Gallo Nero, crescita costante dal 2009 In prima linea per tutelare il territorio

15 febbraio 2017 | 09:41
di Alberto Lupini
Continuano le Anteprime Toscane, capaci di catturare l'interesse dei winelovers italiani e degli operatori del settore. Non stupisce che tra queste abbia avuto un ruolo di primo piano quella del Chianti Classico, che si è conclusa ieri, 14 febbraio. Davvero vasto il pubblico che ha varcato le soglie della Leopolda a Firenze, per degustare le etichette della Chianti Classico Collection, un repertorio di vini delle ultime annate presentato in anteprima, appunto, a pubblico e giornalisti.



Presente all'evento anche il direttore generale del Consorzio Vino Chianti Classico, Giuseppe Liberatore, entusiasta per l'affluenza e, chiaramente, per quello che è un nuovo inizio per il Gallo Nero, che è entrato ufficialmente da un anno nel suo quarto secolo, dopo aver festeggiato i 300 anni di storia. «Parlare di un quarto secolo già di per sé dà da pensare», così si è espresso il direttore Liberatore, fiero del passato e pronto ad affrontare il futuro della denominazione.

Una denominazione italiana che è tra le più famose al mondo, un vino tra i più blasonati e noti, che non vuole fermarsi al successo già ottenuto, ma proseguire in una direzione di innovazione e miglioramento: «Già alla fine dell'anno scorso - ha ricordato Liberatore - abbiamo lanciato nuovi progetti che ci vedranno protagonisti della scena vitivinicola nazionale e mondiale ancora per diversi decenni. Perché pensare di valorizzare il nostro territorio con il riconoscimento Unesco, con il distretto rurale, con accordi fatti e che faremo con altre denominazioni del mondo sono tutti segnali che mandiamo per far comprendere che il nostro è un modo di guardare che va sempre oltre e non vuole fermarsi».



Le ambizioni sono alte, ma conformi al successo che il Chianti Classico sta ottenendo, un successo già ravvisabile nelle vendite, che dal 2009 sono in costante crescita. «Una crescita tra le più lunghe degli ultimi decenni, e soprattutto costante, una crescita che ha permesso di recuperare tutto quello che era stato perso nel 2009, dopo la crisi finanziaria negli Stati Uniti, raddoppiando ad oggi, di fatto, il fatturato ancdato ai tempi perduto. Facendo due conti, infatti, negli ultimi 8 anni le vendite sono aumentate di circa il 50%».

Traducendo questa percentuale in numeri, «normalmente si producono 38 milioni di bottiglie, e ne vengono vendute altrettante». E non è solo la quantità di produzione a far pendere l'ago della bilancia verso un risultato positivo di vendita. Al contrario, «quest'anno - ha spiegato Liberatore - abbiamo avuto una diminuzione della produzione rispetto al 2015, del 6-7%: una situazione però, la nostra, capace di darci come prospettiva quella di una tenuta, se non addirittura di una crescita dei prezzi. Perché secondo me oggi abbiamo raggiunto una situazione ottimale tale da far mantenere alto il fatturato generale anche in queste circostanze, sia per chi produce che per chi imbottiglia».



Una produzione per la maggior parte destinata all'esportazione: si parla del 78% destinato all'export. Ma il direttore generale del Consorzio plaude soprattutto all'altra faccia della medaglia, ovvero il mercato nazionale: «Devo dire che mi fa piacere il recupero registrato sul mercato interno. Per l'Italia il Chianti Classico si era attestato al 18%, ora è tornato al 22%: un rinnovato interesse questo, da parte del mercato italiano, che è stato per diverso tempo una speranza, una scommessa, per la quale noi abbiamo continuato ad investire, anche nei momenti in cui le cose non andavano per il meglio. Questi dati finali danno ragione degli sforzi fatti».

Numeri che danno sicuramente valida motivazione al fatto che il Gallo Nero è l'unica denominazione italiana a far parte della Declaration to protect wine place & origin: un accordo internazionale tra le più grandi denominazioni atto a garantire la tutela dei nomi di origine dei vini.



«Questa associazione è nata nel 2007, e per noi è significativo essere l'unica denominazione italiana ad essere presente in questo consesso. Ci sono tutte le più importanti denominazioni europee, come Champagne, Bordeaux, Porto, ma soprattutto ci sono tante denominazioni americane, australiane, neozelandesi. Per tutte Napa, Sonoma o Barossa e Valley. Quello che ci unisce è proprio la difesa del concetto di zona di origine, riconoscere che esiste una zona che è marchio di quel territorio, di quella produzione dove vengono stabilite dagli stessi produttori delle regole che vengono rispettate. Èproprio in nome di questo accordo che viene ad esistere un marchio collettivo, non d'impresa ma concesso e riconosciuto a queste denominazioni».

Un sistema che, comprendendo Paesi al di fuori dell'Europa, valorizza quello che da noi è scontato, ma che, provenendo da fuori, è capace di dare un valore al significato più intrinseco e più autentico di territorio, per quanto riguarda, soprattutto, come in questo caso, il mondo del vino. «Con questo accordo si sancisce un riconoscimento reciproco di territorio, di origine, un concetto fondamentale, sul quale noi da sempre lavoriamo, in giro per il mondo. Non è tanto quanto vale il vino o la qualità del prodotto, quanto piuttosto la sua origine, da dove esso deriva».



Chiaro, in questo discorso, porsi una domanda: quali i rischi con l'amministrazione Trump? Giuseppe Liberatore non è impreparato, dimostra la cura e l'attenzione che il Consorzio ha anche di fronte a questi temi di così stringente attualità: «Le preoccupazioni ci sono: siamo in presenza di un'amministrazione che va verso un'economia protezionista. Mi auguro che non vengano inserite nuove tasse o tariffe doganali rispetto a quelle esistenti. Perché oggi già un prodotto che parte da qui, arriva oltre oceano con una maggiorazione di tre volte: aggiungere un'altra quota a questo prezzo già sopraelevato, sarebbe chiedere un impegno gravoso al consumatore». Proprio in questa prospettiva, l'associazione si è ritrovata all'Anteprima del Chianti Classico e, come ha sottolineato il direttore del Consorzio, «cercheremo di organizzare una protezione insieme».

Per informazioni: www.chianticlassico.com

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