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Coldiretti denuncia Lactalis/Parmalat per delle pratiche sleali sui prezzi

08 settembre 2023 | 11:36

«Abbiamo denunciato il gruppo Lactalis per pratiche sleali all'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi nei prodotti agroalimentari (Icqrf) del ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare a causa della violazione del contratto relativo al prezzo del latte». Questo è stato l'annuncio fatto dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, durante l'evento "Maccarese un allevamento sostenibile".

Coldiretti denuncia Lactalis/Parmalat per delle pratiche sleali sui prezzi

Emmanuel Besnier, ceo di Lactalis, ed Ettore Prandini, presidente della Coldiretti

Perché la Coldiretti ha denunciato Lactalis/Parmalat?

La Coldiretti ha sottolineato che la Lactalis ha unilateralmente modificato il contratto con gli allevatori fornitori di latte, riducendo i prezzi riconosciuti e introducendo un nuovo indice legato alle quotazioni del latte europeo, senza accordo e fortemente svantaggioso per i produttori italiani che devono affrontare un insostenibile aumento dei costi. Il decreto legislativo in attuazione della Direttiva dell'Ue sulle pratiche commerciali sleali, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, prevede, tra l'altro, la fine dei pagamenti non correlati alle vendite e la necessità di contratti rigorosamente scritti, garantendo che i prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.

Questo è un passo necessario per salvare gli allevamenti italiani e il loro impegno per la sostenibilità e la qualità della produzione nazionale, che ammonta a 125 milioni di quintali all'anno, rappresentando circa l'80% del fabbisogno secondo l'analisi della Coldiretti. Inoltre, emerge che in Italia ci sono attualmente 25mila stalle da latte, con un calo del 20% negli ultimi 10 anni. La Coldiretti ha precisato poi che con gli ultimi riconoscimenti comunitari ci sono ora 55 formaggi italiani a denominazione di origine protetta (Dop/Igp) tutelati dall'Unione europea. Tuttavia, l'allevamento italiano, per sicurezza e qualità, non ha rivali nel mondo, con regole rigorose per l'alimentazione, vincoli nell'allevamento e sistemi avanzati di rintracciabilità elettronica, nonché un forte impegno per il benessere degli animali. «Difendere l’allevamento italiano - ha concluso Prandini - significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado, anche in aree difficili».

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