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Il nuovo Grand Egyptian Museum e lo splendore dell’Egitto eterno

Il Grand Egyptian Museum del Cairo apre al pubblico: un viaggio di 7mila anni nella storia dell’antico Egitto tra reperti unici e capolavori come il Tesoro di Tutankhamon. A completare l’esperienza, la crociera sul Nilo a bordo dello Yacht Savoy, simbolo di lusso e scoperta, firmata Agenzia Viaggi Rallo

Marina Tagliaferri
di Marina Tagliaferri
01 novembre 2025 | 00:00
Il nuovo Grand Egyptian Museum e lo splendore dell’Egitto eterno

Una superficie di ben 500mila mq, oltre 100mila oggetti e reperti esposti: il Grand Egyptian Museum (Gem) del Cairo, situato a meno di due chilometri dalle celebri Piramidi di Giza - una delle sette meraviglie del mondo antico - dopo oltre 20 anni di gestazione si inaugura oggi e apre il 4 novembre al pubblico. E noi lo abbiamo visitato in anteprima per voi, stupefacente preludio di uno straordinario viaggio in Egitto con crociera sul Nilo alla scoperta di una delle più misteriose ed affascinanti civiltà del mondo.

Il nuovo Grand Egyptian Museum e lo splendore dell’Egitto eterno

Una vista de Il Cairo, con le piramidi sullo sfondo

GrandEgyptianMuseum (Gem), il più grande al mondo

Il Grand Egyptian Museum è il più grande museo al mondo dedicato a una singola civiltà e, ovviamente, il più grande e più importante dedicato alla civiltà egizia. Ma a renderlo assolutamente unico ed eccezionale non sono solo le sue dimensioni - è il caso veramente di dirlo - faraoniche e la straordinaria ricchezza e varietà di reperti esposti, ma anche la sua struttura perfettamente inserita nell’ambiente circostante, che dialoga con le Piramidi e la Sfinge, su cui si apre con spettacolari scorci.

Il nuovo Grand Egyptian Museum e lo splendore dell’Egitto eterno

Il Gem del Cairo

Capolavoro assoluto di architettura museale contemporanea, è firmata da un team di architetti guidato da Heneghan Peng Architects (HPARC), uno studio di architettura con sede a Dublino e a Berlino, che nel 2003 aveva vinto nel 2003 il concorso internazionale indetto l’anno prima dal governo egiziano.

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Una delle sale monumentali del Gem

La storia dell’Egitto in 12 gallerie tematiche

Nelle sue 12 grandi gallerie tematiche si ripercorrono in modo emozionale (grazie a tecnologie all’avanguardia, soluzioni espositive innovative e amplissimi spazi che valorizzano i singoli reperti) circa 7mila anni di storia egizia, dalle origini pre-dinastiche all’epoca greco-romana.

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Cultura egizia in tutte le sue sfaccettature al Gem

Visitarlo è farsi stupire, e stimolare, dal modo con cui una civiltà antica viene presentata in un contesto contemporaneo: il design, la luce, la proporzione fanno parte della messinscena della storia. L’architettura stessa è parte del racconto: ne è già una premessa l’ingresso monumentale che conduce al Grand Hall dove campeggia la statua colossale di Ramses II, che accoglie i visitatori ed è simbolo dell’autorità faraonica.

Il nuovo Grand Egyptian Museum e lo splendore dell’Egitto eterno

Spazi enormi, adeguati alla maestosità dei reperti, al Gem

Alta 12 metri, pesante 83 tonnellate, fu realizzata 3.200 anni fa e fu ritrovata nel 1820 dall’esploratore ed egittologo genovese Giovanni Battista Caviglia nel Grande Tempio di Ptah, vicino a Menfi, la capitale dell’Egitto durante l’Antico Regno. Dall’atrio, una scala altrettanto monumentale (il Grand Staircase) sale attraverso spazi espositivi dominati da gigantesche sculture, portando ai vari piani del museo, dove si ammirano migliaia di pezzi e reperti mai esposti al pubblico provenienti dal Museo Egizio del Cairo (che è tuttora aperto, e merita assolutamente una visita, anche per poter fare un interessante confronto fra i concetti espositivi d’inizio Novecento quando fu costruito e quelli contemporanei) e da altri musei e siti archeologici egiziani.

