C’è un luogo, nelle colline marchigiane sospese tra mare e Appennino, dove il vento porta con sé la memoria di campi antichi e la promessa di un futuro possibile. Qui nasce il Molino Paolo Mariani, una storia di famiglia che da oltre quattro generazioni trasforma il grano in cultura, in ricerca, in identità. Ogni varietà viene accolta, osservata, accompagnata nella sua crescita, perché la farina non è solo materia prima ma voce di un territorio.

La biodiversità di Mazì: oltre 2.000 varietà di grano da tutto il mondo
Ricerca e campi sperimentali del Molino Paolo Mariani
Questa visione ha portato il Molino a distinguersi per un approccio unico: la creazione di campi sperimentali dove molte varietà vengono seminate, studiate e valutate per almeno tre anni, fino a selezionare quelle capaci di esprimere al meglio la ricchezza delle Marche. È un lavoro di pazienza e di rispetto, che intreccia saperi agronomici, competenza molitoria e sensibilità artigianale. Da questa ricerca nasce Mazì.
Le origini del progetto Mazì
Mazì è un racconto che nasce lontano, nei campi di ricerca agronomica di Aleppo, grazie a un progetto sperimentale firmato dal centro Icarda. Un ricercatore italiano, viaggiando tra Yemen, Siria, Eritrea, Marocco, Giordania e altri Paesi, ha raccolto varietà locali di grano capaci di adattarsi spontaneamente ai territori, libere dall’uso di fitofarmaci e, soprattutto, dalle logiche imposte dalle multinazionali. È così che prende forma un miscuglio evolutivo ricchissimo di biodiversità, un patrimonio che custodisce aromi intensi e profumi unici, arricchiti da polifenoli e flavonoidi.

La farina Mazì, tipo 2, ideale per pane, pizza e focacce
Quando Danny Mariani, quarta generazione alla guida del Molino Paolo Mariani, ha incontrato questa selezione straordinaria, ha deciso di portarla a Barbara, nelle Marche, e di metterla alla prova nei campi sperimentali dell’azienda agricola di famiglia. Dai primi due ettari coltivati, il successo di Mazì ha spinto a dedicarne oggi quaranta, in un percorso che unisce etica e innovazione. Da quei campi non nasce soltanto una farina dal carattere inconfondibile, ma anche una birra artigianale: un omaggio liquido alla biodiversità, che restituisce al palato la stessa complessità e profondità che il grano regala ai pani e ai lievitati degli artigiani.
La farina Mazì: un patrimonio di biodiversità
Mazì, che in greco significa insieme, è il risultato dell’incontro di oltre 2.000 varietà di grano provenienti da ogni parte del mondo, che sono state scelte per essere seminate contemporaneamente e che, nel tempo, si sono adattate spontaneamente al microclima marchigiano. Un patrimonio di biodiversità senza pari, che si riflette in aromi intensi e in una personalità eclettica.

Il pane fatto con la farina Mazì
Questa farina di tipo 2 è pensata per impasti a breve lievitazione (12 ore) ed è ideale per pane a lievito naturale, pizza e focacce. La sua composizione arricchisce i prodotti da forno di profumi e sfumature uniche, valorizzando il lavoro degli artigiani che scelgono di interpretarla.
La birra Mazì: il grano che diventa bionda artigianale
La stessa ricchezza genetica diventa protagonista della birra Mazì, una bionda a bassa fermentazione che sprigiona inconfondibili sentori di crosta di pane, omaggio diretto alla biodiversità dei grani da cui è brassata. Il suo profilo rotondo ed equilibrato, unito a un basso grado alcolico (4,8%), regala un sorso avvolgente e sorprendentemente intenso, armonico nella struttura e generoso nella bevibilità.

La birra Mazì, bionda a bassa fermentazione con sentori di crosta di pane
Mazì: un progetto culturale tra natura e artigianato
Mazì non è solo farina o birra, è un progetto culturale: un invito a custodire la biodiversità, a esaltare l’identità agricola delle Marche e a tracciare una strada nuova, dove natura e artigianato dialogano per costruire i sapori del futuro.
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