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Sagre, un must dell’estate 2015 Nessun freno per quelle “tarocche”

Nonostante nulla sia stato fatto per contrastare il fenomeno delle sagre tarocche, denunciato per anni da Italia a Tavola, anche questa estate il 71% degli italiani ha partecipato alle cosiddette feste di paese. Il business è comunque modesto: il 13% dei frequentatori non spende, il 51% non più di dieci euro per persona

31 agosto 2015 | 10:14
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Nessun freno per quelle “tarocche”
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Nessun freno per quelle “tarocche”

Sagre, un must dell’estate 2015 Nessun freno per quelle “tarocche”

Nonostante nulla sia stato fatto per contrastare il fenomeno delle sagre tarocche, denunciato per anni da Italia a Tavola, anche questa estate il 71% degli italiani ha partecipato alle cosiddette feste di paese. Il business è comunque modesto: il 13% dei frequentatori non spende, il 51% non più di dieci euro per persona

31 agosto 2015 | 10:14
 

Più di sette italiani su dieci (71%) hanno scelto di partecipare quest’anno a sagre e feste di Paese che si concentrano nel periodo estivo lungo tutta la Penisola. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ixè nell’estate 2015 che evidenzia l'apprezzamento crescente degli italiani per le sagre che si propongono come momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche ma anche più spesso le aree interne meno battute. Si tratta di una vera e propria tendenza che è il frutto dell’esigenza di contenere le spese ma anche di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali, soprattutto nel momento delle vacanze estive quando si moltiplicano le iniziative di valorizzazione dei prodotti locali con feste organizzate in tutta Italia, nei piccoli e grandi centri.



Nulla da dire se questi fossero i principi su cui si fondano tutti gli eventi di questo genere. Peccato che in Italia molte sagre spacciate per autentiche siano solo la falsa copia di quelle manifestazioni che celebrano la tradizione. Italia a Tavola si sta battendo da anni per una regolamentazione del settore, ma ancora nulla è stato fatto in merito. L’assenza di controlli, igienici e fiscali, nelle presunte sagre genera una concorrenza sleale nei confronti dei ristoratori, che devono fare i conti con locali semi deserti.

Sono passati 5 anni da quando Italia a Tavola, insieme a Fipe, Fiepet, Pro loco e vari esperti, coordinati dal Gastronauta Davide Paolini, ha stilato il Manifesto della sagra autentica, fatto di 7 linee guida su cui basarsi per distinguere una sagra autentica da una tarocca. Più di recente il Ministro Maurizio Martina è stato invitato a prendere una posizione, che garantisse l'utilizzo del termine “sagra” solo agli eventi organizzati dalle Pro loco. Eppure le istituzioni non hanno ancora mosso un dito a garanzia della tradizione e di una concorrenza leale.

Resta da dire che nell’assenza di interventi significativi, e come dimostrano le ultime indagini sulle sagre, in molti si accontentano di guardare e curiosare tra le bancarelle e c’è anche chi ne approfitta per acquistare souvenir o ricordi della vacanza e chi invece coglie l’occasione per gustare cibi e specialità locali. Il business è comunque modesto e secondo l’analisi della Coldiretti/Ixè il 13% dei frequentatori non spende niente, il 51% non più di dieci euro per persona e il 31% tra i 10 ed i 30 euro per persona, mentre gli altri non rispondono.

Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono dedicati a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano proprio quando si raccolgono pregiati frutti della terra, dall'uva ai funghi, dalle telline al peperone fino al tartufo. Una tendenza positiva che va accompagnata però da una maggiore qualificazione dell’offerta che purtroppo non sempre è all’altezza.

Tra i consigli da seguire nella scelta secondo la Coldiretti ci sono infatti la verifica della congruità del “cibo festeggiato” con la realtà produttiva del territorio anche con un occhio alla stagionalità, le garanzie offerte dalla partecipazione delle istituzioni, dai comuni alle parrocchie fino alle organizzazioni di rappresentanza, il coinvolgimento nell’iniziativa di operatori economici locali dai ristoratori agli agricoltori con Campagna Amica. La necessaria qualificazione dell’offerta delle sagre in Italia può essere infatti sostenuta da una più forte presenza delle realtà economiche espressione del territorio come ad esempio la vendita diretta dei prodotti agricoli e alimentari delle aziende agricole locali, che garantiscono identità e qualità al giusto prezzo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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