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Una vista notturna del Nilo

Il Tesoro di Tutankhamon

Superstar del Gem è il Tesoro della tomba di Tutankhamon, rinvenuta intatta nella Valle dei Re dall’archeologo inglese Howard Carter nel 1922: oltre 5500 oggetti esposti tutti insieme per la volta su progetto  dall’Atelier Brückner, a cui è riservata un’intera galleria di circa 7000 metri quadri con 7 sale assolutamente spettacolare con ricostruzioni in 3D e giochi di luce.

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La maschera di Tutankhamon

Accanto alla celeberrima Maschera d’oro 24 carati e lapislazzuli del faraone bambino che salì al trono a 9 anni e morì a 18 (1341 a.C. - 1323 a.C.)  emblema universale dell’arte egizia, santuari, sarcofagi e bare che -uno dentro l’altro-  custodivano la sua mummia, il Trono d’oro, gli spettacolari Carri cerimoniali, i gioielli,  gli amuleti e centinaia di oggetti che lo accompagnarono nel viaggio verso l’aldilà.

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Ogni reperto è valorizzato con le migliori tecnologie al Gem

Un altro reperto di cui si attende con grandissima curiosità e interesse l’esposizione è la Barca solare di Khufu (Chefren): fra le imbarcazioni funerarie più antiche,  lunga 43 metri, è stata ricostruita con oltre 1.200 pezzi di cedro del Libano. Raffinatissimi i gioielli e i  tesori della regina Hetepheres, madre di Cheope, come pure le migliaia di pezzi di gioielleria e  oreficeria ( collane, anelli, amuleti…) che riflettono la vita quotidiana, i riti e la bellezza nell’antico Egitto.

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I giardini del Gem, con una vista mozzafiato

E ancora: il Papiro di Rhindt che testimonia le straordinarie competenze matematiche degli antichi egizi, corredi funebri di migliaia di pezzi, sarcofagi, oggetti d’uso quotidiano e rituale, statue colossali di faraoni e divinità…E, all’esterno, giardini che ricreano ambienti e flora egiziana e il già famoso “obelisco sospeso” (unico al mondo), posto su una struttura rialzata da quattro pilastri di fronte all’ingresso del museo, sotto cui si può passare per vedere la base dove inciso il cartiglio di Ramesse II.

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I misteri della civiltà egizia sono ben raccontati al Gem

Il consiglio è di regalarsi del tempo per immergersi nella storia, nella vita, nei misteri della civiltà egizia, fra le più enigmatiche ed affascinanti di tutti i tempi, al Gem mirabilmente raffigurata e raccontata.

Le Piramidi e la Sfinge, patrimonio Unesco

Imperdibile, ovviamente, una visita alla vicina Piana di Giza, patrimonio Unesco,  uno dei siti archeologici più celebri e visitati del mondo dove si concentrano le più straordinarie testimonianze della civiltà egizia dell’Antico Regno: le tre grandi piramidi di Cheope (Khufu), Chefren (Khafre) e Micerino (Menkaure) costruite tra il 2600 e il 2500 a.C. come tombe dei faraoni della IV dinastia, la monumentale Sfinge (la più grande statua monolitica raffigurante questa figura mitologica con la testa di un uomo e il corpo di un leone) e numerosi templi funerari e sepolture minori, a riprova della ricchezza politica, religiosa e architettonica dell’epoca faraonica.

