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Milano, guerra aperta alla plastica Sequestrati 8,7 milioni di sacchetti

Francesca Brunati
di Francesca Brunati
21 febbraio 2020 | 14:56

Otto milioni e 700 mila sacchetti di plastica non a norma sequestrati tra Milano e il suo hinterland e la Provincia di Monza e Brianza e 6 persone denunciate per frode in commercio e 2 per contraffazione. È questo il bilancio complessivo dell’attività degli ultimi due anni del Nucleo Antiabusivismo della Polizia Locale milanese impegnato ad azzerare il commercio illegale di shopper usati per la spesa nei supermercati e nei mercati rionali e che ha un giro di affari imponente.

Sequestrati a Milano 8,7 milioni di sacchetti di plastica - Milano, guerra aperta alla plastica Sequestrati 8,7 milioni di sacchetti

Sequestrati a Milano 8,7 milioni di sacchetti di plastica

Le indagini sulla guerra green ai sacchetti che inquinano anche l’ambiente perché privi dei requisiti di compostabilità, biodegradabilità e riutilizzabilità, sei sono basate sulla tracciabilità dei prodotti. Un metodo investigativo che ha raggiunto l'apice nel corso del 2018 con la scoperta e il sequestro al Mercato Ortofrutticolo all’ingrosso di via Lombroso, il più grande nel nostro Paese, di oltre 5 milioni di pezzi e messi in circolazione da una azienda gestita da due italiani. In più nell'ultimo biennio sono stati identificati e sanzionati diversi distributori di sacchetti e imballaggi in plastica non bio: tutti rifornivano gli operatori dei mercati settimanali del capoluogo lombardo e numerose attività commerciali gestite da cittadini originari di paesi extraeuropei. Ed è proprio con le ulteriori verifiche estese pure ai depositi in diversi comuni del Milanese e della Brianza che si è arrivati a rintracciare e eseguire i sequestri amministrativi e penali sacchetti per svariati milioni di unità, agli 8 indagati e a 17 verbali per la violazione del Codice dell’Ambiente con sanzioni per un totale di 130mila euro.

A ciò si aggiunge l’operazione che nei giorni scorsi che ha comportato il sequestro di 610mila pezzi e una sanzione di 18mila e 400 euro. Durante un controllo tra le bancarelle del mercato di via Marco Aurelio gli agenti hanno sorpreso un 24enne di origine marocchina vendere ai commercianti, senza per altro avere l’autorizzazione, i sacchetti fuori legge. Da lì l’ispezione del furgone che l’uomo utilizzava per il trasporto e la distribuzione del materiale: dentro è stata rinvenuta una prima tranche di circa 70mila borse senza etichettatura e loghi che ne indicassero requisiti di legge, denominazione e sede del produttore. Dopo di che, le successive verifiche all’interno di un box condominiale in zona Farini da tempo finito nel mirino degli agenti: lì sono state rinvenute altre 540mila borse in plastica delle quali un campione di otto tipologie di sacchetti è stata trasmessa a laboratori di Arpa per le opportune analisi e individuare la reale composizione.

L’attività del Nucleo, che per ciò nel 2018 è stato premiato nell’ambito della 25ª edizione di Comuni Ricicloni, non dà tregua alla caccia al sacchetto ‘selvaggio’ puntando ad interrompere la "filiera" di produzione e un giro di affari illecito, di sport fragili e senza la caratteristica della riutilizzabilità e dannose per l'ambiente e per gli imprenditori che operano nella legalità e nella trasparenza.

Basti pensare, a titolo di esempio, che in un'occasione un distributore, interrogato, aveva spiegato che la partita di sacchetti sequestrata gli era costata 30mila euro ma che gli avrebbe fatto incassare 150mila euro con ricarico, è stato calcolato, del 400% mentre il risparmio per il commerciante acquirente sarebbe stato del 15% al netto dell’Iva.

La commercializzazione dei sacchetti vietati (in Italia il 50% è illegale), prevede un quadro sanzionatorio assai rigoroso: si va da una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 2.500 a 25mila euro, aumentata fino al quadruplo del massimo (fino a 100mila euro) nel caso in cui la violazione del divieto riguardi o "ingenti quantità" di borse in plastica o l’utilizzo di diciture false oppure quando il loro valore economico è superiore al 10% del fatturato di colui che ha violato la legge.

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