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Meno carne sulle tavole degli italiani Ultimo paese in Europa per consumi

di Andrea Radic
29 marzo 2017 | 18:22

L'Osservatorio nazionale sui consumi delle carni di Agriumbria ha anticipato alcuni dati di una ricerca che sarà presentata nel corso della fiera a Bastia Umbra (Pg) in programma il prossimo 31 marzo. La novità è che sulle tavole degli italiani arriva meno carne e allo stesso tempo cresce la domanda di qualità. Dal punto di vista della tipologia la preferita è di maiale, cui segue quella bovina e infine la avicola. Altro dato che si conferma, come in altre ricerche, anche in questa è la grande attenzione dei consumatori per la salute e i corretti stili di alimentazione.

Meno carne sulle tavole degli italiani Ultimo paese in Europa per consumi

L'Italia è il paese europeo dove si consuma meno carne con un consumo medio anno pro-capite di 79 kg, cui seguono i francesi con 85,8, i tedeschi con 86, gli spagnoli con 99,5 e portoghesi che salgono a 101, i più carnivori sono i danesi che ne consumano 109,8 chilogrammi a tesa all'anno.

Da notare che, secondo i dati di febbraio, anche a causa dell'inflazione di gennaio, gli acquisti degli italiani sono aumentati del 14% per la carne bovina, del 10% per i salumi e dell'8% per il maiale. Frutta e verdura hanno superato la carne nel paniere della spesa mensile di una famiglia italiana, che spende per quest'ultima 97 euro al mese contro i 98,55 per verdura e frutta che incidono sul totale della spesa per il 22%.

Il 2016 comunque ha visto ancora una flessione del 5% dei consumi domestici di carni bovine, dopo che anche il 2015 si era chiuso con -6%. I consumatori di carne sono calati del 7%, con oltre 16 milioni che nell'ultimo anno ne hanno ridotto gli acquisti. Quanto alle scelte, la più consumata in Italia resta la carne di maiale (37 kg a testa all'anno), seguita da quella bovina (21 kg) e dall'avicola (19 kg), in ogni caso, sempre come dato medio, arrivano sulla tavola degli italiani non più di 85 grammi di carne al giorno.

L'attenzione all'alimentazione corretta è una delle cause del crollo degli acquisti di wurstel (-16,4%) e della carne in scatola (-9,9%), mentre l'attenzione ai costi a portato il prosciutto crudo a perdere il 2,4 %. In leggera crescita sono, anche qui per via dei costi, le carni fresche di coniglio (+3%) e quelle di pollame (+1,1%). I consumi in decrescita si riflettono anche sul mercato e sulla produzione, dal 2010 hanno chiuso oltre 12 mila stalle da carne per effetto delle importazioni dall'estero, da dove arriva il 33% della carne consumata in Italia, ovvero quasi il 40% della carne bovina e il 35% di quella di maiale.

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