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Le piramidi e la sfinge, patrimonio Unesco

La Piramide di Cheope, la più imponente, è l’unica delle Sette Meraviglie del mondo antico ancora esistente e la più antica. In origine rivestita di calcare bianco lucente, risplendeva al sole rendendosi visibile a grande distanza. I suoi interni, articolati in corridoi e camere, testimoniano conoscenze ingegneristiche sorprendenti: la Camera del Re e la Grande Galleria rimangono ancora oggi oggetto di studi e misteri, tra ipotesi di stanze segrete e tecniche costruttive innovative.

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La Sfinge

La Piramide di Chefren, figlio di Cheope, pur più piccola, appare visivamente più alta grazie alla posizione sopraelevata sul plateau e all’inclinazione delle sue pareti. È anche quella che conserva meglio il rivestimento originario sulla sommità, preziosa traccia dell’aspetto autentico delle piramidi nell’antichità.

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Turisti alla piana di Giza

La terza, quella di Micerino, alta in origine circa 65 metri, si distingue per l’uso del granito rosso nella parte inferiore, materiale raro e difficile da lavorare, simbolo di prestigio reale. Accanto alla Piramide di  Chefren si trova la Grande Sfinge, scolpita direttamente nella roccia calcarea del plateau: un colosso lungo 73 metri e alto 20, con corpo di leone e volto umano. Secondo la maggior parte degli studiosi, il suo volto raffigura proprio il faraone Chefren, simbolo della forza del sovrano e del suo ruolo di mediatore con gli dei. Nel corso dei millenni la Sfinge è stata danneggiata da erosione e interventi umani - celebre la perdita del naso - ma resta una delle figure più enigmatiche e iconiche dell’antico Egitto, circondata da leggende e interpretazioni religiose e astronomiche.

Il Cairo, una città che sa sorprendere e affascinare

Il Cairo merita più di una toccata (per visitare Gem e Necropoli di Giza) e fuga verso il sud, alla volta di Luxor ed Assuan. Affacciato sulle sponde del Nilo, è un mosaico di storie millenarie, monumenti d’inestimabile valore, mercati vivaci, ogni suo angolo racconta una storia e ogni incontro è un piccolo viaggio nella cultura egiziana.

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Vista dal ristorante Ristorante Mamlouk Pyramids

Brulicante di vita (con 22 milioni  di abitanti è la più grande metropoli dell’Africa) è fatto di contrasti e sovrapposizioni, e affascina  proprio per questa sua atmosfera sospesa tra passato e presente, fra i profumi speziati che escono dalle botteghe tradizionali e il rutilante ritmo cittadino, tra gli antichi caffè e le crociere sul Nilo al tramonto, i vecchi bazar e i negozi di tendenza, le bancarelle con l’eccellente street food tradizionale, i raffinati ristoranti  di ricerca e quelli, romantici, sulle rive del fiume o su battelli. Tutto da scoprire senza fretta e senza pregiudizi, facendosi sorprendere dai piccoli e grandi tesori che offre.

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Specialità egiziane al Cairo, celebre anche per i suoi street food

Tappe imperdibili il Museo Egizio che si affaccia su piazza Tahrir, la principale della città; Il Museo Nazionale della Civiltà Egizia del Cairo (NMEC) aperto nel 2021 e dedicato all’intera storia dell’Egitto, non solo a quella dell’epoca faraonica, con la Sala delle Mummie Reali, dove sono esposte 22 mummie di faraoni e regine, trasferite con una grandiosa parata dal Museo Egizio; la Cittadella di Saladino che regala una stupenda vista e custodisce la magnifica Moschea di Muhammad Ali; il quartiere islamico con le sue moschee, i vicoli intricati, il mercato di Khan el-Khalili che è un autentico tripudio di colori e suoni, ideale per immergersi nell’anima autentica del Cairo, tra artigianato, spezie e il tradizionale the alla menta.

