Contraffazione, cooperazione internazionale, sostenibilità e web trasparency. La tutela e valorizzazione dei prodotti Dop e Igp deve fondarsi su questi quattro principi per attenersi alle leggi del mercato attuale. Questo è quanto stabilito dalla Dichiarazione di Bergamo firmata da organizzazioni internazionali.
La firma sul testo condiviso è stata apposta questa mattina a Bergamo - dove si svolgerà sabato e domenica il G7 dell’agricoltura - da oltre 40 associazioni che operano nel settore enogastronomico e agricolo in tutto il mondo.

Nel pomeriggio invece l’incontro, organizzato da
Qualivita Foundation - si è aperto al pubblico all’interno della Sala Consiliare del Comune di Bergamo dove i quattro principi sono stati approfonditi dalle Istituzioni e dai rappresentanti di alcune delle organizzazioni firmatarie. Oltre ai quattro concetti il tema ripetuto in modo estenuante è stato quello della sostenibilità, sia ambientale che sociale ed economica dalla quale non si può prescindere.
Maurizio Martina
Da Roma ha inviato il proprio messaggio il ministro alle Politiche Agricole
Maurizio Martina: «Questa riflessione - ha detto - è importante perché fatta a livello internazionali. La Dichiarazione di Bergamo richiede impegno, i quattro punti ci riguardano e qui dico che li assumo già da ora come Ministero e come presidente di turno di questo G7. Credo che in materia di tutela lo scenario internazionale debba fare i conti con le terre di produzione dei prodotti Dop e Igp che hanno proprie peculiarità. Il tema della tutela dei prodotti a denominazione fa discutere, noi come Italia siamo tra quelli che vogliono far avanzare il comparto con condivisione e consapevolezza di quanta potenzialità ci sia in quegli stessi prodotti. Il passaggio di Bergamo di queste ore potrà aiutare tutti a fare un passo in avanti. Da Bergamo passa una traiettoria decisa per lo sviluppo di Dop e Igp».
Andrea Olivero
Deciso il messaggio di Martina che ha “tirato la volata” al commento del viceministro
Andrea Olivero, presente a Bergamo, su un fatto cruciale della discussione: proteggere sì i prodotti a denominazione ma diffonderli sul mercato globale. «Il nostro - ha detto il viceministro - non vuole essere protezionismo ma un contributo per dare giusto valore alle qualità dei prodotti. Il punto di forza deve essere il nesso tra il territorio e prodotto da cui nasce perché è lì che maturano cultura ed esperienza. Come Stati bisogna tutelare in modo preciso e puntuale i territori e il patrimonio che conservano il quale, altrimenti, rischia di essere depauperato. Il ruolo delle Istituzioni è quello di garantire controllo su eventuali imitazioni e certificare i prodotti veri. Stiamo lavorando a fondo in questo senso e assicuro a tutti che il Governo italiano farà propria questa dichiarazione e la porterà sui tavoli di confronto».
Nicola Cesare Baldrighi
Nicola Cesare Baldrighi, presidente dell’
Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, ha spinto sul tema della diffusione: «Nel documento - ha spiegato - ci sono tutti i contenuti tecnici per lo sviluppo delle indicazioni ma ritengo decisivi altri due aspetti. Da una parte la sostenibilità a tutto tondo sollevata da altri colleghi al tavolo; dall’altra c’è la necessità di diffondere i prodotti a denominazione e non solo di difenderli altrimenti non si valorizzano a dovere».
Gianni Fava
A sollevare per primo, in ordine di tempo nel corso del convegno, il tema della diffusione è stato l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia
Gianni Fava: «In tempi di mercato globale - ha precisato - bisogna uscire dal concetto per il quale il prodotto Dop o Igp debba essere un prodotto quasi di nicchia da mantenere sul territorio. Questo tipo di prodotto va diffuso e promosso, ma soprattutto deve distinguersi in modo tale che il consumatore riesca ad identificarlo in modo semplice e veloce. Come Regione Lombardia siamo convinti a proseguire nelle politiche di sostegno per le realtà impegnate nella produzione di prodotti Dop e Igp, questo è il nostro compito dato che non possiamo dettare le regole del mercato».
Simona Caselli
Un altro aspetto sollevato con insistenza è quello relativo alle ricadute che un prodotto a denominazione ha sul territorio. «L’Emilia Romagna, regione ricchissima di Dop e Igp - ha detto
Simona Caselli, assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna - si è sempre rialzata dai momenti di difficoltà - più o meno recenti - affidandosi ai suoi prodotti esclusivi dando lavoro a tante persone e creando ricchezza attorno a Dop e Igp ed è per questo che la tutela e valorizzazione dei prodotti locali è un tema centrale per la politica, l’economia e la società attuale». Riccardo Ricci Curbastro di Federdoc si è soffermato invece sul ruolo del web «che diventa determinante per permettere ai prodotti locali di affacciarsi al mondo globale a patto che si intraprendono, come stiamo facendo, politiche di monitoraggio dell’e-commerce al fine di combattere la contraffazione».
Giorgio Gori
A fare gli onori di casa il sindaco di Bergamo
Giorgio Gori che si è detto «orgoglioso di ospitare nella sua città un incontro determinante per il futuro dell’agricoltura e quindi del Paese intero». Al suo fianco il presidente della Provincia
Matteo Rossi che ha auspicato «un lavoro sempre più volto alla condivisione e al coinvolgimento dell’intera filiera attiva sul singolo territorio la quale dà vita a prodotti locali protetti».