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Da cave dismesse a bacini d'acqua. La soluzione lombarda alla siccità

Renato Andreolassi
di Renato Andreolassi
08 marzo 2021 | 18:20

È un po’ come l'uovo di Colombo: riempire d'acqua - in inverno e primavera - le cave di ghiaia dismesse da utilizzare d'estate per irrigare i campi, in caso di siccità. La proposta non è nuovissima ma finalmente entra nella fase concreta dei progetti. A prendere l'iniziativa l'assessore regionale all'Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi, che ha presentato la proposta per individuare le cave potenzialmente convertibili in piccoli bacini per l'irrigazione e per la laminazione delle piene.

Da cave dismesse a bacini d'acqua La soluzione lombarda alla siccità

Alcune aree più di altre risentono degli effetti della scarsità di precipitazioni

70 cave idonee
Settanta le cave dismesse potenzialmente idonee alla conversione nelle province di Brescia, Bergamo e Milano in una prima fase e, successivamente, nel pavese, lodigiano e mantovano. Diciotto sono prioritarie per l'integrazione della risorsa irrigua e il miglioramento della difesa idrogeologica.

«Le cave dismesse - ha dichiarato l'assessore Rolfi - potranno essere convertite in bacini di accumulo dell'acqua, per trasformare zone produttive del territorio in elementi di valorizzazione dell'ambiente e dell'agricoltura e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Questa operazione costituirà un valido aiuto contro le crisi idriche in alcuni periodi dell'anno».

In Lombardia 12 comprensori di bonifica
La pianura lombarda è suddivisa in 12 comprensori di bonifica che coprono una superficie totale di 1.346.000 ettari, di cui 579mila ettari risultano irrigabili grazie all'attività dei consorzi di bonifica e alle acque, sempre più scarse, dei fiumi Ticino, Adda, Oglio, Chiese, Mincio, Chiese, Mella, Brembo e Serio.

«Negli ultimi anni - ha concluso l'assessore- i periodi sempre più frequenti di carenza idrica hanno comportato una riduzione dell'acqua complessivamente disponibile. Alcune aree più di altre risentono degli effetti della scarsità di precipitazioni obbligando i consorzi di bonifica a ridurre le portate distribuite provocando danni all'agricoltura».

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