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L’invenzione della Pinsa Romana: il racconto di un’idea che ha trasformato la panificazione

La presentazione del libro L’invenzione della Pinsa Romana di Corrado Di Marco, ospitata al Mondadori Bookstore di Roma, ha ripercorso la storia e l’evoluzione di un prodotto che ha segnato la panificazione moderna. Tra interventi, letture e approfondimenti tecnici, sono emersi il percorso imprenditoriale di Di Marco, i valori nutrizionali della pinsa e la crescita internazionale dell’azienda di famiglia

Lea Gasparoli
di Lea Gasparoli
02 dicembre 2025 | 16:30
L’invenzione della Pinsa Romana: il racconto di un’idea che ha trasformato la panificazione

«Per ogni persona c’è un prima e un dopo. Il confine che segna il mio dopo è un numero: 1991, l’anno che ha cambiato la mia vita», così, Corrado Di Marco, autore del libro L’Invenzione del Pinsa Romana, presentato a Roma presso il Mondadori Bookstore della Galleria Alberto Sordi, racconta come un concorso ha tracciato le linee della carriera e del successo dell’imprenditore e innovatore che ha rivoluzionato il settore dei prodotti lievitati.

“È romana la pizza mondiale”, titolava Il Messaggero il giorno dopo della vincita, dell’inventore della Pinsa Romana, del Campionato mondiale della pizza, decretando così il successo del mix di farine PizzaSnella, messo a punto da Di Marco, ispirato alla pizza di nonno Settimio, ma alleggerito con ingredienti e tecniche moderne, con una visione avanzata rispetto al mercato del momento. Un impasto ottenuto senza l’utilizzo di grassi, strutto e zuccheri aggiunti.

L’evoluzione del mix PizzaSnella e la nascita della Pinsa Romana

Un traguardo importante, ma l’obiettivo di Corrado è creare qualcosa di veramente innovativo che rivoluzioni il mercato della pizza in teglia e al piatto, dando grande importanza al gusto e agli aspetti nutrizionali. Così decide di modificare il mix di PizzaSnella, aggiungendo al mix di farine di frumento e soia, la farina di riso e il lievito madre.

L’invenzione della Pinsa Romana: il racconto di un’idea che ha trasformato la panificazione

Una pinsa Di Marco

«Lo spunto del lievito madre viene dai ricordi della pizza di nonno Settimio che, data la difficoltà di reperire il lievito, preparava mix di farine e acqua, aggiungendo spesso una mela o qualcosa che contenesse zuccheri, per attivare la fermentazione», continua emozionato l’autore. Con questo impasto, con idratazione all’ottanta per cento, nel 2001, dopo oltre vent’anni di studio e sperimentazione, nasce la Pinsa Romana, rigorosamente ovale (come gli impasti del nonno), differenziandosi per nome e forma dalla più famosa (allora) pizza napoletana.

Valori nutrizionali e leggerezza della Pinsa

Un prodotto di grande qualità, molto ben bilanciato dal punto di vista nutrizionale, tema caro alla cugina di Corrado, Rosanna Lambertucci, tra i relatori della presentazione del libro, insieme all’autore, al figlio Alberto Di Marco, amministratore delegato dell’azienda, e al giornalista enogastronomico Luciano Pignataro. che ha moderato l’evento, con la partecipazione di Claudia Gerini che ha letto alcuni dei tratti più intensi ed emozionanti del racconto di una storia di vita, quella dei Di Marco. «È la storia di uomini. La storia di una famiglia. Questa è l’Italia, fatta di sentimenti, di emozioni, di valori, di memoria. E soprattutto nel settore dell’agroalimentare, in cui c’è una continuità, di generazione in generazione, questo viene fuori. E dobbiamo essere orgogliosi del nostro Paese e sostenerlo» dice Luciano Pignataro. Sottolineando quanto sia importante il momento per la cucina italiana candidata a patrimonio Unesco, che ha da poco ottenuto un importante traguardo: il primo parere tecnico positivo. In attesa della decisione definitiva del Comitato intergovernativo che si riunirà dall’8 al 13 dicembre.

L’invenzione della Pinsa Romana: il racconto di un’idea che ha trasformato la panificazione

Da sinistra: Alberto Di Marco, Claudia Gerini, Rosanna Lambertucci, Corrado Di Marco, Luciano Pignataro

Ricordi di famiglia, sperimentazioni e ricerca di un impasto unico per gusto, leggerezza e digeribilita` sono gli elementi alla base di un processo creativo che oggi e` riconosciuto in tutto il mondo. Nel corso della presentazione si e` anche parlato a lungo dei valori nutrizionali della Pinsa, che grazie alla sua leggerezza, presenza di zuccheri e contenuto calorico limitati e` un elemento ideale per una dieta equilibrata e sana, segreto di longevita`, bellezza e salute.

«L’aspetto dei valori nutrizionali è un grande successo - dice orgoglioso Alberto Di Marco - La nostra pinsa ha addirittura meno calorie del pane bianco e soprattutto ha molte più proteine. Per realizzare questo prodotto vengono utilizzati grani di alta qualità, con un quantitativo proteico molto elevato. Il nostro impasto è ad alta idratazione, quindi la struttura portante sono proprio le proteine, in questo caso del frumento. Se pensiamo, per esempio, a un panettone, bisogna utilizzare farine Manitoba, quindi farine molto forti, perché il panettone richiede una lunga lievitazione e l’impasto è molto carico di ingredienti. Noi partiamo da frumenti superiori, in termini di quantitativo proteico, rispetto a quelli che si usano per panettone o pandoro. Successivamente inseriamo ingredienti che non panificano, come il riso e la soia, che portano una serie di vantaggi. La soia, certificata non OGM, sostituisce l’effetto dei grassi all’interno dell’impasto. Abbiamo eliminato quasi completamente i grassi; anche il quantitativo di olio d’oliva utilizzato è estremamente contenuto. La farina di riso crea invece l’effetto pinsa: il riso si cristallizza nella parte esterna donando croccantezza, mentre l’interno resta umido e scioglievole, conferendo morbidezza. La nostra pinsa, in Francia, dove è obbligatorio il Nutri-Score sui prodotti, è l’unico prodotto pinsa ad avere una valutazione A. Una ricetta equilibrata e gustosa? “La pinsa con pomodoro fresco, alici e origano”, dice l’inventore della Pinsa Romana, e conclude con un sorriso: «Vado perché mi sta venendo fame».

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