Chiusi ancora prima di “cominciare”. Così come era successo già questa estate, con gli alberghi che avevano detto addio al fine stagione per la stangata del caro energia, dal Nord-Est arrivano venti gelidi con il 15% degli hotel di montagna che rinuncia alla stagione invernale. Il motivo è uno: il caro bollette dell'energia, con importi fino a quattro - cinque volte superiori a quelli degli anni precedenti. A dirlo, come riporta il Gazzettino, Paola Schneider, presidente regionale di Confcommercio Federalberghi.
Il 15% degli hotel della montagna rinuncia alla stagione invernale nel Nord Est
A Trieste non aprono 20 imprenditori
Non meglio i colleghi di Trieste dove sono della stessa idea di non aprire anche una ventina di imprenditori. In pratica uno su quattro impegnati nel settore, come spiega Guerrino Lanci, presidente di Federalberghi Trieste che afferma: «Non si fanno preventivi per i primi mesi del 2023 proprio per l'incertezza del momento».
Preoccupati anche a Pordenone
Altra città, stessa situazione: da Pordenone, il presidente locale Gianpiero Zanolin, spiega preoccupato: «Anche da noi qualche collega ha annunciato una possibile sospensione dell'attività da novembre a primavera».
Male anche nelle località balneari
Nelle località balneari stessa musica con albergatori penalizzati dal punto di vista energetico dall'estate estremamente calda, con costi per il condizionamento mediamente quadruplicati.
La soluzione nelle comunità energetiche
Una via d'uscita? Secondo Federalberghi Fvg quella fornita dalla recente legge sulle comunità energetiche, un'opportunità per gli alberghi che, mettendosi insieme, potrebbero risparmiare sui costi.