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dalla sicilia

Alla scoperta del buccellato, il dolce di Natale che sembra un centro tavola

Arianna Monticelli
di Arianna Monticelli
13 dicembre 2025 | 17:14

Sontuoso, opulento, irresistibilmente godurioso, come nella tradizione dei grandi dolci siciliani. Il buccellato arriva e spadroneggia sulla tavola nel periodo di Natale, con la sua carica di energia e un profumo seducente. Quella sorta di coroncina di pasta frolla che sembra esplodere di fichi secchi, mandorle, uva passa, scorze d’arancia, cedro e limone, cioccolato, miele, a volte persino vino cotto e altri ingredienti - che si differenziano in base alla zona di preparazione - è un tripudio di sicilianità. Il nome deriva dal latino buccellatum, a ricordare la sua forma circolare, a corona. Un termine che richiama anche il gesto di ridurre a bocconi il pane per mangiarlo: insomma, evocativo della conviviale bellezza dello sbocconcellare durante le feste.

Alla scoperta del buccellato, il dolce di Natale che sembra un centro tavola

Il buccellato, tripudio di Sicilia

Decorazioni, simboli e nomi

La superficie è ricca quanto il contenuto avvolto dalla frolla e viene decorata con zucchero a velo, granella di pistacchio, ciliegie e cedri canditi. Un tocco simbolico in più sono i diavulicchi, le palline di zucchero coloratissime: cospargere il buccellato con questi zuccherini è un rito nel rito, amatissimo dai bambini. Chiamato anche cucciddatt o cudduredda - parola di origine greca che significa coroncina - il buccellato, insomma, riempie tavole e vetrine addobbate a festa. È così scenografico da diventare anche un goloso centro-tavola e, certamente, un dono graditissimo, simbolo di eternità e rinascita.

Storia, influenze e riconoscimenti

Il buccellato subì nei secoli l’influenza della dominazione arabo-normanna in Sicilia, anche se il dolce, secondo alcuni, compare per la prima volta con una menzione ufficiale in un antico documento datato 1485. Talmente antico, il dolce accoglie diverse influenze e contaminazioni inevitabili, per arrivare a diffondersi, di conseguenza, anche altrove. Esiste un buccellato lucchese, che è una sorta di pan dolce. Il dolce a ciambella viene realizzato anche in altre parti d'Italia, come in Molise e in Liguria, pur con nette differenze. Ma la produzione resta tipicamente siciliana, riconosciuta dall'Assessorato regionale delle politiche agricole e protetta dal relativo Ministero come Prodotto agroalimentare tradizionale italiano (Pat).

Alla scoperta del buccellato, il dolce di Natale che sembra un centro tavola

Esistono diverse preparazioni del buccellato

E qui, gli ingredienti sono i prodotti tipici dell'isola, dalle mandorle ai pistacchi sino ai canditi, a regalare una qualità altissima. Nella forma più classica è una ciambella carica di sorprese per il palato, ma lo si trova non di rado come biscotto.

Tradizione familiare e feste locali

Sull'isola ogni famiglia ne custodisce una propria ricetta, tramandata di generazione in generazione. Prepararlo - e regalarlo - è condividere una ritualità sin dai giorni che precedono le feste, a partire da inizio dicembre. Ogni casa siciliana aggiunge un tocco personale: più spezie, più frutta o un diverso tipo di vino, una decorazione particolare. Ovunque il profumo invade le cucine e annuncia l’arrivo del Natale, diffondendo memoria e identità.

Alla scoperta del buccellato, il dolce di Natale che sembra un centro tavola

Il lungomare di Casteldaccia (Pa), dove ogni anno si festeggia la Sagra del buccellato

A Casteldaccia, cittadina palermitana, il buccellato è protagonista di una Sagra, proprio a dicembre (il 14 nel 2025), da quando la versione locale è diventata De.Co., prodotto di Denominazione comunale di origine. Il disciplinare del luogo menziona una pasta frolla con sugna e due distinte versioni: con le mandorle e con i fichi.

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