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Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

La festa ha celebrato la tradizione secolare della pasta Igp come patrimonio culturale e identitario. Tra showcooking, artisti e chef stellati, la città campana è diventata simbolo di eccellenza gastronomica, unendo territorio, cinema e innovazione. Il Consorzio punta a rafforzare export e qualità

Tommaso Gipponi
di Tommaso Gipponi
Redattore
16 settembre 2025 | 05:00
Una diva chiamata

La Festa della Pasta di Gragnano 2025 è molto più di un appuntamento gastronomico: è la celebrazione di una tradizione secolare che unisce cultura, territorio e identità. Per tre giorni, la cittadina campana è diventata il cuore pulsante della pasta italiana, accogliendo migliaia di visitatori in un clima di festa popolare e familiare. "Tutto il resto è contorno", questo lo slogan scelto quest’anno dal Consorzio della Pasta di Gragnano Igp, proprio per ribadire la centralità, e l’unicità, della Pasta di Gragnano.

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

La grande partecipazione all'edizione 2025 della Festa della Pasta di Gragnano Igp

L’evento rafforza il senso di comunità e promuove al mondo il “brand Gragnano”, simbolo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale. La pasta di Gragnano IGP non è solo un prodotto, ma un patrimonio culturale: la sua unicità nasce da una lavorazione artigianale lenta, dall’aria marina e dalle sorgenti locali, che garantiscono porosità, tenuta di cottura e un gusto inimitabile. Il Consorzio della Pasta di Gragnano Igp, guidato da Massimo Menna, tutela questo sapere antico, proiettandolo verso il futuro con innovazioni nutrizionali e una forte vocazione all’export, oggi in oltre 90 Paesi.

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

Durante la festa della Pasta Gragnano si trasforma

La festa ha intrecciato sapori e narrazione. Chef stellati hanno esaltato la pasta con ricette creative che restano fedeli alla tradizione. Artisti come l’attrice Serena Rossi e il regista Paolo Genovese hanno ricordato come il cibo, al cinema come nella vita, sia memoria, condivisione e perfino dramma, quando la sua assenza racconta la povertà o l’assenza di dignità.

Così, tra show cooking, degustazioni e musica, la Festa della Pasta di Gragnano 2025 diventa un manifesto della cultura italiana: un invito a riscoprire le radici, a valorizzare il territorio e a celebrare un alimento che, semplice e universale, è capace di unire le persone e raccontare la storia di un’intera nazione. I gragnanesi, così come il Consorzio e tutta l’organizzazione, si sono davvero superati, dimostrando come il proprio calore umano e il senso dell’ospitalità sia del tutto pari alla pasta, eccellente, che amano e promuovono.

Un’inaugurazione da star 

La Festa ha ufficialmente presto il via con il taglio degli spaghetti, gesto tradizionale che il sindaco d’Auria e il presidente del Consorzio Giuseppe Menna hanno effettuato insieme davanti al municipio di Gragnano, per poi spostarsi nell’area Talk per il primo grande evento, la chiaccherata con Serena Rossi e Paolo Genovese

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

Il taglio degli spaghetti col sindaco Aniello d‘Auria e il presidente del Consorzio Pasta di Gragnano Igp Domenico Menna

Il legame tra la pasta è il cinema infatti è stato l’altro grande filo conduttore dell’intera manifestazione. "Una diva chiamata pasta", così viene affermato dagli organizzatori. La Pasta di Gragnano IGP è da secoli sinonimo di eccellenza: ogni formato è una star riconoscibile, dal rigatone al pacchero, dal fusillo allo spaghetto. Quest’anno la manifestazione l’ha celebrata come una vera attrice, con tanto di “Walk of Taste” in stile hollywoodiano, photo booth cinematografici, show cooking ispirati al grande schermo e spettacoli dal vivo. 

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

Il sindaco di Gragnano Aniello d'Auria con la giornalista rai Monica Caradonna

«Questa Festa Nazionale della Pasta di Gragnano IGP è una manifestazione che sentiamo profondamente nostra - ha affermato il sindaco Aniello d’Auria - In questi tre giorni la città si riempirà di persone, creando un’atmosfera di vera festa popolare e familiare. È questo, secondo me, il valore più autentico dell’evento: un momento che unisce, che porta la comunità a ritrovarsi e a farsi conoscere anche all’esterno. La pasta di Gragnano è ormai un brand riconosciuto in tutto il mondo, un simbolo della nostra identità e della nostra tradizione. Come amministrazione comunale abbiamo la responsabilità di tutelare e valorizzare questo patrimonio, non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale. Mi piace definire il nostro lavoro attraverso una matrice che lega cultura, prodotto e territorio. Stiamo facendo il massimo per rafforzare questo legame. Spesso dico che il valore di Gragnano viene percepito più all’estero che all’interno. Il nostro compito, come amministrazione, è anche quello di far crescere nei cittadini una piena consapevolezza di questa ricchezza, perché solo così possiamo continuare a costruire un futuro all’altezza della nostra storia e della nostra eccellenza gastronomica