La Crociera sul Nilo, nella wishlist dei viaggiatori

Se il Gem è un nuovo, eccezionale, motivo per visitare l’Egitto, un luogo che non finisce mai di affascinare e stupire, la Crociera sul Nilo è uno dei più iconici viaggi inseriti nella wishlist dei viaggiatori di tutto il mondo. Raggiunta Luxor in meno di un’ora di volo, ci si imbarca e si ridiscende lentamente il fiume fino ad Aswan, da cui vale assolutamente la pena di spingersi oltre la diga (eretta tra il 1960 e il 1970) e scoprire nel lago Nasser l’Isola e il tempio di Philae e il complesso monumentale di Abu Simbel, salvati dalle acque e ricostruiti più sopra.

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Crociera sul Nilo di classe con il Savoy

La crociera è un’esperienza unica, che porta a vedere l’Egitto dal fiume che, con il suo limo, gli ha dato vita e fertilità e le cui rive, rigogliose di una striscia di vegetazione che spicca verdissima sul deserto retrostante, sono punteggiate di antichi templi, resti archeologici, villaggi pieni di vita.

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Le spettacolari viste dallo yacht Savoy

Il “viaggio della vita” -  e a ragione - per molti. Oggi a renderlo ancor ancor più indimenticabile  è la possibilità di farlo a bordo dello Yacht Savoy, un gioiello di ospitalità a cinque stelle pensato per chi desidera vivere l’Egitto in modo autentico e raffinato. Non una semplice crociera, ma un’esperienza unica di viaggio firmata Agenzia Viaggi Rallo, storica protagonista del turismo culturale di qualità, che lo propone in esclusiva per il mercato italiano.

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Le suite del Savoy

Con le sue sole 12 suite di 45 m², unisce comfort, privacy e charme, offrendo attracchi riservati lungo il fiume che ha dato vita alla più affascinante delle civiltà antiche. Salirvi a bordo significa vivere l’Egitto in modo nuovo, con lo sguardo di chi sa riconoscere la bellezza nei dettagli e nel ritmo lento del viaggio.

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Lusso e relax sul Savoy, mentre si naviga sul Nilo

È un ritorno all’essenza del turismo d’autore, quello che l’ Agenzia Viaggi Rallo coltiva da oltre cinquant’anni: fatto di esperienze vere, incontri autentici e una profonda conoscenza di una terra che continua a incantare il mondo.

Lo Yacht Savoy: eleganza a 5 stelle sul Nilo

Il Savoy - che conduce da una tappa all’altra, dando la possibilità di sfruttare al meglio i tempi del tragitto e trasformali essi stessi in un’esperienza memorabile -  è veramente un’oasi di lusso e di relax in cui riposarsi dopo le visite a terra e dove pranzare e cenare in tutta tranquillità. A bordo tutto è pensato per offrire un’esperienza sensoriale completa. Le suite, ampie e luminose, vantano arredi eleganti, vasca idromassaggio privata, connessione Wi-Fi.

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Anche cocktail con un tramonto molto suggestivo sono possibili sul Savoy

Il ristorante panoramico propone menu firmati da chef internazionali della scuola Amandine, con piatti che reinterpretano la tradizione locale con raffinata creatività: il livello della cucina è veramente eccellente ed il raffinato breakfast introduce al meglio la giornata.

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La sala del ristorante del Savoy

L’atmosfera è intima, discreta, arricchita da musica dal vivo e da un servizio attento e personalizzato che trasforma ogni crociera in un’esperienza indimenticabile. Gli interni, illuminati da ampie vetrate sul fiume, riflettono la luce rosata dell’alba e quella dorata del tramonto sul Nilo. In cabina, comodamente sdraiati nel proprio letto o rilassati nell’idromassaggio, o all’esterno negli spazi dedicati al relax sul ponte o nella piscina panoramica, si vedono scorrere lenti storia e paesaggi senza tempo.

