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Fusione

Gong a Milano: un ristorante, due continenti, mille sapori

Gabriele Pasca
di Gabriele Pasca
12 dicembre 2023 | 11:46

La nebbia invernale di Milano avvolge le vie con una morbidezza che richiamava la cauta precisione di un maestro del tè. In questa città che vede storico e futuribile fondersi e scontrarsi, non è il rumore a dominare, ma un mosaico di profumi: quello delle caldarroste, ad esempio, che si intreccia con lontane note di incenso. Dentro il labirinto di queste strade che narrano di commercio antico e di scambi culturali, si nascondono connubi inaspettati: il gusto pungente del riso del Jiangsu e l'aroma dolce del panettone. Non un'esibizione chiassosa, ma un'integrazione discreta, una testimonianza di distanze abbattute dalla curiosità e dal gusto.

Gong a Milano: un ristorante, due continenti, mille sapori

La sala di Gong Oriental Attitude

Alla tavola di Gong, dove Milano abbraccia la Cina

In questo contesto, un ristorante in particolare accoglie coloro il cui palato è mosso dalla sete di esplorazione. Non un luogo qualsiasi, ma un viaggio avventuroso tra la Grande Muraglia e la nebbiosa Lombardia, che unisce il meglio di due mondi in un'armoniosa disfida di sapori. Milano, sempre curiosa e aperta, abbraccia la cultura cinese non come un ospite, ma come una parte integrante della sua identità sempre più policroma. Qui, la passione per l'esperimento e la riscoperta delle radici si incontrano, dando vita a un'esperienza culinaria che è allo stesso tempo un viaggio e una rivelazione. Siamo da Gong, ca va sans dire, un emblema di questa fusione, un luogo dove da sempre si costruiscono ponti verso nuove percezioni e comprensioni, un'espressione viva del dinamismo e della voglia di esplorare che anima la città di Milano.

Giulia Liu: la forza motrice dietro il successo di Gong

La storia che anima Giulia Liu, fondatrice e fondamenta del ristorante, è quella di una passione nata in famiglia, maturata tra i fornelli di un ristorante di cucina italiana e, infine, sbocciata in un progetto tutto suo. La decisione di aprire Gong non è stata solo una scelta professionale, ma il risultato di una visione personale e di un percorso di crescita, influenzato in modo significativo dall'incontro e dal sostegno di suo marito Lorenzo.

Con Gong, Giulia ha trovato il modo di esprimere la sua innata propensione per l'accoglienza, un valore profondamente radicato nella cultura orientale da cui proviene. Il suo approccio non si limita a offrire un servizio impeccabile, ma mira a far sentire ogni ospite come un membro della famiglia, in un ambiente dove la cordialità e la sincerità sono le parole d'ordine.

Il ristorante, sotto la guida di Giulia, diventa un esempio di come le competenze tecniche possano essere importanti, ma non essenziali, per creare un'esperienza memorabile. La formazione istituzionale può fornire una base, ma è la passione, il desiderio di imparare ogni giorno e di accogliere ogni cliente con cura e attenzione, a fare la differenza.

Giulia racconta con entusiasmo il suo lavoro: dallo studio dei percorsi, che è un continuo stimolo alla creatività, alla selezione delle materie prime, fino al piacere di vedere i clienti soddisfatti. Per lei, Gong è più di un luogo di lavoro; è una famiglia estesa, un team unito e stabile che condivide la stessa visione e gli stessi valori.

Da Gong la cucina di Guglielmo Paolucci: equilibrio perfetto di gusto e stile

Guglielmo Paolucci, executive chef, è il pilastro della cucina di Gong fin dal 2017. Romano, classe 1984, Paolucci ha mosso i primi passi professionali al Mirabelle dell’hotel Splendid Royal, per poi affinare le sue competenze in cucine stellate come quelle del Pellicano, La Posta Vecchia e Villa d’Amelia. Alla guida di una brigata internazionale di una dozzina di professionisti, con collaboratori da ogni parte del mondo, Paolucci fonde la sua formazione in cucina italiana di alta gamma con influenze orientali.

Il suo approccio culinario è un esempio di come la passione per i viaggi e la curiosità possano arricchire e trasformare l'arte culinaria. Da Gong, Paolucci crea piatti che sono veri e propri mosaici, con tasselli di Oriente e Occidente: a lui, infatti, è affidato l’arduo compito di unire l'eccellenza italiana con l'unicità degli ingredienti orientali. Le tecniche raffinate di Paolucci si traducono in piatti dal gusto elegante e diretto, un riflesso della sua visione gastronomica e della sua dedizione alla cucina.

