Milano incontra New Orleans. È successo al The Spirit di via Piacenza, uno dei templi della mixology italiana, che ha ospitato una serata interamente dedicata alla scoperta della Louisiana. Un viaggio sensoriale pensato per raccontare l’anima autentica del Sud degli Stati Uniti attraverso i suoi sapori, la sua musica e soprattutto i suoi drink, capaci di condensare secoli di storia e influenze culturali.

Uno dei barman del The Spirit
L’Anno della gastronomia e l’identità culinaria della Louisiana
L’appuntamento si inserisce nel contesto dell’“Anno della gastronomia”, iniziativa del Louisiana Office of Tourism che celebra il ricchissimo patrimonio culinario dello Stato. La Louisiana, infatti, è un crocevia dove tradizioni francesi, africane, creole, caraibiche e spagnole si intrecciano in un’identità gastronomica vibrante. Piatti simbolo come gumbo, jambalaya e beignets, oltre a essere specialità da provare almeno una volta nella vita, sono veri tasselli di una storia collettiva che continua a essere raccontata attraverso festival, itinerari tematici e proposte esperienziali.

Il The Spirit di Milano
Distillati, mixology e il Louisiana Libations Trail
Accanto alla cucina, la Louisiana custodisce un mondo altrettanto affascinante: quello dei distillati e della mixology. Il Louisiana Libations Trail collega distillerie, birrifici e cantine, diventando un percorso per appassionati in cerca di una vera immersione culturale. Materie prime come canna da zucchero e rye raccontano tradizioni agricole radicate, mentre luoghi iconici come la Sazerac House di New Orleans ricordano come proprio qui sia nato il primo cocktail americano, il celebre Sazerac.
Tre cocktail per raccontare un territorio
Al The Spirit, questo universo è stato raccontato attraverso tre drink che hanno accompagnato i presenti in un itinerario liquido tra quartieri storici, ricette d’altri tempi e rituali del buon bere. Oltre ad assaggiarli, preparati sapientemente dall’ottimo staff del locale, siamo stati guidati in una lezione di mixology che ci ha portato a prepararli, toccando con mano parte della tradizione della Louisiana. Le proposte presentate sono state tre.
1. Vieux Carré: l’eleganza storica del French Quarter

The Spirit: il Vieux Carré
Il primo è stato il Vieux Carré, creato nel 1937 all’Hotel Monteleone dal barista Walter Bergeron. Il suo nome significa “vecchio quartiere” e rimanda direttamente al French Quarter di New Orleans, cuore pulsante della città. È un cocktail che incarna alla perfezione la natura multiculturale della Louisiana: cognac francese, rye whiskey americano, vermouth italiano, Bénédictine monastica e bitters creoli si uniscono in un equilibrio profondo e speziato. È uno dei pochi drink al mondo in cui tante radici culturali convivono in modo così armonioso. Ancora oggi, la tradizione vuole che si assaggi seduti al Carousel Bar, il celebre bar girevole dell’hotel che ruota lentamente come una giostra, offrendo un’esperienza sospesa nel tempo.
2. Hurricane: il lato festoso del rum nel bicchiere

The Spirit: Hurricane
A seguire, l’Hurricane, forse il più immediato e festoso dei tre. Fu creato negli anni ’40 da Pat O’Brien, in un periodo in cui il whisky scarseggiava perché destinato in gran parte alla produzione bellica. Per ottenere anche pochi litri di whisky, i bar erano costretti ad acquistare grandi quantità di rum: la necessità di smaltirlo portò alla nascita di questo cocktail fruttato a base di rum, agrumi e granatina. Il bicchiere in cui viene tradizionalmente servito, l’hurricane glass, richiama la forma delle lampade da tempesta (a dispetto del nome, quindi, non c’entra nulla con i fenomeni atmosferici) e oggi è diventato uno dei simboli delle celebrazioni del Mardi Gras. A New Orleans è celebre anche la versione “da passeggio”, consentita dalla normativa locale che permette il consumo di alcolici all’aperto se serviti in contenitori di plastica.
3. Grasshopper: la “cavalletta” che sa di menta e tradizione

The Spirit: Grasshopper
Il percorso si è concluso con il Grasshopper, un cocktail dalla storia sorprendente, nato nel 1918 proprio alla vigilia del Proibizionismo. Presentato da Philip Guichet del Tujague’s di New York durante una competizione, dove arrivò secondo, colpì subito per il suo colore verde brillante, dato dalla crème de menthe, tanto da meritarsi il nome di “cavalletta”. Tornato in Louisiana, divenne un classico dei locali del Sud, spesso servito come dessert cocktail grazie alla sua morbidezza e ai suoi aromi di cioccolato e menta. Negli anni ha vissuto un alternarsi di mode, fino a tornare oggi protagonista nei bar che celebrano il revival dei drink vintage, spesso reinterpretato in chiave moderna con versioni frozen o abbinamenti più gourmet.
Un ponte culturale tra Milano e il profondo Sud Usa
La serata al The Spirit è stata un vero ponte culturale tra Milano e New Orleans. Ogni cocktail ha portato con sé una storia fatta di viaggi, invenzioni, necessità trasformate in tradizione e una convivialità che è parte integrante dell’anima del Sud degli States. Un invito a scoprire uno Stato che continua a sorprendere per la sua energia, la sua creatività e la sua capacità di raccontarsi attraverso sapori e spiriti inconfondibili.