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

Il connubio tra pasta e cinema protagonista alla Festa della Pasta di Gragnano 2025

Pasta e cinema, un binomio vincente

Durante le celebrazioni è stato assegnato il Premio Culturale “Gragnano Città della Pasta”, istituito dal Comune e sostenuto dalla Regione Campaniaa alla celebre attrice Serena Rossi, napoletana doc. La sua figura richiama  il legame profondo con il territorio campano, lo stesso che caratterizza la Pasta di Gragnano Igp, simbolo di tradizione e qualità riconosciuta in tutto il mondo. Il premio è rappresentato da un’opera unica realizzata dallo scultore napoletano Domenico Sepe, ispirata al connubio tra pasta e cinema.

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

L'attrice Serena Rossi premiata a Gragnano

«Un piatto di spaghetti con il pomodorino fresco e il basilico è la prima cosa che desidero quando torno a casa  - ha ammesso la stessa Rossi - Faccio spesso gli spaghetti al pomodoro: mi piace cucinare, ma quel piatto rappresenta per me un vero simbolo, con i suoi colori bianco, rosso e verde, quasi come una bandiera. Il cibo, per me, è consolatorio».

Nel talk show dedicato al connubio pasta-cinema l’ha parola l’ha presa poi Paolo Genovese, regista del campione di incassi "Perfetti sconosciuti", dove proprio un piatto di pasta (gnocchi, per la precisione) ha perso la sua funzione di semplice convivialità diventando uno spazio drammatico. Lì il cibo non è solo elemento estetico o gastronomico, ma parte di un paradosso dove l’assurdo diventa possibile. «L’uso del cibo nei miei film è quasi istintivo: non lo inserisco a tavolino, ma alla fine c’è sempre. Dal mio primo film, “Incantesimo Napoletano”, girato a Napoli, con gli attori che preparano il ragù come un vero rito sacro, fino a Perfetti sconosciuti, dove la tavola non è solo convivialità, ma un luogo dove le difese si abbassano e i segreti vengono svelati. In quel film il piatto protagonista erano gli gnocchi. Gli attori hanno mangiato gnocchi per sei settimane di riprese, perché volevo che tutto fosse vero: ogni giorno venivano riposizionati nella stessa quantità e nella stessa posizione della scena precedente. Pretendo che gli attori mangino davvero, perché il cibo deve essere autentico anche sul set.

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Gli ospiti al talk show su pasta e cinema, al centro Serena Rossi e il regista Paolo Genovse

Il cibo, quindi, non è solo scenografia: è narrazione, contrapposizione, simbolo di condivisione e, a volte, di conflitto. Anche nel mio ultimo film, “Follemente”, ho dedicato una parte importante alla sua presenza narrativa

Le scelte gastronomiche nei miei film non sono mai del tutto casuali. C’è, a volte, una motivazione pratica: ad esempio, usare gli spaghetti su un set è complicato, mentre gli gnocchi sono più gestibili. Ma c’è anche una componente più romantica: scelgo piatti che amo, che mi piace raccontare, soprattutto quelli quotidiani, perché fanno parte della nostra vita e ci accompagnano da sempre. Come diceva Serena Rossi, anche a me succede la stessa cosa: quando torno a casa, sogno un piatto di spaghetti al pomodoro. È un bisogno fisico, quasi una dipendenza: ci manca mangiarlo, ma ci manca anche cucinarlo. La cucina, per me, è una forma di generosità e di accoglienza: cucinare significa dedicarsi a qualcuno, nutrirlo, regalargli un momento di cura e attenzione.

La situazione del Consorzio Pasta di Gragnano Igp

Non sono certo mancati i momenti di approfondimento sul tema pasta. Interessanti sono stati gli spunti offerti da Domenico Menna, presidente del Consorzio Pasta di Gragnano Igp ma anche amministratore delegato di Pastifico Garofalo, il maggior produttore a livello industriale della Pasta di Gragnano con una produzione di quasi 500 tonnellate quotidiane, una specialità che si trova davanti, come i nuovi possibili dazi previsti verso gli Usa: «Restiamo fiduciosi. Il dazio del 15% incide in realtà solo per un 6-7% sul prezzo al consumatore americano. È una sfida, ma come abbiamo superato altre crisi, supereremo anche questa. Potremmo perdere un 10% di export, ma il nostro mercato è solido».

