Dopo un prima serata quasi da record di ascolti che ha decretato la prima (parziale) classifica, molto seguita anche la seconda serata con l'esibizione dei secondi dodici artisti in gara. Per la giuria i migliori sono stati Francesco Gabbani, Piero Pelù i Pinguini Tattici Nucleari. Noi concordiamo solo sul primo. È stata anche la serata della reunion ufficiale - in formazione a quattro - dei Ricchi e Poveri (una sorta di amarcord) e di altri ospiti come Zucchero e Gigi d'Alessio (grandi nomi ma tutti un po' datati), ma anche del duetto di Tiziano Ferro e Massimo Ranieri (che hanno «venire giù l'Ariston» con «Perdere l'amore»). Oltre alle riuscite incursioni di Fiorello (con una parodia della De Filippi) da notare l'aumento delle presenze femminili sul palco: con Amadeus, le giornaliste del Tg1 Emma D'Aquino e Laura Chimenti e una delle icone degli anni Ottanta, Sabrina Salerno.
Amadeus e Fiorello vestito da Maria De Filippi sul palco dell'Ariston
E dopo le nostre
prime pagelle ecco le nuove per la seconda serata:
Piero Pelù (Gigante): Dopo Rita Pavone un grande ritorno; Il diablo dei Litifiba! Ci aspettiamo rock e lui ci canta di “draghi e mostri”, “castelli volanti” e all’improvviso si mette a scimmiottare il pianto di un neonato. Canzone dedicata al suo nipotino di 3 anni, ma da lui ci aspettiamo tutt’altra musica, tutt’altro testo, tutt’altra intenzione. Non convince: 5 1/2
Elettra Lamborghini (Musica.. E il resto scompare): Difficile da valutare. Non facciamo gli ipocriti ma ci aspettavamo il twerking e lei con fare indifferente si gira, primo piano sul vero protagonista e… che twerking sia! Che dire? 10. Ah in tutto ciò ha anche cantato, ma nessuno se ne è accorto; canzone indecente 3. Ma non è il primo voto quello che conta... Non ha deluso le attese.
Enrico Nigiotti (Baciami Adesso): Redivivo dal bel Sanremo dell’anno scorso con Nonno Hollywood torna quest’anno con Baciami Adesso. Siamo lontani dal bel pezzo della precedente edizione e perciò viene da chiedersi se fosse il caso tornare in gara così presto con un pezzo cosi debole. Il ritornello ripetuto all’infinito potrebbe funzionare in radio ma la canzone è veramente debole di contenuti. Un passo indietro: 5
Levante (Tiki Bom Bom): Prima volta all’Ariston per la cantautrice siciliana e al contrario di quello che fa pensare il titolo la canzone non è per niente semplice, come spesso capita alle canzoni di Levante. Il canto non è perfetto ma la voce c’è, la canzone ha bisogno di fiducia e noi gliela diamo. 6+ ma in salita
Pinguini Tattici Nucleari (Ringo Starr): Non una delle loro migliori canzoni, sono sicuramente i concorrenti più fuori dagli schemi e indie, provano una canzone da Lo Stato Sociale senza snaturarsi troppo. Tuttavia la loro canzone ha solo due strade percorribili o diventa un tormentone o finirà nel dimenticatoio. Un 6 1/2 in bilico
Tosca (Ho amato tutto): Un tuffo nei Sanremo passati grazie allo scongelamento di Tosca, dopo quello di Pelù e quello della Pavone. La sua è una poesia di un altra epoca, col tubo catodico e il bianco e nero poteva essere da sette, ma nel 20 20 è da 6. Nostalgica
Gabbani (Viceversa): Un un po’ normalizzato rispetto a quello dei tempi di Amen e Occidentali’s Karma. Tira fuori dal dizionario del festival le due parole più usate in assoluto: cuore e amore. Ma il toscano non è mai smielato e non cade nel tranello della banalità.
7 1/2. Ci sei mancato
Paolo Jannacci (Voglio parlarti adesso): Seconda poesia della serata. Anche qui come Tosca canzone d’altri tempi. Non concorre per la vittoria né per il podio, ma se l’avessimo ascoltata ad un orario più umano magari l’avremmo anche apprezzata di più. Per ora un 6, in attesa di orari migliori
Rancore (Eden): Il testo di questo brano è davvero interessante e il ritornello funziona. Non è il classico rap, e segue la linea già segnata con Daniele Silvestri e Manuel Agnelli lo scorso anno. Sicuramente più pop che in passato. 7-
Junior Cally (No grazie): la sua partecipazione verrà ricordata più per le polemiche prefestival che per la canzone. Lui ci prova anche ma viene accolto e congedato freddamente dal pubblico. Forse perché è l’una passata e siamo stanchi, ritentare venerdì. 5 No grazie
Giordana Angi (Come mia madre): Diciamo che la canzone è il riassunto delle sue precedenti e che più o meno parla sempre delle stesse cose. Ha bisogno di evolversi ancora e seguire forse le orme di Elodie per trovare una sua collocazione. La sua voce è in bilico tra l’affascinante e il totale disastro. 5 Ridondante
Michele Zarrillo (Nell’estasi e nel fango): tredici volte a Sanremo, a Michè, ascolta noi: basta! Fai che sia l’ultimo. La voce lo abbandona, il falsetto sul ritornello è a tratti fastidioso come unghie su una lavagna. Ti ricorderemo per Cinque giorni e l’Elefante e la farfalla, questa preferiamo dimenticarla. 4,5. Incosciente