Nei famosi Vespri siciliani del 1282 la nobiltà, la borghesia, il popolo siciliani si ribellarono alla dominazione degli Angioini cacciando gli odiati francesi. Poi magari, incapaci di autogovernarsi, pregarono gli spagnoli Aragonesi a venire a regnarli, ma questa è un’altra storia. E sembrerebbe una specie di Vespri siciliani quello che sta avvenendo in Slow Food Sicilia in cui nel Comitato esecutivo regionale si sono dimessi quattro dei sette componenti: Mario Indovina di Palermo, Massimo Brucato di Agrigento, Lorenzo Lauria di Ragusa e Salvo Mangiapane di Cammarata (Ag). Si tratta di una dimissione quasi segreta, a quanto pare avvenuta il 7 febbraio, rimasta senza accoglimento ufficiale e risultata senza alcuna comunicazione da parte degli interessati. Addirittura, i dimissionari si rifiutano di dare spiegazioni finché il Comitato esecutivo nazionale non esamini il caso.

Saro Gugliotta. Fonte: Le Nebrodi News
Dimissioni “segrete” di quattro membriA questo punto ottenere spiegazioni e notizie diventa difficile. Bisogna interpretare parole dette e specialmente quelle non espresse. Qualcuno si è un poco sbilanciato affermando che queste dimissioni non entrino nel dettaglio ma esprimono divergenze con
Saro Gugliotta che guida il Comitato esecutivo regionale.
Non ci dovrebbe essere quindi espressa sfiducia nei riguardi di Gugliotta ma solo dimissioni anche se di una maggioranza del Comitato che non avrebbe approvato un
progetto da parte del presidente di dare visibilità ai
presìdi isolani con un
video televisivo da affidare ad una società che poi sarebbe stato trasmesso a tutte le tv locali.
Un polverone per nullaQuesto ci dice Gugliotta aggiungendo: «Questa vicenda, che non fa bene a Slow Food Sicilia, avrebbe dovuto restare riservata fintanto che il Nazionale avesse adottato le decisioni del caso. Invece una testata giornalistica senza sentire, come un buon giornalismo avrebbe dovuto, nessuno dei tre componenti del Cer rimasti in carica ha diffuso informazioni non veritiere. Non è vero che si è chiesta la
sfiducia del sottoscritto, non è vero che si prevede un commissariamento. La notizia vera è che il Cer rimane in carica fino alle prossime
elezioni di
aprile. Cui prodest questo polverone? A chi giova sottintendere un’implosione di Slow Food Sicilia? Le notizie emerse, decisamente pretestuose, riescono nell’intento di insinuare dubbi screditando il movimento dell’associazione nell’Isola».
Ad aprile le nuove elezioniFrancesco Sottile, docente universitario a
Palermo e componente del
Comitato nazionale dice solo che lo stesso possibilmente in settimana vorrà ascoltare i protagonisti, quindi oltre ai quattro dimissionari anche Saro Gugliotta, rappresentante legale e porta voce di Slow Food Sicilia nonché gli altri componenti
Carla Conti e
Stefania Mancini Alaimo, rimaste fedeli a Gugliotta.
Questo impasse scoppia a pochi mesi da aprile quando ci saranno le elezioni del nuovo Comitato regionale, nonché poi del futuro Comitato nazionale e di varie
Condotte siciliane.
Contestata la condotta di Saro GugliottaUna cosa è certa: da tempo a Gugliotta era contestata da alcune Condotte e da alcuni componenti del Comitato una
reggenza personalistica che scavalcava gli altri componenti, con l’attribuzione quindi di poteri non avallati statutariamente. Gugliotta, che non potrà più per statuto ricandidarsi al regionale, sempre secondo gli avversari starebbe da tempo preparando il terreno per fare eleggere a presidente un suo rappresentante ultra fedele in maniera tale da continuare a dirigere l’Isola da dietro le quinte.
Condotta di Bagheria: portiamo avanti la Sicilia buona, pulita e giustaAbbiamo chiesto un parere al fiduciario della neonata
Condotta di
Bagheria, che in pochissimo tempo si è rivelata la più attiva dell’Isola coinvolgendo Slow Food nella realizzazione ad ottobre del primo
Bio in Sicily, che nonostante il
Covid ha avuto grande successo e forte richiamo nell’ambiente dell’alimentazione sana.
Inoltre, la Condotta bagherese si sta adoperando attivamente per la nascita del Presidio del
limone verdello, della Comunità dello
sfincione bianco di Bagheria, della Comunità della
cipolla e di quella
dell’acciuga di
Aspra.
«Oggi bisogna dimostrare coraggio per interpretare il contingente momento storico, ridando linfa vitale e suscitando entusiasmo, scemato negli ultimi anni, per la realizzazione di un progetto che partendo da un ricambio generazionale non solo anagrafico ma di idee e progettualità riporti al centro del dibattito i territori, le comunità e i produttori – afferma il fiduciario
Adalberto Catanzaro - Occorre valorizzare i presìdi e i prodotti tipici che costituiscono i migliori testimonial di una
Sicilia Buona,
Pulita e
Giusta. Un progetto basato sui principi e valori da sempre propugnati da Slow Food, elementi e temi fondanti che oggi sempre più appaiono di pressante attualità in tempo di rivoluzione verde, Green Deal europeo e transizione ecologica».
La minaccia dell’individualismoQuindi pure Catanzaro rimane sul vago anche se leggendo tra le righe sembrerebbe che negli ultimi anni almeno in Sicilia i principi fondanti di Slow Food siano rimasti nell’ombra. Fatto sta che le iscrizioni all’associazione siano calate e non solo in Sicilia, che negli ultimi anni Slow Food sia diventata più fattore di potere personale che di
promozione di
territori e di
prodotti da
valorizzare. Troppi individualismi che si manifestano anche nella guida “Osterie di Slow Food”, diventata sempre meno autorevole, i cui giudizi spesso sono il risultato di simpatie ed antipatie, per non voler dire di poca preparazione, da parte di alcuni redattori.
Mario Indovina ribadisce che i quattro dimissionari faranno un comunicato congiunto solo dopo che le loro dimissioni saranno accettate. Noi siamo riusciti a sapere che in realtà il Comitato regionale ha preso atto delle dimissioni accettandole ma la comunicazione è stata inviata a Bra (Cn) alla Direzione nazionale e non agli interessati.