Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
mercoledì 11 dicembre 2024 | aggiornato alle 17:18| 109537 articoli in archivio

Bar e ristoranti

Pos, niente obbligo fino a 30 euro. Cancellate le multe

Gianluca Pirovano
di Gianluca Pirovano
24 novembre 2022 | 13:23

Altro giro, altra corsa. Sui pagamenti il Governo Meloni ha deciso di intervenire in maniera netta, smarcandosi da quanto fatto da Mario Draghi e dal suo esecutivo. All'interno della manovra varata dal Consiglio dei ministri (che entro la fine dell'anno dovrà essere approvata dal parlamento) non è contenuto soltanto il già annunciato aumento del tetto al contante, portato a 5mila euro, ma anche due novità importanti legate ai pagamenti elettronici: i commercianti, compresi bar e ristoranti, non saranno più obbligati ad accettare i pagamenti con Pos per cifre sotto i 30 euro e vengono cancellate le sanzioni per eventuali inadempienze. 

Non sarà più obbligatorio accettare pagamenti elettronici sotto i 30 euro  Pos, fino a 30 euro non c'è più obbligo e spariscono le sanzioni

Non sarà più obbligatorio accettare pagamenti elettronici sotto i 30 euro

Pagamenti, niente obbligo di Pos sotto i 30 euro 

Un primo segnale dell'indirizzo del Governo sul tema dei pagamenti elettronici era già arrivato nelle scorse settimane con l'intervento sui tabaccai, non più obbligati ad accettare pagamenti con carta di credito per tabacchi e valori bollati. Ora invece un ulteriore allargamento: per le cifre inferiori ai 30 euro i commercianti non saranno più obbligati ad accettare pagamenti elettronici. Non solo: all'interno della manovra vengono sospese le sanzioni previste per chi si rifiuta di accettare pagamenti digitali. 

La norma prevede che il ministero delle Imprese e del Made in Italy decida entro 180 giorni, dunque entro giugno, «i criteri di esclusione, al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse».

 

 

Come funzionano le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti elettronici 

Così come da Decreto legge 36 del 30 aprile 2022 del Consiglio dei ministri (Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr), a partire dal 30 giugno sono entrate in vigore con 6 mesi di anticipo le disposizioni che, in caso di mancata accettazione da parte di esercizi commerciali, imprese e professionisti dei pagamenti con bancomat e carte di credito, prevedono una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.

Ora, se il testo della manovra verrà approvato senza modifiche, le sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronici scompariranno. In questo modo, a dieci anni dall'introduzione dell'obbligo di Pos, si tornerà al punto di partenza. C'è l'obbligo di accettarlo, ma non c'è più nessuna multa per chi non lo rispetta. 

Italia, non è un Paese per Pos 

Il panorama italiano sul fronte dei pagamenti elettronici sta vivendo sicuramente una crescita. La transazioni digitali hanno fatto segnare un aumento del 22% dopo il +24% dello scorso anno. Nonostante questo però, l'Italia resta terz'ultima in Europa per operazioni elettroniche di pagamento pro capite, davanti soltanto a Bulgaria e Romania. La media nell'Eurozona è di 333, il nostro Paese è fermo a 168 operazioni. 

«Il Pos non va demonizzato»

Una novità, quella introdotta dal Governo, che non "scalda" particolarmente Abi Professional, l'Associazione dei Barmen Italiani. «Si tratta di un problema che riguarda esclusivamente i locali più piccoli dove magari, su conti ridotti, le commissioni possono pesare - ha spiegato il responsabile della comunicazione di Abi Fiorenzo Colombo - Credo però che tutti si siano ormai adeguati all'utilizzo del Pos e che non vada demonizzato, perché si tratta di uno strumento davvero utile se utilizzato nella giusta maniera. Le commissioni spesso sono un falso problema. Se altrove puoi persino pagare un pacchetto di cicche con il Pos, perché non posso farlo in un bar?». 

Le parole di Colombo aprono un interrogativo importante, che diventa naturale porsi. Che scelte faranno i clienti di fronte a un barista o a un ristoratore che rifiuta la carta di credito? Perché appare immediato pensare a situazioni classiche, soprattutto in contesti locali, come possono essere una trattoria di paese o un bar di quartiere, che rischiano di creare disaffezione. Un cliente che deve pagare 15 euro un pranzo di lavoro o qualche birra presa con gli amici e gli viene negata la possibilità di farlo con il Pos, tornerà in quel locale? Con ogni probabilità no. Quindi, ne vale la pena? 

© Riproduzione riservata