La campagna #NoTripAdvisor promossa da Italia a Tavola cresce sempre di più e supera addirittura i confini nazionali, arrivando in Slovacchia. A unirsi a noi e a tutti i ristoratori e le associazioni di categoria nella lotta alle false recensioni è il “Massimo Ristorante” di Bratislava. Il proprietario e chef Massimo Attanasio è un’altra vittima della totale mancanza di controlli di TripAdvisor. Se poi si aggiunge il fatto che non esistono criteri che giustifichino la cancellazione di alcune recensioni (a dire di TripAdvisor fatte da familiari e quindi poco oggettive) e la pubblicazione invece di altre palesemente infondate, allora l’ira dei ristoratori è più che giustificata.

«Quella della vetrofania #NoTripAdvisor - dichiara Massimo Attanasio, proprietario e chef del “Massimo ristorante” - è stata proprio una bella idea! Ho subito provveduto ad affiggerlo sulle vetrate del mio locale. La mia struttura si trova in Slovacchia, precisamente a Bratislava e, come tanti altri onesti ristoratori hanno fatto prima di me, ho riscontrato il frequente problema delle false recensioni e della noncuranza da parte di TripAdvisor nel controllarle... non capisco perché non accettino la recensione fatta da un familiare ma allo stesso tempo accettino quella falsa di un estraneo! Che tipo di controllo viene effettuato da parte di questi signori? E ancora: come è possibile che un ristorante come il mio, con 100 recensioni di cui soltanto una decina sono completamente cattive, si trovi al 45° posto e una bettola che cucina per 3,50 euro il menu del giorno con sole 10 recensioni positive sia nei primi posti?»
«Credo sinceramente - continua Attanasio - che, al di là delle false recensioni e della mancanza assoluta di controllo, sarebbe necessaria una differenziazione dei locali in base al tipo e soprattutto al livello della cucina, così da evitare che il “kebabbaro” di periferia (con tutto il rispetto per quel tipo di cibo) si possa confrontare con il mio ristorante, nel quale utilizzo materie prime di elevatissima qualità e dal costo sensibilmente maggiore di un po’ di petto di pollo aromatizzato. Confido in una positiva riuscita di questa iniziativa, così da liberarci definitivamente di questo ricettacolo di debosciati falsi recensori e provetti gourmet che fino al giorno precedente mangiavano wurstel e patatine nel Mac all'angolo!».
Nel frattempo il portale di recensioni resta immobile, se non per dichiarare - senza però dimostrarlo - , come è successo poche settimane fa, che non ha niente a che vedere con delle presunte società come “Web Reputation by Mediafashion” e “SWM Servizi Web & Marketing”, specializzate ormai nella vendita di pacchetti di recensioni. Ma poi tutto torna come prima, il Gufo scompare e i ristoratori tornano a essere soli e impotenti di fronte a questa ingiustizia.
Ecco perché Italia a Tavola, diversi mesi fa, ha pensato di lanciare una campagna che unisca ristoratori, gestori di strutture ricettive e associazioni di categoria. L’obiettivo è di ristabilire la democrazia e il diritto alla tutela, che lo stesso Tar del Lazio ha negato cancellando la maxi-multa che l’Antitrust aveva emesso nei confronti di TripAdvisor colpevole di avere diffuso informazioni ingannevoli senza effettuare i dovuti controlli.
Classifiche truccate, commenti fasulli ed estorsione illecita di denaro continueranno a diffondersi sul web fino a che le autorità non interverranno in maniera definitiva. Il sistema delle recensioni online va regolamentato, affinché finiscano i tempi in cui su TripAdvisor compaiono addirittura profili di ristoranti inesistenti, come nel caso del ristorante inventato di Moniga o dell’hotel fantasma di Chiavari. La speranza è che la campagna #NoTripAdvisor (per aderire basta CLICCARE QUI e compilare il form; invia poi foto e video all’indirizzo notripadvisor@italiaatavola.net per testimoniare la tua presa di posizione) possa coinvolgere sempre più ristoratori per creare un gruppo solido e motivato che insieme possa combattere questo sistema.