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#NoTripAdvisor anche in Brasile Fabrizio Abbate: Provo tanta pena!

La campagna ideata da Italia a Tavola contro le false recensioni online è arrivata fino in Brasile, dove lo chef del ristorante Don Fabrizio lamenta la falsità di certi commenti e l’assenza di controlli da parte del Gufo. Senza che si arrivi a un’azione legale, lo chef invita ristoratori e albergatori a opporsi a questo sistema

24 aprile 2016 | 10:03
#NoTripAdvisor anche in Brasile 
Fabrizio Abbate: Provo tanta pena!

Un sistema fuori controllo; questo è TripAdvisor, che continua a offrire un servizio di recensioni al pubblico, senza però che ne sia comprovata la veridicità. A lamentare la totale mancanza di controlli da parte del portale americano questa volta è uno chef italiano che da anni ha aperto il suo ristorante in Brasile; si tratta di Fabrizio Abbate (nella foto) del ristorante Don Fabrizio, ad Arraial d’Ajuda, nello stato brasiliano di Bahia, sulla costa Do Descobrimento, che ha scelto di esporre nel suo locale la vetrofania della campagna #NoTripAdvisor di Italia a Tavola.



«Personalmente credo che tanto potremmo fare proprio noi chef, ristoratori, albergatori senza aspettare una azione legale internazionale - dichiara Fabrizio Abbate - perché questo sito di recensioni vere o false, giuste o non giuste, non ha nessun motivo di esistere e di funzionare come se fosse una cosa seria e professionale che non è. Provo molta pena, si pena è la parola giusta, per quei signori che danno tanta enfasi a questi “diplomi”, che riescono anche a fare dei quadri e appenderli all’ingresso delle proprie aziende, o addirittura accompagnare qualsiasi opera di promozione col il logo di questo Gufo maledetto come fosse cosa di cui vantarsi, quasi imitando un’irraggiungibile guida Michelin , o Gambero Rosso».

«Stiamo proprio andando indietro e cadendo sempre più in basso come popolo del mondo, non si cerca più la cultura e la professionalità, ma piuttosto l’apparire a qualsiasi prezzo, anche se il prezzo è stare nella lista di un site che “non esiste”, fatto da fantasmi e dove buona parte dei critici- recensori sono persone che in molti casi non hanno mai mangiato in ristoranti veri, come quella persona che dopo aver chiesto un carpaccio di carne nel mio ristorante ha scritto: “Mi è stato portato un piatto di carne cruda!”. Sì, sento tanta pena, irreversibile sincera pena!».

Lo chef del Don Fabrizio è solo uno tra i numerosi chef che hanno richiesto la vetrofania #NoTripAdvisor, nella speranza che si possa mettere fine all’anonimato sul web e alla diffamazione ingiustificata di molti ristoratori e albergatori onesti. Le “prove” contro TripAdvisor sono indiscutibili. Non si può non considerare la pubblicazione di profili di locali inesistenti, come nei casi di Moniga del Garda e e Chiavari, o la dichiarazione da parte Gufo di non poter controllare tutte le recensioni che vengono pubblicate, per non parlare delle società di ottimizzazione che vendono pacchetti di recensioni fasulle in cambio di denaro.

È ora di mettere un punto a questo sistema di informazione distorta, che lo ricordiamo, è riuscito inspiegabilmente a raggirare la maxi multa emessa dall’Antitrust. Nel frattempo la campagna #NoTripAdvisor continua; per aderire basta CLICCARE QUI e compilare il form; invia poi foto e video all’indirizzo notripadvisor@italiaatavola.net per testimoniare la tua presa di posizione.

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