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Da consumarsi “preferibilmente”: capire l'etichetta per non sprecare

La differenza tra da consumarsi entro e da consumarsi preferibilmente entro è fondamentale: aiuta il consumatore a tutelare la propria salute e a dare una mano contro lo spreco alimentare.

 
29 dicembre 2020 | 06:35

Da consumarsi “preferibilmente”: capire l'etichetta per non sprecare

La differenza tra da consumarsi entro e da consumarsi preferibilmente entro è fondamentale: aiuta il consumatore a tutelare la propria salute e a dare una mano contro lo spreco alimentare.

29 dicembre 2020 | 06:35
 

Con una sempre maggiore attenzione alla salubrità dei propri acquisti, molti italiani devono ancora sciogliere dei nodi ormai diventati dei "classici" nel leggere un'etichetta. Come la differenza tra "da consumarsi entro" e "da consumarsi preferibilmente entro". Una differenza apparentemente minima, la cui totale comprensione, in realtà, può scongiurare il rischio di un'intossicazione alimentare. È inoltre fondamentale per chi segue una dieta ben precisa.

Capire un'etichetta per garantire la lotta allo spreco e la propria salute - Da consumarsi preferibilmente: Capire l'etichetta per non sprecare

Capire un'etichetta per garantire la lotta allo spreco e la propria salute

Quel "preferibilmente" che cambia totalmente il significato della data apportata in etichetta
Cominciamo dalla dicitura "da consumarsi entro il", che viene apposta sui cibi per indicarne la sicurezza al momento del consumo. Gli alimenti in questo caso possono essere consumati fino a una certa data (quella indicata) ma non dopo, anche se conservano un bell'aspetto e un buon odore.

Diversamente, la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro il" non si riferisce più alla sicurezza, ma alla qualità dell'alimento in questione: quel cibo sarà sicuro anche se viene consumato dopo la data riportata in etichetta, ma potrebbe non essere nelle sue condizioni ottimali: ad esempio, il sapore e la consistenza potrebbero non essere nella loro "forma migliore":

I consigli dell'Efsa per un'etichetta più comprensibile
La Commissione europea stima che fino al 10% delle 88 milioni di tonnellate di sprechi alimentari prodotti ogni anno negli Stati membri sia connessa all'indicazione della data di scadenza sui prodotti alimentari.

A questo proposito si è espresso Kostas Koutsoumanis, presidente del gruppo di esperti Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), che ha dichiarato: «Informazioni chiare e corrette sulla confezione e una miglior comprensione e applicazione dell'indicazione della data appropriata sugli alimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti contribuirebbero a ridurre gli sprechi alimentari nell'Ue, pur continuando a garantire la sicurezza degli alimenti».

Efsa ha pubblicato in questo senso un parere scientifico inerente, indirizzato a chi deve apporre quelle etichette che poi verranno lette dai consumatori. Si tratta di uno strumento strutturato in forma di "albero decisionale" e contiene una serie di domande alle quali l'operatore deve rispondere per verificare se la sua etichetta è facilmente comprensibile al potenziale consumatore o meno.

Ci si attende, nel 2021, un nuovo parere scientifico simile sempre dedicato agli operatori del settore, cosicché le date indicate (che siano "entro il" o "preferibilmente entro il") siano il più corrette possibile per garantire e la salute del consumatore e la lotta allo spreco alimentare. Ma ovviamente è fondamentale che il consumatore prima di tutto conosca le informazioni che gli pertengono, così da tutelarsi ed evitare inutili sprechi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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