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«Fonte di salute ed eredità culturale» Un oncologo spiega la Dieta mediterranea

Marco Di Giovanni
di Marco Di Giovanni
26 giugno 2016 | 17:51

Quando si parla di salute a tavola, diventa un must prendere almeno spunto dai “precetti” della dieta mediterranea. Occhi puntati su questo modello alimentare da parte di esperti, medici e cuochi, questo stile di vita tipico del bacino del Mediterraneo è stato al centro del convegno Euro-Toques, svoltosi di recente a Paestum (Sa). Proprio qui è intervenuto il professor Gerardo Siano (nella foto), chirurgo oncologo di professione, da anni grande esperto dei benefici di questo regime alimentare sull'essere umano.

Gerardo SianoGerardo Siano

Professor Siano, in cosa consiste sul piano alimentare la dieta mediterranea?
Si tratta di un brand che, specialmente dopo Expo, ha avuto una notevole diffusione a livello mondiale, un indirizzo chiave per un corretto stile di vita e un'alimentazione equilibrata. La sua forza sta nel prediligere cibo di origine vegetale piuttosto che animale. Ortaggi quindi, cereali - integrali, non raffinati - legumi, frutta e verdura, anche erbe aromatiche e spezie, poco sale. L'olio extravergine d'oliva è da preferirsi come condimento, meglio crudo: bisogna tenere infatti conto che tutti i cibi vegetali sono più efficaci nel proteggere le nostre cellula quando consumati crudi, non cotti, specialmente se con temperature molto elevate. Sono quindi da proscrivere le appetitose bistecche alla brace e le fritture.

Perché escludere i cibi di origine animale?
I grassi e le proteine animali fanno ingrassare e sono nocivi per la salute, sono infatti cancerogeni e contribuiscono all'aumento di colesterolo nelle arterie, il che comporta un maggiore rischio di malattie cardio-cerebrovascolari. Questo perché il loro consumo è correlato ad un aumento di insulina nel sangue, e dell'indice glicemico. Stesse conseguenze per farine raffinate doppio zero, zuccheri raffinati, sale e latte.



Lei ha partecipato anche al congresso di Euro-Toques, dove la dieta mediterranea è stata protagonista indiscussa… Quali conclusioni ha tratto?
Io sono intervenuto sottolineando il pessimo “sfruttamento” che si fa oggi del brand “dieta mediterranea”: le industrie agroalimentari e farmaceutiche se ne sono impossessate per rendere più commerciabili i loro prodotti. Spesso trascurata invece sotto il profilo della salute, la dieta mediterranea ha trovato a Paestum una grande rivalorizzazione. Qui al cuoco è stato affibiato il ruolo di sensibilizzatore, vista anche la grande copertura mediatica a cui è soggetto: egli ha davvero il potere e il dovere di portare formazione ed educazione nelle cucine italiane. Anche per quanto riguarda i ristoranti, da adesso è possibile cambiare le cose: i menu sono spesso troppo ricchi di salumi, formaggi, grassi animali, dolci e farina doppio zero, quando più posto dovrebbe essere dato a cereali, frutta e verdura di stagione, legumi, spezie e olio evo.

Tra le iniziative emerse al congresso, un posto di rilievo è stato occupato dall'educazione alimentare nelle scuole. Il suo parere?
È un'idea che io già da anni propongo alle istituzioni. L'educazione alimentare è fondamentale, specialmente nelle scuole, dove crescono le nostre generazioni future: basti pensare al rapporto diretto e quotidiano che c'è tra noi, il cibo, e, di conseguenza, l'ambiente. Sensibilizzare quindi i più giovani ad un'alimentazione corretta e a prendere coscienza dell'importanza oggigiorno dell'ecosostenibilità, un dovere fondamentale per il futuro del nostro pianeta . La dieta mediterranea in quanto tale, non è solo cibo, è molto di più: storia e tradizione, un'eredità che sopravvive nei gusti e nelle emozioni della gente.

A questo proposito, come considera la possibilità di una sinergia tra cuochi e medici per formare l'Italia intorno alla dieta mediterranea?
Sono certo che sarebbe un binomio vincente, sul quale dobbiamo insistere. L'ideale sarebbe lavorare insieme, quando possibile: ad esempio uno chef che prepara una nuova ricetta, potrebbe chiedere consiglio al medico, il quale ne valuterebbe sia le qualità organolettiche che salutistiche.

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