Dall'1 gennaio entrerà in vigore il Regolamento Eba e interesserà il rapporto tra clienti e banche. Queste nuove regole sono il frutto di un compromesso negoziale europeo e per l'Italia significano criteri differenti (e spesso più stringenti) nel valutare il "comportamento" di un proprio cliente. Tra i vari effetti di questo regolamento c'è il rischio, per il correntista che va in rosso, di essere segnalato nella "lista nera" dei cattivi pagatori. Questo riguarda sia i privati, per uno sconfinamento di 100 euro, che imprese come bar e ristoranti, magari in difficoltà per la pandemia, per eccessi fino a 500 euro. Vediamo nel dettaglio.

Diventare cattivi pagatori significa, in questo caso, la possibilità allo stop dei pagamenti automatici
Come si diventa "cattivo pagatore" nei dettagliMa davvero, quindi, si rischia di essere segnalati in
default (vale a dire, incapacità patrimoniale di un debitore di soddisfare le proprie obbligazioni, in questo caso nei confronti della propria banca) e diventare quindi un cattivo pagatore, solo per uno
sconfinamento di
100 euro? Sì, se il correntista supera la
soglia di rilevanza, che si articola in due diversi eccessi:
- Il correntista supera la soglia assoluta (di 100 euro se è un privato, di 500 euro se è un'impresa, come bar e ristoranti)
- Il correntista super la soglia relativa (l'1% dell'esposizione totale).
Queste due soglie, perché un correntista diventi "cattivo pagatore", devono essere superate contemporaneamente e questo sconfinamento dovrà protrarsi per oltre
90 giorni consecutivi per portare all'inserimento nella lista nera (in alcuni casi si parla di 180 giorni, come per le amministrazioni pubbliche).
Questa nuova regolamentazione entrerà in vigore dall'1 gennaio (in quegli istituti dove le novità non sono ancora state ratificate). Queste nuove regole sono il frutto di un compromesso negoziale europeo, a causa delle quali il cliente rischia di finire nella lista nera per effetto di una nuova classificazione di default.
Secondo il regolamento, si entra in lista nera soddisfando criteri come quantità e durata di sconfinamento
Tra le conseguenze, anche uno stop ai pagamenti automatici Quindi, a partire da gennaio, gli intermediari devono classificare in stato di default quel cliente che non adempie, nell'arco di tre mesi, alle proprie obbligazioni creditizie, qualora l'ammontare dell'
inadempimento sia superiore ai 100 euro e sia all'1% del totale delle obbligazioni creditizie complessivamente vantate dalla banca.
Questo comporta che eventuali
addebiti automatici potrebbero non essere più consentiti sui
conti correnti se non coperti da una
liquidità sufficiente. Per molti italiani, specialmente se alle prese con conseguenze dirette economiche subite a causa della
pandemia, si potrebbe prospettare il rischio di uno
stop ai pagamenti di
contributi previdenziali,
rate di finanziamenti per i privati;
al fermo dei pagamenti degli stipendi se si tratta di attività come bar e ristoranti in crisi e senza fondi ancora ricevuti per far fronte alle chiusure imposte dal Covid-19.
Ci sono casi in cui lo sconfinamento è consentitoQueste nuove regole, comunque, non vietano un eventuale sconfinamento: le banche, infatti, nel rispetto delle
proprie policy, possono consentire ai clienti di sconfinare oltre la disponibilità sul conto, ovvero, in caso di affidamento,
oltre il limite del fido. Attenzione però:
la possibilità data non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca, che può anche applicare eventuali
commissioni (la cosiddetta CIV, ad esempio, Commissione di istruttoria veloce)
Questo è valido oggi come sarà valido dall'1 gennaio, quando le banche potranno continuare a consentire ai clienti utilizzi del conto, anche per il pagamento di utenze o stipendi, che comportino uno sconfinamento. Questa è tuttavia
una scelta discrezionale della banca. Sta al cliente porre la questione al proprio istituto bancario, conoscendo bene il
contratto con esso stipulato o dialogando. È altrettanto fondamentale che gli intermediari forniscano
informazioni e assistenza ai propri clienti, al fine di sensibilizzarli riguardo alla nuova disciplina, aiutandoli quindi a comprendere il cambiamento in atto comunicando infine quali cambiamenti è bene adottare.
La Banca d'Italia si è mossa nei giorni scorsi, chiedendo a banche e intermediari finanziari di adoperarsi in tal senso, delucidando i clienti circa le novità.
Il regolamento è attuato in maniera più o meno "fiscale" a discrezione della propria banca, da contattare
Ogni banca ha le sue regole, basta informarsiTra le banche che si sono già mosse in questo senso ci sono
Unicredit,
Intesa San Paolo e
Banca Sella, che hanno comunicato con i loro clienti sia direttamente sia con un'informativa sul proprio sito web. Da Unicredit ad esempio fanno sapere che l'
addebito passa nei termini degli sconfinamenti già concordati (se hai un fido e la spesa è coperta dal fido non hai problemi).
Nel caso in cui si superi la spesa massima non ci sono veri e propri automatismi, ma la cosa importante è che la clientela tenga sempre sotto controllo i saldi dei propri conti correnti. Quindi, chi ha avuto la tendenza ad essere moroso probabilmente non la farà franca, ma chi per la prima volta si trova in una situazione di sconfinamento avrà un trattamento diverso: la banca provvederà a pagare bollette e scadenze ma
esorterà il cliente a rimettere a posto la sua situazione debitoria entro i termini prestabiliti per evitare di essere segnalato.