’idea di qualità, senza dimenticare gli articoli di Severgnini sul Corriere, supercritico sui servizi interni al sito.

Oggi, a 10 giorni dall’apertura dell’evento, il Corriere della sera ha dedicato ben due pagine ai problemi da me sottolineati in questi mesi, finalmente, e sono contento sopratutto delle dichiarazioni di Lino Stoppani, presidente di Epam Milano e di Fipe nazionale, nonché di Giorgio Montingelli, presidente del Coordinamento delle associazioni di via, che insieme giudicano la situazione molto grave (vedi l’articolo “Milano Expo, la movida che svuota la tavola in città”), arrivando a chiedere di sospendere il biglietto serale di 5 euro di entrata nel sito per cenare.

Oltre 150 luoghi per mangiare, una immensa offerta di cibo e di street food, che di fatto hanno trasformato Expo da un evento culturale dedicato al Pianeta ad un evento simile ai tanti più o meno grandi del mondo del food: vendite di cibo, somministrazione a più livelli, tutti (o quasi) presi dalla necessità di rientrare dall’investimento molto elevato di partecipazione.

Ora anche gli operatori, ristoratori in testa, come evidenziato nell’articolo del Corriere, con facce e interviste dichiarano la grande preoccupazione che Expo possa diventare negativo per tutto ciò che è fuori Expo, cioè la città e la sua provincia. Finalmente la categoria si sta svegliando, finalmente molti si stanno accorgendo che aver permesso l’apertura serale rischia di essere una grande operazione a favore dei pochi dentro Expo che fagociterà la ristorazione milanese. Non è mai troppo tardi...

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