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Aziende e comunicazione La sfida della presenza sul web

23 maggio 2019 | 12:04

I professionisti della comunicazione digitale sono riuniti a Milano per il #SMMdayIT, il Digital Communication Strategy + Social Marketing Days Italia, una tre giorni dedicata alla comunicazione digitale.

Un evento per spiegare come funziona il complesso mondo dei social e ribadire importanza e potenzialità della presenza delle aziende sul web. «Gli algoritmi che governano i social network sono sempre più oscuri - ha detto Andrea Albanese, organizzatore dell’evento - le persone si stanno allontanando dai social a causa di eventi come Cambridge analitica, o perché i contenuti sono violenti e poco sicuri. E la politica si intrufola ovunque. Gli utenti, ormai, preferiscono micro community: parlano a pochi amici anziché ad una piazza aperta. Oltretutto non capiscono perché se scrivono un messaggio pubblico, non tutti gli amici lo vedono».

(Aziende e comunicazione La sfida della presenza sul web)

L’87% degli italiani è ormai un “analfabeta funzionale”; così Albanese definisce coloro che si approcciano alla rete in maniera sempre meno attiva: «Le persone vogliono il link preciso al prodotto da acquistate e garanzie da altri che lo hanno sperimentato. Pagine Facebook e contenuti, ormai, sono mediamente noiose e inutili. Immagini e testo, ormai è noto, attirano e fanno fare clic, mentre i video attirano e annullano in un continuo loop passivo. L'uomo passa da strumento attivo a strumento passivo. La libertà, l'eguaglianza su web sono un miraggio: senza il denaro da investire nell'advertising, non si va da nessuna parte». Da qui la “bocciatura” di Facebook, “sempre più vecchio” e rimpiazzato soprattutto tra i giovanissimi da Tik Tok.

Ora i social di Zuckerberg (Facebook, Instagram, WhatsApp) puntano a integrarsi sempre più, concentrandosi sull'e-commerce, mentre Instagram sta sperimentando il checkout per gli acquisti. Anche Whatsapp è pronto per i pagamenti diretti, e si appresta a diventare un competitor di wechat. Infine Linkedin, che si sta dimostrando una miniera d'oro per il B2B e per alcuni B2C, mentre Twitter è ormai l'unico social indipendente, ma non sembra avere un piano di sviluppo e rischia di implodere.

Sono una quarantina i relatori di rilievo nazionale che stanno intervenendo in questi tre giorni di convegno per portare le loro esperienze: tra loro, anche il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, Massimo Sebastiani (caporedattore centrale dell'Agenzia Ansa), Sergio De Luca (direttore della Comunicazione e immagine Confcommercio Imprese per l’Italia), Paola Pernigotti (direttrice della Comunicazione globale e Marketing di Alcatel-Lucent Enterprise) e Filippo Poletti (Coordinatore della Comunicazione digitale di Fiera Milano Media).

Tanti i casi di cui si è parlato nella giornata di ieri: «Un tempo - ha detto Sergio De Luca - per parlare alla politica era sufficiente trovare la persona giusta, apparire sui giornali. Un deputato o un senatore, di qualsiasi partito, leggeva quotidianamente il Corriere della Sera. Oggi, ad esempio, solo 11% dei deputati di M5S lo fa. Per parlare con loro si deve scrivere sui social».

Per raccontare l'evoluzione dell’agenzia Ansa Massimo Sebastiani ha raccontato un aneddoto: «Quando morì Totò, nel 1967, fu un avvenimento epocale: i cronisti si alternavano al telefono per dare notizie a flusso continuo perché lo schema classico di una notizia dettata ogni una-due ore non era sufficiente. Venticinque anni dopo, nel 1992, nasceva il primo sms. E nel 1996, Ansa inizia a inviare le notizie con i messaggini: eravamo, ancora una volta, evoluti. Ma con un passaggio ulteriore: così facendo, la nostra comunicazione è passata da B2B - cioè tra professionisti - a B2C - cioè da professionista a lettore. La caratteristica dell'attenzione alla pluralità e l'affidabilità rimangono, variano i media. E il report di Reuters lo certifica, con il balzo di Ansa al terzo posto del loro digital report. Per l'esordio sui social ha permesso di arrivare a 1,5 di mln di like mantenendo la nostra classica affidabilità e imparzialità, al punto che proprio FB ci ha cercato per organizzare assieme i confronti politici».

Esempi positivi e negativi, quelli raccontati nella giornata di ieri. Ma cosa muove tutto?, si è chiesto Albanese: «La generazione delle notifiche - ha provato a rispondere - la sfida digitale è prevalere con la propria notifica su quelle degli altri. L'engagement, però, è diverso dal fatturato. La popolarità e basta diventa vanità. Warren Buffet sostiene che 'L'investimento è razionale: se non lo conosci, non farlo'. Quindi: assieme alla visibilità, bisogno garantire il flusso economico. Una strategia di marketing sui social richiede l'utilizzo di tutti gli strumenti social a disposizione, lasciando spazio ai cambiamenti in corsa».

La competizione internazionale digitale ha spostato il terreno di confronto in un mondo dominato dalla tecnologia e dalle tecniche di comunicazione e marketing digitale. Facebook, Instagram, Whatsapp, Messenger, Twitter, Linkedin sono solo alcuni degli strumenti Social che si possono utilizzare per avere accesso a quasi 4 miliardi di persone. Tutte raggiungibili da qualsiasi Stato, da qualsiasi azienda che sia in grado di ideare e costruire una strategia di Comunicazione Digitale e di Social Marketing.

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