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salsiccia

La Luganega di Monza sogna l’Europa: parte la corsa verso l’Igp

Arianna Monticelli
di Arianna Monticelli
16 ottobre 2025 | 10:39

Raffinata, dolce, elegante, con l'aggiunta di brodo e Grana, preparata quotidianamente e lavorata a lungo, con gesti lenti e sapienti: è Sua Maestà, la Luganega di Monza. Così è stata appena celebrata, con tanto di corona regale, in un appuntamento il cui titolo - “Il gusto della tradizione, tra passato, presente e futuro” - racconta l’orgoglio di un territorio per il suo prodotto d’eccellenza, ma anche la capacità e la lungimiranza di fare rete per promuoverlo sempre di più. Lo hanno fatto per primi i produttori, diventando associazione tre anni fa e tralasciando di essere, di fatto, concorrenti - l’uno a pochi chilometri dall’altro - per formare invece una squadra affiatata che ha macinato oltre 100 eventi per promuovere la Luganega in ogni dove.

La Luganega di Monza sogna l’Europa: parte la corsa verso l’Igp

La Luganega nella sua presentazione regale

Oggi, solo la Reggia di Monza e il suo Teatrino di Corte appena restaurato potevano accoglierla per celebrarla e riunire tutti gli attori di quello che è un cammino di promozione che non vuole affatto arrestarsi. Il sogno - annunciato proprio in questa occasione da Alessandro Corbetta, consigliere di Regione Lombardia - è che il recentissimo riconoscimento di Pat lombardo, Prodotto agricolo territoriale, arrivato a primavera 2025, sia solo la tappa di un viaggio ben più lungo. Corbetta, accanto a produttori e istituzioni, ha annunciato l’avvio di uno studio che ha l’obiettivo di arrivare in Europa e alla certificazioneLuganega di Monza Igp”, Indicazione geografica protetta. Aurelio Sala, presidente dell’Associazione produttori, ha rilanciato annunciando anche una Festa della Luganega in Brianza per il 2026.

Dalle origini alla rinascita di un simbolo brianzolo

La Luganega non è solo una salsiccia, ma un viaggio nella Brianza più antica e vera. Racconta dei tagli più nobili della carne di suino, narra di famiglie depositarie di sapienti lavorazioni. Bisogna fare un salto al 1555 per scoprirne le prime tracce. Nel 1839 venne citata nel vocabolario milanese-italiano; poi la consacrazione avvenne più di recente, nel volume Vecchia Brianza in cucina di Ottorina Perna Bozzi, alla fine degli anni Sessanta. Sia chiaro: non si tratta affatto di un prodotto d’altri tempi, ma di una modernissima proposta, forte della sua storia e di un prodotto particolarmente versatile in cucina. Oggi l’Associazione dei produttori conta una decina di rappresentanti della tradizione identitaria, che prosegue però di generazione in generazione, con la capacità di rinnovarsi. E questo è, senza dubbio, un valore aggiunto.

I produttori custodi del saper fare

«È l’eredità dei cervelé, coloro che lavoravano solo la carne di maiale e i suoi prodotti, come gli insaccati - spiega il produttore Ambrogio Fossati, che ricorda come solo le parti più nobili di coscia e spalla di maiale vengano utilizzate. Si pensa sia grassa, perché chiara, ma il colore è generato dal Grana e dalla lunga lavorazione che la rende omogenea. È il gusto del saper fare che si tramanda». L’importanza di saper tramandare è innegabile.

La Luganega di Monza sogna l’Europa: parte la corsa verso l’Igp

I produttori della Luganega

Ogni produttore imprime il proprio carattere al prodotto che realizza. Sono poi i più giovani, i figli, a svolgere un importante ruolo di divulgazione e marketing. Un tandem che funziona. Micol Bianchi, studentessa di un master executive in alta formazione, sulla Luganega di Monza ci ha scritto una tesi, con l’elaborazione di una strategia di comunicazione per una brand identity che non teme di parlare persino di mercato estero. E in effetti, anno dopo anno, i produttori sono diventati veri e propri ambasciatori della Luganega di Monza.

Dalla tavola alle nuove sfide gastronomiche

Il loro lavoro ha moltiplicato gli estimatori del prodotto, con il coinvolgimento di enti locali, associazioni di categoria e il mondo della formazione scolastica, anche per parlare di nuove prospettive. Sono nate importanti collaborazioni con la ristorazione d’eccellenza del territorio che, certo, utilizza la Luganega per il risotto alla monzese, ma sperimenta nuove proposte gourmet. Una su tutte: l’hot dog brianzolo, dove il pane diviene scrigno della regina Luganega, né cruda né cotta, appena tiepida e “scioglievolmente” abbracciata alla mollica. I produttori hanno fatto rete con ristoratori che hanno saputo comprendere il valore di un prodotto unicoTra gli estimatori c’è chef Vincenzo Butticé, patron del ristorante "Il Moro" di Monza con il fratello Salvatore e la sorella Antonella.

La Luganega di Monza sogna l’Europa: parte la corsa verso l’Igp

Lo chef Vincenzo Butticé insieme alla sua brigata

Docente dell’Istituto professionale Olivetti, coinvolto nel percorso di promozione, ha celebrato “Sua Maestà” in Reggia con uno showcooking che ha proposto il piatto storico - il risotto, rigorosamente bianco - ma che ha lanciato anche la sua versatilità, con sushi di Luganega e una versione sulla pizza. Presenti anche i produttori del Consorzio Terre Lariane Igt, con il presidente Marco Casati e la consigliera Claudia Costa. Dalla Brianza lecchese a quella monzese, in nome di prodotti di grande eccellenza che sanno promuoversi a vicenda con la giusta intraprendenza.

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