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Navigazione sul Nilo sullo Yacht Savoy

Ogni settimana lo yacht solca il Nilo tra Luxor e Aswan (e viceversa), toccando i luoghi sacri della storia e del mito, abbinandovi soggiorni in hotel di lusso al Cairo, con programmi di viaggio da 9 a 11 giorni complessivi. La programmazione delle crociere, sfalsata rispetto a quella delle navi tradizionali, permette fra l’altro di visitare i templi in momenti di minor affluenza, regalando ai viaggiatori la magia di luoghi millenari lontani dal turismo di massa. Le partenze sono prenotabili in formula individuale, per piccoli gruppi o anche in esclusiva: perfette per eventi privati, viaggi incentive e team building di prestigio.

L’Egitto di Vittorio Russo, pioniere del turismo nella terra dei faraoni

Il progetto dello Yacht Savoy nasce dalla collaborazione tra Agenzia Viaggi Rallo e Seti First, compagnia egiziana di riferimento nella gestione di motonavi e strutture ricettive. Fondata negli anni Settanta dalla visione pionieristica di Vittorio Russo, tra i primi a credere nel turismo organizzato in Egitto, l’agenzia è oggi diretta dalla figlia Silvia Russo, che ne porta avanti l’eredità con passione, competenza e un’attenzione costante alla qualità. Oggi come allora, Rallo è sinonimo di conoscenza profonda del territorio, rapporti consolidati con i migliori operatori locali e itinerari curati in ogni dettaglio.

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Le Feluche ad Aswan

L’esclusiva commerciale per l’Italia dello Yacht Savoy rappresenta un valore aggiunto che si traduce in un servizio su misura: assistenza dedicata, guide professioniste in lingua italiana e itinerari riservati, nel pieno rispetto dello stile Rallo (leader in Italia per quanto riguarda l’Egitto). L’iniziativa arricchisce l’ampio catalogo “L’Egitto di Vittorio Russo”, dedicato a chi cerca emozioni autentiche tra cultura, storia e lusso contemporaneo.

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Le oasi nel deserto a ridosso del Nilo

Luxor e Karnak, il più grande complesso religioso d’Egitto

Sulle rive orientali del Nilo, Luxor, l’antica Tebe (da cui parte la crociera), è il cuore pulsante dell’Egitto faraonico, città sacra in cui il respiro degli dei ancora vibra tra le pietre. Qui, tra luce e sabbia, il Tempio di Karnak (a 3 km a nord della città) è il più grande complesso religioso d’Egitto e fra i maggiori al mondo: un labirinto di viali, obelischi e statue colossali.

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La magia del tempio di Karnak

Dedicato alla triade tebana di Amon, della sposa Mut e del figlio Khonsu, rappresenta la testimonianza vivente del potere, della spiritualità e della grandiosità delle civiltà che hanno dominato la Valle del Nilo per millenni. La sua costruzione ebbe inizio durante il Medio Regno (circa 2000 a.C.) e proseguì per oltre duemila anni, coinvolgendo più di trenta faraoni.

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Il tempio di Karnak, un labirinto di viali, obelischi e statue colossali

Ogni sovrano cercò di lasciare il proprio segno, ampliando e decorando il santuario con obelischi, portici, statue e sale con colonne.  Camminare nel suo ipostilo, sotto 134 colonne alte quanto un palazzo, è come entrare nel corpo stesso del mito. La luce filtra tra i capitelli a forma di papiro, accende i geroglifici scolpiti tremila anni fa.

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134 colonne alte quanto un palazzo al tempio di Karnak

Ogni pietra racconta una storia: quella dei faraoni che vollero lasciare un segno eterno, dei sacerdoti che vi officiavano i riti segreti dell’universo, dei pellegrini che giungevano da ogni angolo della Valle del Nilo per chiedere protezione.

