Quest’anno l’Unesco sembra un po’ il Babbo Natale che dispensa doni a tutta l’Italia dell’enogastronomia. A ben guardare sembrano un po’ troppi quelli che oggi si affollano attorno alla slitta trainata dalle renne. Nei giorni scorsi abbiamo ricordato come il dibattito che si è aperto si è trasformato in una sorta di chiacchiericcio che rischia di essere più povero del riconoscimento.
Ora, plaudendo con convinzione ad un successo dell’intera filiera che arriva sulla tavola, ci piacerebbe immaginare un Babbo Natale che porta dei doni a chi davvero li merita: agli agricoltori che tutelano la nostra biodiversità; alle famiglie di ristoratori che hanno saputo valorizzare le nostre tradizioni e tenere viva quella convivialità che ci è invidiata in tutto il mondo; alle aziende, grandi e piccole che tengono alta la bandiera di un made in Italy legato la territorio; alle associazioni, in primis Fipe e Fic, che hanno fatto davvero squadra col Governo; al ministro dell’Agricoltura che, pur neofita in questo campo, ha saputo fare una regia fondamentale. Poiché Babbo Natale non è come la Befana, e non porta carbone, graziamo i troppi presenzialisti, gli star chef che hanno spesso peccato di protagonismo senza magari avere grandi meriti o chi ha esagerato dimenticando che la nostra cucina è stata finalmente premiata, ma in ritardo e dopo altre…

Gli Auguri di Natale di Italia a Tavola
Quel che conta della vicenda Unesco è che, riconoscendo il valor culturale premiando una cucina popolare e di famiglia, porta un po’ di ottimismo e di orgoglio in un Paese che fa fatica a tenere il passo coi cambiamenti epocali, dalle guerre all’intelligenza artificiale che lavora anche in cucina. Il risultato è che il turismo interno ha perso terreno (per potere d'acquisto degli italiani) e il comparto è stato "salvato" solo dal turismo internazionale. Per questo l’Unesco è importante, perché accende nuovi fari, ma dobbiamo far crescere la qualità dell’offerta puntando su formazione e nuove regole di lavoro.
Anche se restano irrisolti problemi seri come l’overtourism, l’eccesso di B&B che sta snaturando i centri storici o la mancata regolamentazione delle recensioni online che tante distorsioni hanno causato sul mercato, ora c’è un impegno forte del Governo per valorizzare il nostro mondo. Restiamo positivi e contiamo che col nuovo anno (indipendentemente da ciò che pensa la Michelin) sia possibile considerare finalmente le trattorie, le osterie, le pizzerie, le pasticcerie o i bar come un asse portante del turismo anche a livello normativo, così da dare un senso ai progetti Unesco.
Dopo la poderosa ripresa del turismo, l’augurio di Italia a Tavola è che sia davvero possibile fare crescere il comparto per tenere alto lo stile di vita italiano che attira i turisti di tutto il mondo alla ricerca del nostro modello di ospitalità, basato su una cucina autentica e riconoscibile e sull’accoglienza dei nostri alberghi e ristoranti.