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Domenico Menna, presidente del Consorzio della Pasta di Gragnano Igp

Il percorso di crescita del consorzio è stato notevole: «Nel 2024 abbiamo superato le 100.000 tonnellate di pasta prodotta. Dall’ottenimento della denominazione IGP nel 2013, la crescita è stata costante». Oggi il consorzio riunisce 14 pastifici, che rappresentano oltre il 98% della produzione di Gragnano. «In passato - ricorda Menna - esistevano più di cento pastifici. Oggi il nostro territorio, appena 14 chilometri quadrati, continua a distinguersi per la sua straordinaria qualità».

La storia della pasta di Gragnano è affascinante. «Non possiamo dire che la pasta sia nata qui, ma di certo è qui che è diventata un vero mestiere», spiega Menna. Le ragioni sono sia ambientali che umane: «Gragnano gode di un’aria marina e di una ventilazione costante, con la giusta umidità. Un tempo l’acqua, naturalmente ricca della durezza necessaria, era perfetta per l’impasto. E poi c’è la raffinatezza del gusto dei gragnanesi, la loro capacità di scegliere le cose buone e di trasformare questa tradizione in un’arte».

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Una fase di produzione della pasta all'interno del pastificio Garofalo

Oggi la pasta di Gragnano IGP è esportata in circa 90 paesi. Gli Stati Uniti restano il principale mercato in termini di volumi, ma stanno crescendo anche i mercati asiatici, come Cina, Giappone e Corea del Sud. «Questi paesi stanno imparando ad apprezzare la nostra cultura gastronomica - racconta Menna - anche se la loro tradizione culinaria è molto diversa dalla nostra».

Ma che cosa rende davvero speciale la Pasta di Gragnano IGP? «Innanzitutto il saper fare degli operatori gragnanesi, una tradizione centenaria che si tramanda di generazione in generazione», spiega. Per ottenere la certificazione, la pasta deve essere prodotta solo a Gragnano, rispettando un rigoroso disciplinare che fissa le temperature e i tempi di essiccazione, e impone che venga confezionata nello stesso stabilimento. «La semola di grano duro utilizzata deve avere caratteristiche proteiche molto elevate. Sono regole severe, ma sono ciò che garantisce l’eccellenza del prodotto». «La pasta - conclude Menna - non è solo cibo: è un patrimonio culturale che racconta la nostra storia e il nostro futuro».

Showcooking di chef stellati, i migliori ambaciatori del prodotto

Nella tre giorni gragnanese è stata ovviamente la pasta la grande protagonista. Nelle vie del paese erano sistemate diverse postazioni di degustazione, alcune delle quali gestite da chef stellati del territorio come Ciro Sicignano, Luigi Tramontano, Domenico Stile, Domenico Iavarone e Nicola Somma.

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Gli chef gragnanesi protagonisti della Festa della Pasta

Abbiamo partecipato a uno showcooking tenuto proprio da quest’ultimo, nei locali del ristorante Casa Scarica in pieno centro di Gragnano. Il giovane chef, gragnanese purosangue, ha già avuto una carriera importante a fianco di Antonino Cannavacciuolo. Osservando e imparando dal maestro, ha fatto rapidamente carriera fino a essere scelto per guidare il Bistrot di Torino, dove nel 2018 ha conquistato la prima Stella Michelin. Successivamente, insieme a Chef Antonino e Cinzia, ha contribuito all’apertura del Resort Laqua Countryside e del ristorante Cannavacciuolo Countryside, che ha ottenuto la sua prima Stella Michelin nel novembre 2021, proprio nei pressi di Vico Equense, di fatto a casa dello chef Cannavacciuolo.

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Chef Nicola Somma

Somma ha proposto tre piatti che reinterpretano la pasta di Gragnano, esaltandone le caratteriscithe. Il primo piatto è uno spaghettone ai ricci di mare, mandorle e quinoa aromatizzata al cardamomo. Segue un fusillone con pomodoro giallo, friggitelli e provolone del Monaco. Infine, una pasta mista con zucchine, tartufo e un tocco segreto che esalta profumi e consistenze, ma che ha anche un significato in termini di sostenibilità. Somma infatti ha usato diversi formati di pasta che sono scarti dei pastifici, magari per forma non corretta, ma assolutamente perfetti, che sarebbero stati buttati e quindi sprecati. 

Una diva chiamata “pasta”, la festa nazionale di Gragnano tra storia e cinema

Pasta mista di Gragnano Igp con zucchine, tartufo nero e fichi

Parlando della sua cucina, Somma sottolinea quanto tenga alla pasta di Gragnano: «Per me è fondamentale. Mi piace il punto di cottura al dente, l’amido che rilascia, il gusto che sprigiona. Lavoro spesso con tecniche di cottura particolari e questa pasta mi permette di portare ogni piatto al massimo». Il legame con il territorio è fortissimo: «Sono di Gragnano, quindi per me questa pasta è anche una questione di identità. La utilizzo sempre, la valorizzo, perché rappresenta la tradizione ma allo stesso tempo si presta a preparazioni moderne e complesse».