Dagli scampi al piccione: la versatilità dei menu di Gong

Nella proposta di Gong, due percorsi degustazione attendono il commensale: uno che si radica nella maestria dei classici, l'altro che si avventura oltre i confini del gusto conosciuto.

Il menu “Classico” inizia con un'introduzione di scampi e caviale, un piatto in cui le tartare di scampi si amalgama con delicatezza alla salsa al miso bianco e yuzu, mousse di avocado e sake, accentuando i sapori delicati del mare; il tutto in una composizione stilistica che ricorda lo yin e lo yang. Il menù prosegue con Hamachi, una ricciola del pacifico affumicata con legno di ciliegio, servita con salsa sumiso, wasabi e maionese al mentaiko, un piatto che celebra il sapore puro del pesce con un tocco di affumicatura che ingentilisce ed eleva. I dim sum sono un capolavoro di varietà, che mescolano sapori e consistenze: king crab, black cod, calamari, bambù e curry, salmon, e maialino laccato. Il raviolo di Wagyu unisce la ricchezza e l’opulenza di questa carne (taglio A5, il più pregiato) con la delicatezza del foie gras e il tartufo, un piatto che parla di lusso e profondità di gusto. Il riso gong style e lo spiedino di anguilla testimoniano una grande abilità nel bilanciare ingredienti e sapori complessi, mentre il vitello con crema di castagna al miso rosso e radicchio chiude il menù con una nota di classicità.

Il menu “Evoluzione”, più sperimentale, spazia dalla battuta di tonno con miso e kizami wasabi, allo sgombro, marinato con tosazu e papaya verde: due piatti che dimostrano un gioco di equilibri tra sapori forti e delicatezza. Il raviolo nero, con seppia e bamboo, e il raviolo d'oro, omaggio a Milano, che fonde ossobuco e risotto alla milanese, sono esempi di come il menù sposti i confini della cucina tradizionale riuscendo comunque a dimostrare attenzione e riconoscenza al sostrato originario che anima la cucina. Interessante anche la fusione tra tecniche nella preparazione del Lamian, dove gli spaghetti, tirati a mano (come i noodles o i più vicini pici, toscani) incontrano un delicato ragù di astice, tirato con vino cinese e arricchito da zenzero ed erba cipollina. Il piccione in tre fasi è una celebrazione della complessità e della stratificazione dei sapori: il petto è ripieno di foie gras e tartufo nero, la coscia dorata viene servita con maionese allo sriracha e maionese al miso bianco, mentre il terzo servizio consiste in una foglia di shiso rossa ripiena di ragù del piccione stesso cotto in casseruola.

L'eleganza dell'anatra: il piatto forte di Gong

Il menu “Assoluto di Peking Duck" è un'ode all'importanza culturale dell'anatra nella tradizione culinaria orientale. Questo volatile, infatti, è un ingrediente centrale nella cucina cinese, e qui è celebrata in ogni sua forma. Si inizia con il Ya xun ya, un ragù di ali d'anatra che si fonde con sapori intensi come la salsa hoisen e la soia chiara, servito in una foglia di basilico shiso aromatizzato al kimchi. Il millefoglie di speck propone un’interessante affumicatura dell'anatra con foglie di tè, abbinata a mousse di avocado e cialde croccanti, un piatto che parla di versatilità della materia prima.

Il foie gras e shokupan eleva il menu a un livello di raffinatezza eccezionale: il foie gras, marinato nel miso e arricchito con pera Nashi, si combina con lo shokupan, classico pane al latte cinese, una variante del pan brioche che tradizionalmente accompagna l’anatra in un equilibrio perfetto di sapori. Nel peking duck skin la pelle dell'anatra laccata viene servita croccante con pancake cinesi e julienne di verdure. Il menù prosegue con i dim sum di anatra piccante e i tacos, serviti con insalata belga, brunoise di anatra saltata con verdure, anacardi e maionese allo sriracha.

Dopo un gustoso intermezzo di brodo di anatra con spaghetti di soia e funghi enoki, l’anatra all’arancia conclude il percorso con un trionfo di tecnica: un petto d'anatra affumicato e stagionato per 20 giorni, servito con un fondo aromatico all'arancia, qumquat e pepe di Sichuan.

Gong Oriental Attitude
Corso Concordia 8 - 20129 Milano
Tel 02 76023873

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