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Le pere non si trovano e costano di più. Colpa di meteo, cimice asiatica e alternaria

05 novembre 2021 | 05:00

Lautunno è ormai entrato nel suo picco e lo si vede anche nel mercato ortofrutticolo dove sono le referenze di stagione a farla da padrona: dalle zucche ai cavolfiori, dalle castagne ai kiwi, dai broccoli ai melograni e via discorrendo. Nell’elenco, però, scarseggiano le pere che sono diventate a tutti gli effetti dei piccoli tesori: sia a livello quantitativo che di prezzo.

Le pere Opera Le pere non si trovano e costano di più. Colpa di meteo, cimice asiatica e alternaria

Le pere Opera

 

Consorzio Opera la Pera, in 5 anni più benefici per i produttori

Lo sa bene il Consorzio Opera la Pera nato nel 2015 con l’obiettivo di aggregare i produttori di pere dell’Emilia-Romagna (cercando di raggruppare sotto un unico cappello le aree produttive del Modenese, del Ferrarese e del Ravennate) e promuovere la propria marca di pere (con investimenti in comunicazione pari a 15 milioni di euro negli ultimi 5 anni) come prodotto 100% italiano, di alta qualità e che garantisce una maggiore resa all’agricoltore. «Dopo la nascita del consorzio, dal punto di vista economico c’è stato un passo in avanti per i produttori associati che hanno visto crescere del +15% l’indice di prezzo del prodotto», racconta Thierry Babbini, direttore del consorzio. Ad oggi il consorzio somma 5mila ettari coltivati e 700 frutticoltori coinvolti che, in un'annata normale, producono circa 750mila pere.

 

2021 anno nero per le pere...

Guadagni che rischiano di fare dei passi indietro dopo un 2021 che tutti i produttori sono concordi nel definire l’annus horribilis per la pera. I motivi? Essenzialmente tre: meteo sfavorevole, cimice asiatica e il dilagare dell’alternaria (fungo nocivo). «Quest’anno la campagna è stata disastrosa - afferma diretto Babbini - Ad aprile una forte gelata ha fatto cadere i fiori delle piante in una notte tagliando le gambe alla produzione. Negli ultimi sei anni in media il consorzio ha raccolto 167mila tonnellata. Durante l’attuale campagna ci siamo fermati 45.700 tonnellate; un quarto di quello a cui eravamo abituati. Quest’anno solo 25mila tonnellate di prodotto arriveranno sugli scaffali della grande distribuzione».

 

 

... e i prezzi aumentano

E per le pere che dall’albero concludono il proprio ciclo vitale prima nel reparto dei freschi e poi sulle tavole degli italiani si sta già verificando un’impennata dei prezzi al consumo. «Il consorzio tutela prima di tutto i propri soci, quindi è naturale che sia allineato a un ritocco al rialzo del prezzo del prodotto. Ma voglio sottolineare un dato importante: i prezzi salgono ma non compenseranno mai la perdita a livello di volume patita dai produttori. Se, in media, negli ultimi sei anni la resa per ettaro era di 26 tonnellate di pere, quest’anno siamo a 9. Il gap è incolmabile rispetto al passato. E va a sommarsi alle prestazioni modeste già verificatesi nel 2019», sottolinea Babbini. Il risultato è che sui mercati all’ingrosso le quotazioni della pera sono salite con punte del +40-50%.

Una cassetta di pere Opera Le pere non si trovano e costano di più. Colpa di meteo, cimice asiatica e alternaria

Una cassetta di pere Opera

 

Ricerca e sviluppo unica strada per evitare che la situazione si ripeta

Stante il fatto che il risultato del 2021 è da associarsi a una condizione meteo straordinaria (ma comunque dipendente dal cambiamento climatico globale), per evitare che alla prossima stagione si ripetano le stesse situazioni l’unica strada è quella della ricerca e dello sviluppo: «Sulla cimice stanno lavorando diversi territori e consorzi. L’idea è quella di inserire nell’ecosistema un predatore naturale dell’insetto: l’ape samurai. Alternativamente, c’è la possibilità di proteggere le colture con reti e simili, ma su ampi appezzamenti i costi lievitano. Per quanto riguarda l’alternaria, invece, una soluzione scientifica ad oggi non c’è ma attraverso il lavoro sul campo stanno emergendo delle pratiche che si possono subito mettere in atto relative all’irrigazione, all’arieggiamento del terreno, all’analisi della maturazione del frutto, ecc», conclude Bibbiani.

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