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La duttilità del formaggio Piave Dop Tocco di qualità su una pizza gourmet

Vincenzo D’Antonio
di Vincenzo D’Antonio
31 ottobre 2017 | 11:18

Il formaggio Piave Dop da latte vaccino è una delle specialità più apprezzate e premiate, in Italia e nel mondo. Arriva da Belluno, da un territorio glorioso e generoso, vero segreto del prodotto finale.

Pianure, montagne, cirri, confluenze iperboliche. Valligiani ma ancor più, fortissimo e saldo il legame territoriale, montanari: gente valorosa e laboriosa i bellunesi. Siamo tra i posti più belli del Creato: il Bellunese con il diadema delle Dolomiti. Atmosfere magiche: fatati i suoni, struggenti i colori. Fluisce, a dettare solchi orografici e pagine di storia recente, maestoso e placido nel contempo, il glorioso fiume Piave la cui sorgente è alle pendici del Monte Peralba, nella parte più settentrionale del Bellunese.

(La duttilità del formaggio Piave Dop Tocco di qualità su una pizza gourmet)

Lodevole l’opera del Consorzio, costituitosi appena sette anni fa, essendo recente (anno 2010) il conseguimento della Dop. Il Consorzio è magistralmente diretto da Chiara Brandalise ed egregiamente presiededuto da Germano De Bortoli. Quattro le tipologie del Piave Dop, in funzione delle differenti stagionature. Il Piave Fresco ha una stagionatura che va dai 20 ai 60 giorni. Il Piave Mezzano, dai due ai sei mesi. Oltre i sei mesi, ma inferiore all’anno la stagionatura del Piave Vecchio. E poi la chicca, di recente immissione sul mercato, il Piave Vecchio Selezione Oro, con stagionatura che eccede l’anno.

Variegate e duttili, in funzione della stagionatura, le occasioni di consumo. Di grande arguzia, di sicura efficacia, il Consorzio, insito il suo obiettivo di promuovere e valorizzare il Piave Dop, ha approccio glocal. Sì, approccio glocal. Ovvero, ad invarianza di prodotto, che si fa attuando rigorosamente il disciplinare e quindi esclusivamente in provincia di Belluno ed utilizzando solo latte bellunese (lato local), vi è duttilità di interpretazioni, di preparazioni, e, di conseguenza, di occasioni di consumo (lato global). Prova di ciò, golosa e ghiotta esperienza di recente vissuta, le interpretazioni campane del Piave, rese possibili dalla virtuosa cooperazione tra il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che ha funto da hosting mettendo a disposizione la sua prestigiosa sede annessa al Palazzo Reale di Caserta, ed il Consorzio Piave Dop che, “in trasferta”, insieme con la visita guidata al Palazzo Reale ha poi deliziato i gourmet, lodevoli i cimenti dei cuochi e del pizzaiolo, con le suddette interpretazioni.

(La duttilità del formaggio Piave Dop Tocco di qualità su una pizza gourmet)

E si comincia con il cuoco Giuseppe Daddio che il Piave Selezione Oro Dop lo serve al taglio e poi lo adopera con la Ricotta di Bufala Campana Dop e le nocciole; ne sortiscono deliziosi Baci salati. In postazione, il Maestro Pizzaiolo Franco Pepe riesce a declinare le stagionature del Piave Dop facendo una pizza capolavoro. Quanta maestria nell’architettare le modalità di uso dei tre Piave Dop.

Il cimento dei primi piatti, ardimentoso e tale da richiedere bravura tecnica e guizzo creativo, è affidato a Peppe Daddio e a Rosanna Marziale. Risotto con Piave Dop Mezzano, vino rosso e scalogno la creatura di Peppe Daddio e Pasta con Piave Dop ed uva fragola Rosanna Marziale. L’individuazione del Piave Dop come topping di pizza è innesco di volano virtuoso. Pizze ancora più saporite, per come l’interpretazione di Franco Pepe ha brillantemente dimostrato, e ciò a beneficio dei milioni di clienti che ogni sera, in Italia, nella scelta mostrano di preferire la serata in pizzeria: pizzeria che esiti pizze di qualità, ovviamente. 8 milioni di pizze al dì.

(La duttilità del formaggio Piave Dop Tocco di qualità su una pizza gourmet)

Dunque, una pizza su mille, scenario del domani, ha nel topping 30 grammi di Piave Dop. Ne conseguono, scenario del domani, 240 kg incrementali di Piave Dop al giorno. Evidenti, lo si ribadisce, i benefici per tutti gli attori, clienti gourmet inclusi, ovviamente. L’imminente anno nuovo evoca, le lenti della storia inforcando, la famosa leggenda del Piave: cento anni fa. Tragici momenti bellici alle spalle, il tormentato secolo breve alle spalle, celebrare pace (ricorrono anche i 70 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione) anche mediante momenti gaudiosi non solo si può, nel senso che è lecito, ma probabilmente è anche doveroso per quanto si tratta di riaffermare il diritto alla sana convivialità.

Per informazioni: www.formaggiopiave.it

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