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Milano Beer Week ai blocchi di partenza Tutte le novità della seconda edizione

di Marta Scarlatti
24 agosto 2015 | 15:31

Ormai di festival birrari in Italia se ne contano a dozzine, e stiamo escludendo tutte le simil sagre estive dove la birra, quasi sempre definita come “artigianale” visto che va tanto di moda, è storicamente parte integrante. Alcuni di questi festival sono davvero imperdibili per ogni appassionato, molti sono certamente interessanti e alcuni lasciano il tempo che trovano. Ma tutti hanno in comune alcuni elementi: una location unica, un drappello più o meno numeroso, più o meno prestigioso, di birrifici, l’ingresso a pagamento con bicchiere in omaggio e le birre pagate in gettoni da cambiare preventivamente alla cassa.



La Milano Beer Week è differente. All’esordio lo scorso anno ha rappresentato un elemento di novità sulla scena italiana. L’ideatore, il giornalista Maurizio Maestrelli, ormai firma storica del settore, non ha fatto mistero di aver preso spunto dalle diffuse “beer week” che si tengono annualmente in diverse città degli Stati Uniti. In buona sostanza si tratta di una settimana di appuntamenti birrari, ma non solo, organizzati in diverse location di una città. In Italia Milano è stata la prima.

«Uno degli aspetti principali della Milano Beer Week - ha confessato Maestrelli - consiste nel voler valorizzare i locali che meglio celebrano la birra sotto i più diversi aspetti: varietà di tipologie, spillatura a regola d’arte, conoscenza dei prodotti. Ma c’è anche un altro aspetto a cui teniamo particolarmente ed è il fatto che i locali del circuito Milano Beer Week sono diversi tra di loro. Al fianco di pub storici come lo Scott Duff o Pazzeria, microbirrifici che hanno fatto la storia della birra artigianale italiana, come il Lambrate, ristoranti birrari come La Ratera e insegne più recenti ma già blasonate come Sloan Square e Lambiczoon, abbiamo scelto ristoranti tradizionali e ristoranti d’hotel per dimostrare che le buone birre non conoscono ostacoli. Possono essere apprezzate in ambienti diversi e da persone differenti».

Il tentativo di sdoganare la bevanda alcolica che, almeno in Italia, è ancora per antonomasia appartenenza della gioventù e dei ritrovi informali è evidente. L’anno scorso i primi risultati si sono visti, con il ristorante dell’Hilton Milano che ha dovuto riordinare le birre andate esaurite più rapidamente del previsto, quest’anno si potrebbe pure fare un passo in avanti…

«I locali sono aumentati - prosegue Maestrelli - e abbiamo alcune interessanti novità. Il calendario degli eventi è in fase di definizione. Come al solito sono previste degustazioni guidate condotte dai maggiori esperti, incontri con birrai italiani e stranieri (ormai possiamo dirlo, sarà in città per la Milano Beer Week Jean Van Roy, titolare e birraio del leggendario birrificio Cantillon di Bruxelles), tasting di diverse annate di birre prestigiose e difficili da trovare in Italia, menu in abbinamento e cotte dimostrative pubbliche. Ma la birra, per la Milano Beer Week, è allo stesso tempo “cuore e contorno”; durante la settimana nei locali saranno organizzate presentazioni di libri, concerti live e serate di cabaret perché la Milano Beer Week vuole essere un’occasione per avvicinare quanta più gente possibile all’affascinante universo delle birre, a prescindere da quanto ne sappiano di birra. Insomma, tutti sono benvenuti!».

Con la settimana ormai alle porte, il consiglio che vi possiamo dare è quello di tenere d’occhio il sito della Milano Beer Week e i vari social che fanno riferimento all’organizzazione. Alcuni degli eventi in cartellone potrebbero quasi sicuramente aver bisogno della prenotazione, considerato il prestigio dei protagonisti, birre o birrai che siano.

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