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Il tempio di Luxor

Nel grande viale delle sfingi che univa Karnak al Tempio di Luxor si svolgeva la processione divina di Opet che univa cielo e terra, vita e aldilà, trasportando le statue di Amon, Mut e Khonsu nella cappella del Sud del grande Tempio di Luxor costruito principalmente per la celebrazione di questa ricorrenza.

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Al Tempio di Luxor si svolgeva la processione divina di Opet che univa cielo e terra

Meno grandioso di  quello di Karnac, ma autentico gioiello architettonico per la sua eleganza e la purezza del suo schema costruttivo, il Tempio di Luxor sorge sulle rive del Nilo ed è oggi inglobato nel tessuto urbano cittadino. Il consiglio è visitarlo verso sera, quando una sapiente illuminazione ne fa risaltare i raffinati dettagli architettonici e la massa dei turisti se n’è andata.

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Visitato di sera, il tempio di Luxor è ancora più suggestivo

La Valle dei Re e le tombe dei faraoni

Prima di lasciare Luxor a bordo dello Yacht Savoy, si parte per l’emozionante esplorazione della Valle dei Re che, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor, si apre come una ferita nel deserto, dominata da una vetta di forma piramidale. Le alture color ocra inondate da una luce abbagliante nascondono nel loro ventre decine di tombe scavate nella roccia: è qui che i faraoni del Nuovo Regno scelsero di dormire per sempre, lontano dagli occhi del mondo.

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Tomba di Ramses IV

Niente più piramidi visibili da chilometri di distanza, ma un labirinto sotterraneo di corridoi, pozzi e camere sepolcrali. Una scelta di riservatezza e protezione, simbolica come la posizione stessa della valle: a ovest, dove il sole tramonta e comincia il viaggio verso l’aldilà.

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Tomba di Ramses I

Scendendo nelle tombe, l’aria cambia. Le pareti si stringono e la luce si fa dorata e sempre più in penombra, rivelando geroglifici e dipinti dai colori ancora vivi dopo tremila anni. Dei, serpenti, stelle e barche sacre, milioni di geroglifici raccontano la rinascita del sovrano, il passaggio dal buio alla luce, dalla morte all’eternità. I nomi incisi - Ramses II, Seti I, Tutankhamon (la cui mummia si trova ancora nella tomba dove venne ritrovato il suo tesoro) - non sono solo pagine di un libro di storia: sono presenze.

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Tempio di Hatshepsut

Ogni tomba è un racconto personale, un tentativo di fermare il tempo, la testimonianza di un popolo che costruiva per l’eternità. Oltre alle necropoli reali si possono visitare le cosidette tombe dei nobili, il villaggio di Deir el Medina dove vivevano gli operai e gli artisti che lavoravano nelle tombe, la Valle delle Regine, il Tempio di Hatshepsut, imponente tributo alla donna che regnò come faraone per quasi mezzo secolo.

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Il complesso di Medinet Habu

Fuori dalle comuni rotte di visita, merita una tappa il complesso di Medinet Habu, imponente tempio funerario di Ramses III.

I templi fuori rotta visti dal Nilo

La navigazione procede lenta fra paesaggi mutevoli fino ad Edfu, una delle località che sarebbe molto lungo e disagevole raggiungere via terra, dove si attracca. La mattina, appena svegli, la sorpresa è il Tempio dedicato a Horus, il dio conosciuto come "il disco alato" (e come tale rappresentato) che sorge imponente su una piccola altura proprio di fronte all’attracco. In perfette condizioni, risale al periodo tolemaico e la sua costruzione durò poco meno di 200 anni a partire dal 237 a.C.

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Il Tempio dedicato a Horus a Edfu

Sempre a bordo del Savoy si raggiunge il tempio di Kom Ombo, dedicato a Sobek, il dio coccodrillo, e a Haroeris, il dio a forma di falcone: meravigliosi sono i suoi bassorilievi, alcuni dei quali hanno mantenuto gli antichi colori originali. Una curiosità è il vicino museo che conserva le mummie di parecchi coccodrilli sacri.

