Il 13 dicembre, nel pieno dell’Avvento, si festeggia Santa Lucia, martire siciliana del IV secolo. Una Santa importante, protettrice della vista, che non è venerata solo nella sua isola natale, ma anche in molte zone dell’Italia nordorientale - Bergamo (dove è tradizione per i bambini, e adulti, portare la lettera con i desideri nella chiesa della Madonna dello Spasimo, in via XX Settembre), Brescia, Mantova e tutto il Triveneto - e addirittura in Scandinavia. Santa Lucia è davvero una festa speciale, con tanto di distribuzione di regali.

Santa Lucia è una festa speciale, con la tradizionale distribuzione di regali
Santa Lucia e il legame con la luce e la vista
Le ragioni per cui la Santa è considerata la protettrice della vista sono numerose e avvolte dalla nebbia della leggenda. C’è chi dice che la giovane si sia strappata gli occhi per non vedere le brutture del mondo, oppure chi sostiene che sia stata accecata durante le torture che l’hanno condotta al martirio. In realtà, l’associazione con la protezione della vista ha probabilmente un’origine più semplice, legata al nome Lucia, che deriva dal latino lux, ovvero “luce”.

Santa Lucia, a Bergamo, circondata dalle letterine dei bambini
La cuccìa di Siracusa: il dolce simbolo della Santa
Vi sono numerose tradizioni alimentari legate a Santa Lucia, a seconda delle varie regioni e città. Partiamo dunque proprio da Siracusa, città natale della Santa, dove il 13 dicembre si prepara la cuccìa, un dolce al cucchiaio a base di grano bollito le cui origini risalgono a una grave carestia che colpì la città nel 1646.

La cuccìa (credits: Pasticceria Artale)
La leggenda narra che proprio il 13 dicembre, giorno dedicato a Santa Lucia, una nave carica di grano arrivò in porto e il popolo, stremato dalla fame, consumò il grano immediatamente bollito, senza macinarlo in farina. La versione che conosciamo oggi è un’evoluzione di quel piatto: oltre al grano lessato, ne fanno parte ricotta di pecora, gocce di cioccolato, frutta candita e cannella, a piacere.
I dolci di Santa Lucia lungo l’Italia (e oltre)
In Puglia, la ricetta tipica di questa giornata sono i cosiddetti “Occhi di Santa Lucia”, dolcetti simili a taralli glassati che richiamano nella forma proprio l’occhio. La stessa simbologia ritorna nei “Biscocchi” sardi: tondi, farciti con marmellata di mirtilli e con una fessura centrale incisa, come fossero palpebre socchiuse. Risalendo la penisola si passa in Toscana, dove nella notte tra il 12 e il 13 dicembre si mangiano i “Bollenti” o “Necci”, frittelle di farina di castagne farcite con ricotta o stracchino.

I Necci
In Trentino-Alto Adige, invece, il dolce simbolo è lo Zelten, ricetta di origine austriaca rivisitata in Italia con un impasto lievitato che funge da legante per l’abbondante frutta secca e candita.

Lo zelten
A caratterizzarlo è anche la decorazione superficiale: mandorle intere e ciliegie candite disposte a formare motivi floreali o geometrici prima della cottura. Uscendo infine dai confini italiani si incontrano i “Lussekatter” (foto di anteprima), i cosiddetti “Gatti di Santa Lucia”. Dolcetti morbidi dalla forma che ricorda la coda arrotolata di un gatto, profumati allo zafferano, spezia che con il suo colore intenso porta luce in una delle notti più lunghe e buie dell’anno.