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La tinca al forno con polenta Nuovo marchio DeCo a Clusane

Renato Andreolassi
di Renato Andreolassi
02 luglio 2017 | 17:41

Un piatto di lago, tipicamente estivo - ma si gusta con piacere anche d'inverno - che da quest'anno si fregia del riconoscimento e del marchio della ''Deco'' la denominazione comunale è Tinca al forno con polenta di Clusane, sponda bresciana del lago d'Iseo. Gli 11 ristoratori e operatori turistici hanno vinto la loro lunga battaglia con l'approvazione della delibera da parte del consiglio comunale di Iseo.

La tinca al forno con polenta di Clusane Riceve il marchio della De.Co.

Un riconoscimento fortemente voluto dal consorzio guidato dal presidente Davide Gatti e dal suo vice Mattia Marini. A loro e soprattutto all'infaticabile e onnipresente Luigino Manessi va il merito di aver rilanciato il piatto della tradizione culinaria lacustre al centro della gran festa con un banchetto, bagnato, sul lago al quale hanno partecipato 500 persone. Un fortissimo temporale ha purtroppo guastato la festa ma non la cena che si è tenuta all'interno dei ristoranti e delle trattorie della frazione iseana.

La tinca al forno con polenta di Clusane Riceve il marchio della De.Co.

Regina della serata, ovviamente, la tinca uscita dai forni in pirofile. Gagliardo il ripieno che, come vuole il disciplinare, deve avere come ingredienti base: pane grattugiato, Grana Padano Dop, cannella, pene nero, noce moscata e un'abbondante quantità di burro. Ad ogni ristoratore poi il compito di rendere più o meno saporita e delicata la ricetta. D'obbligo la polenta di farina di mais abbinata con il Franciacorta che nasce proprio alle spalle di Clusane.

Al porto, rifatto e pedonalizzato,gli ardui commenti notturni. E alla la tinca sarà anche dedicata tutta una settimana dal 17 al 23 luglio nell'ambito delle manifestazioni turistiche estive. Va anche detto che il pesce dalla carne biancastra cucinato nel basso sebino proviene in gran quantità da altri laghi italiani.

La tinca al forno con polenta di Clusane Riceve il marchio della De.Co.

«Qui - ricordano i pescatori - non ve ne sono a sufficienza, anzi scarseggiano». Ecco la richiesta dei ristoratori con in testa la storica famiglia Bosio: «Visto che proprio a Clusane - dicono - è partito l'incubatoio provinciale vedremo se insieme a lucci e coregoni si potranno far nascere anche le tinche». È la sfida del futuro.

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