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Il tempio di Kom Ombo, dedicato a Sobek, visto dal Nilo

Per la notte si attracca ad Aswan, dove all’altezza della prima cateratta del Nilo fu costruita tra il 1960 e il 1970, per combattere i problemi legati alla siccità, un’imponente diga. 5.250 km² di superficie, lungo 550 km, l’invaso ha sommerso un vastissimo territorio abitato principalmente dal popolo nubiano e, che viveva lungo il Nilo da migliaia di anni.

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Arte nel tempio di Kom Ombo

La regione ospitava anche importanti monumenti e templi dell’antico Egitto, come i templi di Abu Simbel. A seguito della costruzione della diga di Assuan, gran parte della zona è stata inondata, causando lo spostamento di migliaia di famiglie nubiane e la sommersione di molti siti archeologici, parte dei quali sono stati costruiti in un’area più elevata. Ad Aswan piacevole è fare un giro in feluca (la tradizionale barca a vela) al tramonto.

Abu Simbel, il tempio che ha sfidato le acque

Lasciato il Savoy e saliti a bordo di un bus, una giornata intera è dedicata alla scoperta del complesso monumentale di Abu Simbel, meraviglie salvata dalle acque del Lago Nasser. Attraverso il deserto si oltrepassa il tropico del cancro e si giunge Abu Simbel, miracolo di pietra e di luce.

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Il tempio di Abu Simbel

Nulla prepara davvero allo stupore di chi lo vede emergere all’orizzonte: quattro colossi seduti, alti più di 20 metri, scolpiti direttamente nella montagna, fissano l’eternità con lo sguardo immobile dei faraoni. È Ramses II, il re divinizzato, che qui volle celebrare la propria grandezza e l’amore per la regina Nefertari in due templi Gemelli che resistono al silenzio del deserto da oltre 3000 anni.

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Giochi di luce al tempio di Abu Simbel

Quando il sole sorge, i raggi si allungano fino a penetrare nel santuario interno, illuminando il volto di Ramses e delle divinità accanto a lui. Solo due volte l’anno - il 22 febbraio e il 22 ottobre - la luce raggiunge il cuore del tempio, lasciando però nell’ombra Ptah, dio delle tenebre.

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Il santuario interno al tempio di Abu Simbel

È un allineamento perfetto, un dialogo eterno tra uomo e cosmo, costruito con una precisione che ancora oggi lascia senza parole. Il vicino Tempio di Nefertari - “per chi il sole risplende” - custodisce la grazia della regina amata, ritratta accanto agli dei come pari al faraone: un omaggio raro, inciso nella pietra come promessa d’amore. La sera, le facciate dei templi si animano con un suggestivo spettacolo di Luci e suoni, assolutamente da non perdere (e da godere in tutta rilassatezza se ci si ferma a dormire in loco).

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Il celebre Tempio di Nefertari

Philae, l’isola del silenzio sacro

Salvati dalle acque anche i Templi tolemaici che sorgevano sull’isola di Philae, la frontiera meridionale del regno egizio. Raggiungibili con un breve tragitto in barca, sono ricostruiti nel 1977 pietra su pietra sull’isoletta di Agilkia, che si rispecchia nelle acque tranquilla del lago Nasser,  poco lontano dalla diga. Il principale è dedicato alla dea Iside ed era il più importante centro del culto isiaco in Egitto.

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Tempio di Philae

Le sue colonne scolpite come fiori di loto, le pareti incise di miti e stelle, i raffinati bassorilievi raccontano l’amore eterno tra Iside e Osiride, la morte e la rinascita, la forza del femminile divino. Un luogo del sacro e del silenzio che, a distanza di secoli, conserva intatta la sua magia e che è stato proclamato Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Ed è la sua immagine che ci portiamo scolpita negli occhi e nel cuore, sulla via del ritorno.

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