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5 stelle

Il Grand Hotel Angiolieri, duemila anni di storia affacciati sul golfo di Napoli

Vincenzo D’Antonio
di Vincenzo D’Antonio
22 ottobre 2025 | 16:24

Di recente abbiamo raccontato della pizzeria Saporì incastonata all’interno del Grand Hotel Angiolieri. E allora è d’uopo raccontare qui di questo magnifico albergo che incastona la pizzeria Saporì. Siamo a Seiano, frazioncina di Vico Equense (Na), laddove comincia la Penisola sorrentina.

Il Grand Hotel Angiolieri, duemila anni di storia affacciati sul golfo di Napoli

Il Grand Hotel Angiolieri

Una storia lunga duemila anni

La storia del plesso, a voler rintracciare le antiche radici, è addirittura bimillenaria. In origine, difatti, l’antica dimora fu una villa costruita intorno al 100 a.C. Immaginiamoci cosa poteva essere all’epoca, in questi luoghi di delizia, concedersi momenti di ozio e di divertimento. Molti secoli dopo divenne convento delle Monache Clarisse, che scelsero questo luogo per la quiete e la serenità. Alla fine del ’700 il palazzo divenne proprietà della nobile famiglia dei Cosenza, che lo trasformarono in hotel con il nome di Hotel Seiano.

Il Grand Hotel Angiolieri, duemila anni di storia affacciati sul golfo di Napoli

La reception del Grand Hotel Angiolieri

Fu l’epoca del Grand Tour, allorquando, nel pianificare il viaggio in Europa, da parte dei rampolli delle famiglie nobiliari e aristocratiche, si concepiva come tappa irrinunciabile il nostro Bel Paese. Artisti e letterati venivano qui per godere appieno del fascino del Golfo di Napoli e del Vesuvio. In questo primo quarto di secolo, la recente ristrutturazione ha saputo rivitalizzare la storica identità del Grand Hotel Angiolieri, aprendo una nuova era di eccellenza e ospitalità a cinque stelle.

Camere e suite con vista sul Golfo

Tutte le camere sono molto belle. Superficie, arredi, luminosità e dotazioni sono da hotel cinque stelle. Semplicemente incantevoli, anche grazie a viste meravigliose sul Golfo di Napoli, le suite.

Si menzionano in particolare la suite Criseide e la suite Zeuxo. Di particolare fascino anche la Faito Suite, con piccola spa al suo interno.

L’Accanto, il ristorante stellato del Grand Hotel Angiolieri

Tra i motivi prevalenti che fanno prescegliere il Grand Hotel Angiolieri c’è sicuramente l’elevata qualità del ristorante interno, L’Accanto, aperto anche agli ospiti esterni. Lo chef, il talentuoso Fabrizio De Simone, riesce - con virtuosa naturalezza e con l’apporto di innati guizzi creativi - a creare squisiti piatti originali che di volta in volta compongono sue calibrate proposte di percorsi degustativi, ed al contempo ad eseguire alla perfezione i grandi classici della cucina sorrentina. Alla memoria ricorrendo, ancor prima che agli appunti, raccontiamo di una memorabile cena sul terrazzo del ristorante, in tiepida serata di ottobre, con la superluna che ci metteva del suo a rendere di grande fascino il tutto. Ci si cimenta volentieri in un goloso challenge: la successione delle portate non sarà canonica. Insomma, tranne che cominciare con il... dessert, tutto quanto potrà risultare originale e magari strambo sarà consentito.

Il Grand Hotel Angiolieri, duemila anni di storia affacciati sul golfo di Napoli

La sala del ristorante L'Accanto

Ma a sorpresa, prima di tutto, arrivano le amuse-bouche: Cialda di riso croccante e gambero crudo, Pane cristallizzato con burro e alici, Tartellette con fonduta di Provolone del Monaco e polvere di scorza di limone. E adesso... gnocco vesuviano. Scelta felice. È piatto semplicemente impeccabile, per come concepito e per come realizzato: gnocchi con agrumi e vongole, spuma di prezzemolo e crema di zucchine. Il wine pairing diviene task del prode sommelier Giovanni Starace: grande esperienza la sua. Nel calice, dall’attigua Costiera Amalfitana proveniente, il Costa d’Amalfi Furore Bianco 2024, fatto da Marisa Cuomo. Si prosegue con Lattuga in fermento, saggio di bravura della tecnica dello chef. E adesso, un ritorno al primo. Squisita, commovente addirittura per bontà e per ricordi evocati, la Minestra del pescatore: gli spaghetti sono spezzati a mano avendo a calibro, diciamo così, il pollice. Accadeva davvero, è genuino ricordo d’infanzia.

Il mare in tavola, come altrimenti descrivere sinteticamente il secondo? Sandwich di spigola. Affermazione di onerosa responsabilità: tra i secondi di pesce migliori in assoluto che si siano mai degustati. Siamo al dolce: Vesuvio in dolcezza. E il Vulcano buono è proprio lì, di fronte a noi. Placidamente e benevolmente tutto osserva. Alla base, un cake alle nocciole accoglie un cremoso al gianduia e una vibrante lemon curd. Il gel e il gelato all’albicocca e limone dialogano con un crumble croccante, mentre l’albicocca semi candita - della varietà Pellecchiella del Vesuvio - è profumata al finocchietto e origano. Nell’appropriato bicchierino, una sontuosa chicca campana: Moscato di BaseliceIl Vesuvio, la superluna che luccica sul Golfo di Napoli, le barche dei pescatori - quelle con le lampare, per catturare alici, sardine e piccoli totani. La suite a pochi passi. Buona la notte e sontuosa la prima colazione del domattina.

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