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Pesca

La Lombardia unita per studiare il ripopolamento del coregone nel Garda

Renato Andreolassi
di Renato Andreolassi
09 gennaio 2024 | 10:06

Accade raramente, ma accade! Grazie al coregone, tutte le forze politiche presenti nel Consiglio regionale della Lombardia, hanno sottoscritto e approvato unanimemente un documento che dà mandato alla Giunta di reperire le risorse per finanziare nuovi studi biologici di biomassa e di specie ittiche, che giustifichino l'eventuale ripopolamento del pregiato pesce nelle acque del Garda. Oggi, infatti, nel più grande bacino lacustre d'Italia, l'immissione e la pesca del coregone è bloccata dalle norme nazionali perché considerano la specie autoctona e quindi concorrenziale con il carpione.

La Lombardia unita per studiare il ripopolamento del coregone nel Garda

Oggi nel più grande bacino lacustre d‘Italia, l‘immissione e la pesca del coregone è bloccata

La Lombardia si batte per l’immissione del coregone nel Garda

«Faremo tutto il possibile - ha rimarcato l'assessore all'agricoltura e pesca, Alessandro Beduschi - per superare questo stallo che sta mettendo a rischio l'intero settore della pesca e il relativo indotto agroalimentare. In primo luogo, il mondo della ristorazione che deve poter contare su uno dei pesci più apprezzati e richiesti dalla cucina lacustre». La politica non può rimanere ferma, è stato ricordato in Consiglio, rispetto ad un problema che per il Garda non ha ancora avuto risposte, dopo le deroghe concesse per i laghi di Como e Iseo. «Come richiesto dal ministero, l'unica strada per superare questa situazione che paralizza da oltre tre anni la semina del coregone nelle acque gardesane, è quella di produrre nuove evidenze scientifiche: ci attiveremo in fretta».

La Lombardia, dopo le proteste di fine anno dei pescatori professionisti, ha chiamato in causa anche la Regione Veneto la provincia Autonoma di Trento, a sostegno dello studio nell'interesse di tutta la comunità del Benaco. Pressioni anche sul ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida affinché si faccia carico di sbloccare la situazione sensibilizzando pure il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Da ricordare che sul Garda, a causa della presenza sui fondali di sostanze tossiche, da alcuni anni è vietata la pesca dell'anguilla.

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