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Moda e cibo insieme per le Marche Fiorella Ciaboco sostiene i terremotati

Carla Latini
di Carla Latini
17 febbraio 2017 | 10:32

La Sartoria di Fiorella nasce a Jesi (An). Abiti su misura, laboratorio creativo, alta moda. Poi, lo scorso anno, Fiorella Ciaboco vola a Milano, mai dimenticando il suo primo amore. Sotto piazza Gae Aulenti, in via De Cristoforis 5, c’è il suo elegante e nuovo atelier frequentato da amanti del bon vivre da ogni parte del mondo. Fiorella ha sempre pensato, ormai da 15 anni, che il fashion debba camminare accanto al food.

Silvano Buccolini, Fiorella Ciaboco, Vincenzo Gagliardini - Moda e cibo insieme per le Marche  Fiorella Ciaboco sostiene i terremotati
Silvano Buccolini (di Si.Ge), Fiorella Ciaboco, Vincenzo Gagliardini

Dopo le prime scosse di terremoto nel centro Italia mi chiama agitata: «Voglio fare qualcosa! Voglio aiutare chi si trova in difficoltà». L’idea di difendiAmoilMadeinMarche nasce e si sviluppa grazie alla sua caparbietà. Inizia un passaparola spontaneo e lei “dona” 40 metri quadrati del suo atelier all’esposizione, degustazione e vendita di prodotti provenienti dalle zone terremotate e non. Intelligente coinvolgere anche i “non terremotati”, molto sensibili al destino avverso capitato ai colleghi. Lo studio Capolinea “regala” il logo a forma di cuore, Fiorella investe di suo e divulga nella Milano che conta le sue molteplici iniziative in atelier. Alcuni artigiani riescono a salire dalle Marche. Come il salumificio Sa.Mo di Matelica (Mc) che fa conoscere e assaggiare il suo ciauscolo.

Sale lo zuccherificio Lalli di Serra dei Conti con gli zuccheri aromatizzati e un celebre bar in corso Como lo sceglie per le sue creazioni. Come per magia i marchigiani che entrano in atelier hanno opportunità e occasioni ghiotte. Si.Gi di Macerata, già ben inserito in città, fa da catalizzatore per altri come l’Anisetta Rosati di Ascoli Piceno e la Dolciaria Marche di Monsano.

Moda e cibo insieme per le Marche  Fiorella Ciaboco sostiene i terremotati

Tutto questo la Ciaboco lo racconta, il 15 febbraio scorso, ad una conferenza stampa nella sua Jesi, circondata dagli artigiani che hanno sposato con entusiasmo l’iniziativa. Accanto a lei Stefania Di Battista, lo “scatolificio” che ha donato le scatole. Diversi i vignaioli fra cui, in prima linea perché è stato il primo, Montecappone di Jesi insieme alla Cantina Maraviglia di Matelica. All’appello mancavano Marco Carteghini di Montecassiano che produce tagliatelle con la cannabis e la dolciaria Fronzi di Pieve Torina. Assenti giustificati. Ai presenti Fiorella espone con rabbia. «Sono rabbiosa!» dice più volte, il suo disappunto nei confronti delle istituzioni e delle associazioni di categoria. Soprattutto nei confronti del loro silenzio. «Ma noi facciamo da soli!» esclama Vincenzo Gagliardini della Sa.Mo. E così non c’è sfilata di moda o meeting che non abbia accanto salumi, vini e dolci marchigiani.

A primavera Fiorella vuole organizzare, e ce la farà, un concerto in piazza Gae Aulenti con artisti marchigiani e artigiani marchigiani. «Ho sempre la mia frusta in borsa!» dice. E tira fuori un bellissimo e “usato” metro da sarta. Se volete saperne di più box@sartoriafiorella.com. difendiaAmoilMadeinMarche ha bisogno di volontari nell’atelier di Milano. Pronti ad affettare salami.

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