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Vino, positivo il primo semestre 2015 +17% le vendite di Prosecco nel mondo

Dati incoraggianti nei primi sei mesi del 2015 per il settore del vino italiano. I consumi domestici sono aumentati dell’1%. Gli Usa sono il primo mercato di riferimento: una bottiglia di vino su 3 importata è tricolore. Il Regno Unito è il secondo mercato con 305 milioni di euro. Segnali positivi dai paesi nord-est Europa

02 settembre 2015 | 10:18
Vino, positivo il primo semestre 2015
+17% le vendite di Prosecco nel mondo
Vino, positivo il primo semestre 2015
+17% le vendite di Prosecco nel mondo

Vino, positivo il primo semestre 2015 +17% le vendite di Prosecco nel mondo

Dati incoraggianti nei primi sei mesi del 2015 per il settore del vino italiano. I consumi domestici sono aumentati dell’1%. Gli Usa sono il primo mercato di riferimento: una bottiglia di vino su 3 importata è tricolore. Il Regno Unito è il secondo mercato con 305 milioni di euro. Segnali positivi dai paesi nord-est Europa

02 settembre 2015 | 10:18
 

Il comparto del vino made in Italy registra un primo semestre 2015 all’insegna di consumi interni stabili, con un leggero regresso per alcuni vini, e segnali di crescita per Prosecco e Franciacorta. La Gdo e i consumi domestici segnano un +1% in volume e +1,7% in valore. Ancora in calo i consumi di vini comuni e spumantini dolci e secchi. Il mercato è in mano a Dop e Igp grazie al Prosecco. Il Prosecco Doc ha spedito +17% nei primi 6 mesi, fra Italia e Mondo, con un valore globale però salito dell’11%. Record semestrale anche per il Prosecco Docg: il 45% dello spedito è andato all’estero, del restante ben l’8% è stato acquistato direttamente nelle cantine del territorio di produzione.



L’Asolo Docg segna un +20% di spedizioni nel primo semestre 2015. Franciacorta in crescita del 3% per i consumi interni, calo per Oltrepò Pavese e per Altalanga, stabile il Trentodoc. Bene winebox e acquisti diretti, ma grazie solo agli spumanti, diventati il 15% dei consumi totali. All’insegna dei consumi di nicchia, soggettivi, privati, discontinui per altri vini fermi: equilibrio fra vini bianchi e rossi. Segnali positivi per i vini bianchi fermi piemontesi e toscani (Arneis, Gavi, Vermentino); mosso il mercato dei vini rossi Dop storici (Valpolicella, Chianti Classico, Gutturnio), ma meno strutturati.

I grandi operatori del turismo puntano a pacchetti turistici, offerte viaggi in Italia basati su enogastronomia. La richiesta e la domanda sono alte, ma le compagnie non possono fare anche tutela e cultura. L’Italia del vino, oggi, è in grado, per qualità e volumi di prodotto, di competere con la Francia, ma il ritardo accumulato in termini di azioni collettive è gravissimo e l’enorme differenza di plv (produzione lorda vendibile) del comparto dei due Paesi, ne è la prova a parità di volumi.

Si parla di cambio epocale per il settore: «Nel 2012-2013 è iniziata - dichiara Giampietro Comolli - in modo difficile da capire per i commerciali, una rivoluzione del target di riferimento e dei bisogni della domanda. Come economisti abbiamo segnalato la cosa: crescono le donne consumatrici (in linea con più consumi di rosati, meno alcol e tannini, ricerca morbidezza non dovuta a glicerina ma a fattori naturali purché non mielosi e per un prodotto omnia res). Calano i consumatori “over” perché alla ricerca di salutismo con più tempo libero e una diffusa insoddisfazione; aumentano i giovani consumatori perché più consapevoli e più alla ricerca di soddisfazione soggettiva e decretano la fine dei “consigli” di guide; calano i padri di famiglia anche relativamente giovani e i consumi in famiglia».

«Crescono i consumatori single - continua Comolli - di tutte le face e stili di vita, legati da autonomia e indipendenza assoluta; sono in calo le frenetiche passioni dei wine-lover, più accentuato sui vini generali rossi corposi e tannici (solo i collezionisti e i grandi luoghi cult della ristorazione mondiale tengono il passo, i volumi e il prezzo al consumo) ma inizia a mostrarsi anche per le bollicine. Un effetto consequenziale, lo abbiamo constatato, è l’importanza del prezzo allo scaffale e al banco. È diventato il fattore determinante nella discontinuità dei consumi e del luogo-momento di consumo in Italia: la moda è in calo, la fascia giovane mantiene le posizioni, calano gli atti d’acquisto e le referenze di acquisto per le bottiglie sopra gli 8 euro sulle scaffale. Prezzo ideale (più ordinati) al ristorante: etichetta prossimale, conosciuta, nota per 15-18 euro».

Spumanti, sempre più bandiera tricolore all’estero
Vanno a gonfie vele i consumi di bollicine all’estero per il 14° anno consecutivo. Gli Usa sono il primo mercato per valore e volumi sia per il vino che per le bollicine. Una bottiglia di vino su 3 importata è tricolore. Nei primi 6 mesi del 2015 sono stati superati i 650 milioni di euro di valore (+19% rispetto al 2014) in confronto a un +13% dei volumi: Los Angeles, San Francisco, New York, Miami, Chicago, Tampa, nell’ordine, le città più innamorate del vino italiano. Il Regno Unito è il secondo mercato con 305 milioni di euro, con una crescita più contenuta al 7-8%, e un equilibrio fra volumi e valori. Usa e Regno Unito rappresentano quasi il 60% dell’export vino italiano in totale.

«La parità dollaro/euro, o quasi - afferma Comolli - a distanza di un anno ha favorito un ribasso dei prezzi di importazione, soprattutto per i vini italiani ed europei più costosi poiché l’incidenza è maggiore. Un hastag unico del vino italiano in Usa e Regno Unito, durante Expo, sarebbe stato di grande aiuto! Meglio che immagini virtuali». Leader delle bollicine resta incontrastato il Prosecco Docg-Doc che rappresenta il 68% del totale spumanti, mentre l’export Asti segna un ulteriore -18% nei primi 6 mesi.

La Germania conferma un ulteriore ribasso con consumi in calo dell’8,5% di vino italiano, mentre tutti positivi per le bollicine sono i mercati di Giappone (leader con +11% volumi e +8,5% in valore; per il Franciacorta primo mercato estero). A seguire un segnale interessante arriva da Svizzera e Canada con incrementi del 4-6% dei valori, a fronte di volumi leggermente superiori rispetto ai primi mesi del 2014. Il risveglio è lento in Russia, mentre la Cina è ferma. Molto bene i segnali del primo semestre 2015 dai paesi nord-est Europa ed Estremo Oriente. Ma Giampietro Comolli consiglia di guardare ai piccoli paesi meno noti.

Fonte: Osservatorio Economico Vini

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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