Con l’inaugurazione, lunedì a Milano, del Salone del Mobile, sarà possibile degustare al ristorante Tre Cristi Il cibo non mente, un menu che, oltre ad essere una proposta culinaria, è anche un progetto artistico.
Il profilo dello chef del locale,
Franco Aliberti, sarà riproposto su un piatto, disegnato e realizzato per l’occasione da
Laura Zeni in 20 pezzi unici. Il duo creativo ha scelto il Krion, un materiale caldo al tatto e simile alla pietra naturale. Composto da due terzi di minerali naturali e da una piccola percentuale di resine ad alta resistenza, 100% biologico e interamente riciclabile, si tratta di un materiale che può essere rilavorato e riutilizzato all’infinito, in perfetto equilibrio con la filosofia di Franco Aliberti.
Franco Aliberti
Un percorso che debutta durante il Salone del Mobile e che sarà presente al ristorante
Tre Cristi Milano con diversi sviluppi: «Il piatto con il mio profilo non vuole essere autocelebrativo - assicura lo chef - bensì uno spunto, una riflessione a mangiare facendo sempre più attenzione a come il nostro cervello recepisce l’assunzione del cibo».
La riflessione culturale dello chef prende le mosse dall'alchimia che si crea a livello cerebrale tra il cibo, il suo profumo e il suo gusto, e le memorie che si attivano nella nostra testa quando lo degustiamo. E quale piatto universalmente riconosciuto come tipico italiano, se non gli Spaghetti al pomodoro, poteva inserirsi in questo contesto multisensoriale? Ecco allora che Franco Aliberti mette in scena una composizione in cui, dalla bocca, parte un filamento dello spaghetto che conduce a un cervello fatto di spaghetti al pomodoro. Proprio questo piatto simbolico della nostra alimentazione ha il potere di evocare ricordi personali in ognuno di noi radicati fin nell'infanzia.
Franco Aliberti e Laura Zeni
In corrispondenza dell'amigdala, l'archivio della nostra memoria emozionale, nel piatto lo chef ha posto un pezzetto di pane al pomodoro per simulare la scarpetta che facevamo da piccoli. Fin dal primo assaggio, Il cibo non mente sprigiona tutta la sua traccia di gusti primari genuini. Nello spirito dei due ideatori, Il cibo non mente racchiude un messaggio culturale trasversale: in tutti i campi, e quindi anche nell'arte culinaria, non c'è evoluzione senza la conoscenza del passato e la tensione verso la semplicità. Una sintonia magica con il credo dello chef incentrato sull'essenzialità.
Per la prima volta Laura Zeni trasforma il profilo di uno chef in un piatto: «Perché il piatto non è solo vezzo e decorazione, ma messaggio di presa di coscienza di sostenibilità e di cultura durante il consumo del cibo ed espressione di una particolare attenzione a quello che decidiamo di introdurre nel nostro corpo», racconta Laura Zeni.
Foto: Paolo Picciotto
Per informazioni:
www.trecristimilano.com