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Fusillone di Gragnano Igp, pomodoro giallo, friggitelli e Provolone del Monaco Dop

Raccontando la sua esperienza professionale, Somma parla con orgoglio del suo percorso tra grandi maestri: «È un onore far parte della squadra di un nome importante come quello di Cannavacciuolo. Lavorare in un luogo così prestigioso, ma al tempo stesso capace di far sentire i clienti come a casa, è per me una grande soddisfazione. Non considero questa tappa un punto d’arrivo, ma un traguardo che mi spinge a crescere ancora».

Lo spaghettone ai ricci di mare

Lo chef Nicola entra nel dettaglio della preparazione del suo piatto più iconico. Si parte con un brodo di pesce ottenuto da pesce bianco, verdure bianche, sedano, cipolla e lische che vengono tostate e poi sfumate con acqua e ghiaccio per abbassare la temperatura. Il tutto cuoce per circa 20 minuti dal bollore, prima di essere filtrato e raffreddato. La pasta di Gragnano cuoce in due fasi: prima in acqua per circa sei minuti, poi in padella per la classica cottura risottata, con l’aggiunta del brodo di pesce. Somma raccomanda di non girare troppo la pasta, «perché più la si muove, più perde il suo amido naturale». La mantecatura finale è un delicato equilibrio di olio extravergine, aglio, prezzemolo e un tocco di limone, che serve a esaltare la dolcezza marina del riccio di mare fresco, frullato e trasformato in una crema.

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Spaghettone di Gragnano Igp, ricci di mare, mandorle, quinoa e Limone Costa d'Amalfi Igp

Per completare il piatto, la quinoa viene cotta per circa 15 minuti, poi raffreddata, fatta essiccare per alcuni giorni e infine soffiata in forno a 200 gradi, in modo da ricordare la sabbia del fondale marino. «Questo - spiega Somma - è il dettaglio che richiama l’habitat naturale del riccio di mare, portando il mare stesso nel piatto».

Ospite della Masterclass di Somma anche Alessandro Dentone, presidente della sezione ligure della Federazione Italiana Cuochi, che ha spiegato tutte le peculiarità del pesto alla genovese, a testimonianza della grande relazione tra la pasta di Gragnano e le altre eccellenze italiane. 

I cuochi del territorio

Nella kermesse gragnanese sono stati coinvolti praticamente tutti gli chef gragnanesi, non solamente gli stellati. Ognuno ha aperto le porte del proprio locale, collaborando con l’organizzazione, per proporre ai visitatori piatti che esaltassero le caratteristiche uniche di questa pasta. 

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Chef Ciro Sicignano al lavoro nella kermesse di inaugurazione della Festa della Pasta

La pasta di Gragnano, spiega per esempio Giuseppe Vanacore, chef del ristorante Casa Scarica che ha ospitato tutti gli eventi dedicati alla stanza, è tra le migliori che si possano trovare. «Non dico la migliore per non sembrare di parte - sorride - ma la sua qualità è davvero speciale. Qui si lavora ancora con una cottura e un’essiccazione lenta a bassa temperatura, così la pasta non viene “sforzata” e resta porosa, capace di trattenere qualsiasi tipo di sugo».

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Chef Giuseppe Vanacore, padrone di casa al ristorante Casa Scarica di Gragnano

Questa lavorazione artigianale le conferisce un mordente unico: «Rimane sempre al dente, è quasi impossibile scuocerla. Non perde mai la sua consistenza e quando la mastichi senti davvero il piacere di masticarla». Un’altra caratteristica che la rende unica è la varietà: «Abbiamo più di 130 formati, quindi qualunque ricetta tu voglia preparare, c’è sempre un tipo di pasta di Gragnano IGP perfetto per accompagnarla».

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Per la Festa della Pasta 2025, il ristorante Casa Scarica di Gragnano è stato teatro di diversi incontri e showcooking

Passando alle sue ricette, lo chef racconta uno dei suoi piatti più amati: una pasta con zucchine. «La zucchina va tagliata, cotta a lungo e poi frullata fino a ottenere una crema vellutata. La pasta, cotta in acqua salata, viene poi mantecata con questa crema». Per aggiungere un tocco di carattere, Vanacore prepara una fonduta di pecorino: «È la parte un po’ più complessa. Metto in infusione latte, panna e pecorino, poi filtro tutto allo chinois e passo la salsa con il minipimer per renderla liscia». Il piatto si completa con un crumble di tarallo: «Prendo un semplice tarallo, lo sbriciolo con un batticarne e lo ripasso in padella con aglio e olio, così diventa croccante». Infine, un tocco fresco: «Un gel di limone, che si può preparare con agar agar, ma va benissimo anche solo la buccia di limone grattugiata. È un piatto semplice, veloce ma di grande effetto».

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