Archiviato, si spera, un Natale sereno in famiglia, lo sguardo ora si sposta inevitabilmente su una delle notti più attese dell’anno: San Silvestro, il momento in cui il 2025 si chiude e si apre, idealmente, un nuovo capitolo della nostra vita. Se il 25 dicembre resta la festa dei legami più stretti, il 31 è invece una scelta personale: c’è chi lo vive con gli amici di sempre, chi preferisce una formula più informale e chi torna comunque a riunirsi attorno a una tavola di famiglia. In ogni caso, Capodanno è una notte speciale, carica di aspettative, brindisi e buoni propositi, da passare con leggerezza (e attenzione). Proprio per questo abbiamo intervistato nuovamente Alberto Presutti, esperto di bon ton e codici comportamentali nel mondo dell’accoglienza, chiedendogli qualche indicazione pratica per organizzare e vivere al meglio una notte che, più di altre, chiede equilibrio tra convivialità e misura.

Quella di Capodanno è una notte speciale, carica di aspettative, brindisi e buoni propositi
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Tutto parte (come sempre) dall’invito
Come a Natale, tutto parte dall’invito, che resta una responsabilità dei padroni di casa. Anche a Capodanno, infatti, il modo in cui si invita dice molto del clima che si vuole creare. La soluzione migliore resta una chiamata: permette di stabilire subito un contatto diretto, di scambiarsi due parole e di trasmettere attenzione. Da evitare invece il messaggio su WhatsApp, troppo freddo e sbrigativo per una serata che, per sua natura, ha un valore simbolico particolare.

Gli inviti, come sempre, vanno fatti via chiamata (e non via messaggio)
L’invito, ricorda Presutti, serve anche a chiarire alcuni aspetti pratici che a Capodanno diventano fondamentali ossia gli orari di arrivo e di fine serata, eventuale presenza di bambini, modalità del rientro a casa, oltre alle ormai imprescindibili esigenze alimentari. Dare per scontato che “tanto va bene tutto” è uno degli errori più frequenti e spesso la causa di piccoli attriti evitabili.
Farsi trovare pronti al momento dell’arrivo degli ospiti
Arrivato il giorno, nel momento in cui si apre la porta agli ospiti, la casa diventa il primo vero biglietto da visita della serata. Non serve puntare sull’effetto scenografico: ordine e cura sono sufficienti. Ciò che fa davvero la differenza è l’atteggiamento di chi ospita. «All’arrivo degli invitati, i padroni di casa dovrebbero essere pronti ad accoglierli - spiega Presutti - e non ancora presi da fornelli accesi o sistemazioni dell’ultimo istante, che rischiano solo di trasmettere affanno». Essere presenti, salutare con attenzione, dedicare i primi minuti a chi entra aiuta a impostare la serata nel modo giusto. A Capodanno, questo momento di accoglienza dovrebbe sempre coincidere con l’aperitivo.
«Per questa notte è fondamentale partire dall’aperitivo» sottolinea Presutti, perché è il passaggio che introduce davvero la convivialità. Diversamente dal Natale, dove non è indispensabile, a San Silvestro l’aperitivo serve a creare condivisione immediata, a far entrare gli ospiti nel ritmo della serata e ad accompagnare l’inizio di una notte che sarà (molto) lunga. Attenzione: senza eccessi, perché l’aperitivo non deve essere troppo alcolico, ma pensato per stuzzicare e preparare al momento della cena. Ma l’accoglienza, aggiunge Presutti, non si ferma agli spazi. «Il clima si costruisce anche attraverso le conversazioni». Capodanno è una notte di incontro e leggerezza, non il momento per riaprire vecchie questioni o affrontare temi potenzialmente divisivi. Allo stesso modo, chi è ospite dovrebbe evitare commenti su arredi, addobbi o scelte estetiche della casa. «I gusti di chi accoglie vanno sempre rispettati».
Come preparare la tavola e il menu
Dopo aver sorseggiato un drink e stuzzicato qualcosa, tra una chiacchiera e l’altra, si passa alla cena. Prima di parlare del menu, però, conviene guardare la tavola, che a Capodanno cambia tono rispetto al Natale. La differenza più evidente è il colore. A Capodanno, spiega Presutti, la tovaglia “giusta” è quella bianca, così come i piatti. Una scelta semplice, che alleggerisce l’atmosfera e segna il passaggio verso il nuovo anno. Se in casa c’è, questo è anche il momento per usare la posateria d’argento, senza timore di esagerare. Per il resto, vale la regola della sobrietà. La tavola non deve essere carica né troppo costruita.

Il colore del Capodanno è il bianco
Meglio pochi elementi, ben messi, che non ostacolino la conversazione né il movimento. Il centrotavola, se c’è, resta basso e discreto; i bicchieri sono quelli necessari, senza riempire il coperto per fare scena. Quanto al menu, invece, meglio non esagerare. «Di solito si parte dall’antipasto e si arriva al dolce, con una sola portata principale, primo o secondo» spiega Presutti. Una scelta che tiene conto del fatto che la serata non finisce con la cena e che a mezzanotte arriveranno cotechino e lenticchie. Meglio quindi evitare percorsi troppo lunghi. Finito di mangiare, la tavola può sciogliersi senza fretta, lasciando spazio ai dolci e all’attesa della mezzanotte.
Il brindisi, le chiamate e l’attenzione verso gli altri
Scoccata l’ora del cambio d’anno, il centro della scena passa inevitabilmente al brindisi. «Il brindisi di Capodanno è imprescindibile» ricorda Presutti. Va fatto con una bollicina, senza fretta, guardandosi negli occhi, condividendo il momento con chi è accanto. È solo dopo aver concluso con calma questo passaggio che si può prendere il telefono in mano e dedicarsi agli auguri ad amici e parenti: «Meglio aspettare che l’atmosfera si sia rilassata e che tutti abbiano vissuto il momento insieme - spiega Presutti. Il consiglio è di chiamare prima il numero di casa, perché il cellulare potrebbe essere lontano o occupato».

Il brindisi di Capodanno è un momento importante, da vivere con i presenti e senza fretta
A seguire, cotechino e lenticchie, non tanto come portata strutturata, quanto come rito. «Più che un piatto vero e proprio, è un gesto augurale» spiega Presutti, da vivere con leggerezza, senza formalità, seduti o in piedi. È il momento in cui la tavola smette definitivamente di essere il centro e la serata si fa più libera. Ed è anche il momento in cui serve attenzione. Se, infatti, qualcuno, fra brindisi e festeggiamenti, alza troppo il gomito, non dovrebbe rimettersi - ovviamente - alla guida. In questi casi, spiega Presutti, «se gli spazi lo permettono è compito di chi ospita invitare quella persona a fermarsi per la notte. Non servono grandi soluzioni: anche un divano può bastare. Fa parte dell’accoglienza, e spesso è ciò che permette alla serata di chiudersi nel modo giusto».
Una questione di attenzione e misura
Insomma, anche a Capodanno vale lo stesso principio: quando una serata riesce, difficilmente è per caso. È il risultato di attenzione, misura e piccoli gesti messi in fila, dall’invito ai saluti finali. Senza rigidità e senza eccessi, ma con la consapevolezza che accogliere significa prendersi cura degli altri. Perché il nuovo anno può anche iniziare con un brindisi, ma è dal modo in cui lo si condivide che prende davvero forma.