Con l'arrivo della bella stagione gli italiani tornano a consumare gelato con regolarità: un'abitudine che non soddisfa solo il palato, ma suscita emozioni piacevoli quali gioia e allegria, e spesso un ritorno all'infanzia. Ma si pensa anche a come dovrà evolversi il gelato del futuro, con proposte a volte estreme e comunque sempre più personalizzate secondo il gusto del consumatore. È quanto pensa il 73,7% degli intervistati pensando a un buon gelato, e il 72,1% è comunque soddisfatto del prodotto. È quanto emerge dall'ultima indagine condotta da Astra Ricerche per conto dell'Igi - Istituto del gelato italiano, nato nel 1991 con l'obiettivo di tutelare e diffondere la cultura del gelato industriale italiano. Dal 1993, l'Igi adotta un Codice di autodisciplina produttiva, che stabilisce regole precise e garantisce standard qualitativi elevati nella produzione.

Crescita a tutto gusto: il gelato confezionato conquista sempre più italiani
Dati di consumo e mercato del gelato confezionato
I dati del rapporto sono stati illustrati a Roma, nello spazio Monk, da Cosimo Finzi, direttore di Astra, da Giovanna Rufo, esperta di tecnologia degli alimenti, e da Michelangelo Giampietro e Roberta Russo, rispettivamente presidente e responsabile della Comunicazione dell'Istituto del Gelato Italiano. Aumenta, senza differenze da Nord a Sud Italia, il consumo del gelato confezionato.

L'anno scorso sono state consumate 166.377 tonnellate di gelato confezionato
Lo scorso anno ne sono state consumate 166.377 tonnellate per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro, con un quantitativo pro-capite di circa 2 kg e si prevedono numeri in aumento anche per il consumo a casa, oltre che nei bar e nei locali. Non è mancato un focus sui dati economici del settore e sulle fake news più diffuse sul gelato confezionato rispetto a quello artigianale.
Gelato confezionato: preferenze, innovazione e sostenibilità
La ricerca, effettuata su un campione di 1013 italiani tra i 18 e i 65 anni, conferma una passione che non ha età ma rivela anche sorprese come la proposta per varianti inedite, come quello in polvere da reidratare, salato o da aperitivo col sapore di cocktails come Martini o Negroni, e alcuni vorrebbero quelli che non si sciolgano fuori dal frigo.
Emergono anche proposte estreme, come quella di un prodotto che cambia colore secondo il momento, adatto a un momento di gioia o consolatorio per la tristezza. E perché non creare con la stampa 3D forme personalizzate? La Generazione Z, tuttavia, concorda sulla sostenibilità: il 61% auspica l'uso di ingredienti biologici e il 68,85% vorrebbe che le materie prime come il latte provenissero da allevamenti certificati e sostenibili, e che gli imballaggi fossero biodegradabili.
Valore simbolico e sensoriale del gelato
«Il settore è vivace - ha detto Cosimo Finzi - ma alcuni fattori saranno determinanti per sostenere la crescita, come un racconto più forte e chiaro sulle caratteristiche positive del gelato, contro i falsi miti sugli aspetti salutistici e di qualità del prodotto industriale. Un effetto positivo sui consumi verrà da ulteriori innovazioni in termini di gusti e formati per soddisfare la voglia di 'nuovo' del consumatore e la spinta verso la destagionalizzazione». Infatti, nell'immaginario comune, il gelato è ancora associato alla vacanza: lo dimostrano i dati, per cui esso evoca nel 54% degli italiani sensazioni legate all'estate e al caldo, nel 33% momenti di spensieratezza, mentre al 25% degli intervistati fa pensare al mare.

Per il 54% degli italiani il gelato evoca sensazioni legate all'estate
Per il 60,4% è un prodotto intramontabile e un'eccellenza tutta italiana. Inoltre, è una passione cresciuta negli ultimi 5 anni, con il 23,2% degli intervistati che dice di aver aumentato il consumo del confezionato, con picchi del 36% per gli uomini tra i 18 e i 34 anni. Se durante il Covid il consumo fuori casa ha avuto una battuta d'arresto, è cresciuto quello in casa e l'abitudine è rimasta per il 70,8%, soprattutto tra donne over 45, appartenenti al cluster “fun del gelato come coccola”. Tra i preferiti il gelato in vaschetta (71%), col biscotto (63%), le torte gelato (58%), i gelati sullo stecco (in formato normale 56%, in formato mini 51%), il cono in formato mini (45%) e le barrette gelato (45%). Fuori casa si privilegiano invece il cono formato normale (60%) e il gelato in coppetta (55%).
Valori nutrizionali e primati italiani
«Il gelato è un alimento buono e sano - dice Michelangelo Giampietro - perché non ha bisogno di additivi né di conservanti: basta il freddo. Contiene tutti i nutrienti: acqua, zuccheri semplici, lattosio e saccarosio a rapido assorbimento e quindi fonte di energia, proteine, grassi, vitamine e sali minerali, a fronte di un contenuto apporto di calorie e di grassi. È un alimento prezioso per tutti: bambini, anziani e donne in gravidanza». La nostra produzione di gelati industriali è prima in Europa per valore e al terzo posto in volume, dopo Germania e Francia, confermando i meriti che ci dà la storia. È infatti Firenze a rivendicare l'invenzione del gelato 'moderno'.

Roberta Russo, Cosimo Finzi, Giovanna Rufo e Michelangelo Giampietro
Alla corte di Cosimo de' Medici, nel '600, in occasione di un banchetto per l'arrivo di un'ambasceria spagnola, fu servito un “gelato cremoso” grazie a un rudimentale attrezzo rotante in grado di gelare e mantecare latte, zabaione, vino e frutta. Il primo caffè-gelateria della storia fu invece aperto a Parigi nel 1686 dal palermitano Francesco Procopio dei Coltelli e, alla fine del XVIII secolo, un altro italiano, Filippo Lenzi, aprì la prima gelateria in America. Dal carrettino alla grande tradizione del gelato confezionato, ad assumere il ruolo di protagonista è il brand Casa Algida (dal latino “freddo, gelido”). Nasce il 29 marzo 1947 a via del Pigneto 12, Roma, dall'idea dell'ingegnere jugoslavo Alfred Wiesner, che comincia a farlo con due macchine lasciate dagli alleati americani alla fine della guerra, nel '46. A lui si uniscono poi Alija Artman, Giorgio Praeger, Italo Barbiani ed Emanuele Guadagnini.
I primi gelati prodotti industrialmente furono quelli da passeggio, “su stecco”: il primo fu infatti il Cremino, un gelato al latte ricoperto di cioccolato, tuttora amatissimo. Seguirono le Bomboniere, ma senza i camion refrigerati e la consegna e distribuzione avveniva in loco, prima dell'arrivo della catena del freddo e delle celle frigorifere. Per la forte richiesta l'azienda, nel 1953, si sposta in una strada di Napoli e poi nel 1975 a Caivano (NA). Oggi lo stabilimento è all'avanguardia per la ricerca e conta 16 linee di produzione per 335 tipologie di prodotto.