In molte piazze italiane, da nord a sud, i lavoratori dipendenti dei settori della ristorazione e del turismo si sono riuniti per protestare contro il mancato rinnovo del contratto. La protesta, che è arrivata anche in rete con l'hashtag #FuoriServizio, è stata organizzata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti. Baristi, camerieri, cuochi, addetti mense, receptionist, impiegati di agenzie di viaggio, e non solo, lamentano regole incerte, salari bloccati, e condizioni di lavoro sempre più difficli.

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Dall'inizio delle trattative per il rinnovo del contratto nel 2012 ad oggi è stata rinnovata solo la parte che riguarda albergatori e campeggiatori. Il rinnovo sottoscritto con Federalberghi-Faita infatti ha previso un adeguamento dei tratta,menti economici, con un aumento a regime di 88 euro mensili. Gli altri lavoratori di comparti simili invece stanno ancora aspettando delle novità, e il rischio è che si arrivino ad applicare diversi trattamenti per lavoratori di comparti simili.
Il contratto con albergatori e campeggiatori riguarda 28mila persone, «ma ne restano fuori oltre un milione se si considera anche il fattore degli stagionali, coloro che vengono contrattualizzati solo per il periodo estivo o per l'alta stagione turistica», spiega Cristian Sesena della Filcams Cgil, come riporta La Repubblica. La protesta di oggi 6 maggio nasce «come la risposta all'assenza totale delle nostre controparti, visto che non si riesce ad avere un tavolo ormai da mesi».
«Noi ormai abbiamo accettato lo stato di fatto - continua Senesa - sappiamo che sarà difficile ricomporre il fronte a un solo contratto per i lavoratori di questi settori. Ma abbiamo il dovere di omogeneizzare i trattamenti, in coerenza con il rinnovo sottoscritto con Federalberghi-Faita. Invece, su tutti i fronti riceviamo la stessa richiesta: vogliono che il rinnovo del contratto venga finanziato dai lavoratori, che dovrebbero cedere pezzi della normativa quali straordinari, flessibilità oraria, turni notturni. Siamo arrivati a sentirci domandare l'abolizione della quattordicesima».