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nell'avellinese

Perché Avella, in Campania, è il luogo ideale per riscoprire il turismo lento

Vincenzo D’Antonio
di Vincenzo D’Antonio
23 dicembre 2025 | 10:20

Là, dove ad oriente la provincia di Napoli cede il passo alla montuosa verde irpinia, proprio là, ad Avella (Av) si effettua non breve sosta per consapevole immersione da temporary citizen in un borgo i cui tempi, i cui ritmi, le cui costumanze ritemprano corpo ed anima e fanno gioiosamente riemergere la sensazione che nel nostro Bel Paese, quando si è lontani dalla folla, si sta proprio bene! Avella, negli orti le colture autoctone innanzitutto; qui si semina e si raccoglie secondo stagione e secondo il sapere tramandato dai padri.

Perché Avella, in Campania, è il luogo ideale per riscoprire il turismo lento

L’anfiteatro romano di Avella

Abella antica: storia, Appia e origini mitologiche

Aella, l’antica Abella, è lungo quel tratto dell’Appia che collegava Capua a Maleventum.
Secondo le fonti storiche, la sua fondazione è attribuita al re Muranus, che le conferì il nome di Moera; tuttavia, tale origine appare mitologica. Plinio il Vecchio nella sua opera Naturalis Historia, menziona la nux Abellana, ovvero la noce di Avella, descrivendola come la più eccellente tra tutte le noci, tanto per grandezza quanto per sapore.

La nocciola di Avella, un’eccellenza millenaria

In effetti, le caratteristiche agricole di Abella la resero celebre soprattutto per la sua produzione di frutta, in particolare la nocciola, la suddetta nux abellana. Da secoli, il nome di Avella risuona in tutta Europa grazie a questo piccolo frutto dal grande valore, la nocciola che proprio da questa terra ha ereditato il suo nome scientifico e comune. La “nux Abellana” compare nelle cronache, nelle opere botaniche e persino nei documenti dei commerci dell’epoca imperiale, segno di un prodotto che aveva conquistato territori lontani grazie alla sua qualità superiore.

Perché Avella, in Campania, è il luogo ideale per riscoprire il turismo lento

La nocciola di Avella (foto binews.it)

Questa lunga storia continua ancora oggi nelle campagne che circondano il borgo, dove i noccioleti disegnano il paesaggio e scandiscono i ritmi agricoli della comunità. Qui, tra i fertili suoli vulcanici e l’aria mite che scende dal Partenio, la coltivazione della nocciola si tramanda di generazione in generazione.

Perché la nocciola Abellana è così pregiata

Perché la nocciola di Avella è così pregiata? La forza della nocciola Abellana risiede in una combinazione unica di quattro fattori:

  • Terreno di sedimentazioni di origine vulcanica, (lapilli) ricco di minerali preziosi;
  • Microclima ideale, con escursioni termiche che intensificano gli aromi;
  • Varietà autoctona, selezionata nel tempo per gusto, rotondità e croccantezza.
  • Coltivazioni tradizionali, che rispettano la terra e garantiscono la qualità del frutto.

Il risultato è una nocciola dal cuore compatto, dal sapore pieno e dalla naturale dolcezza, capace di esprimere un profilo aromatico riconoscibile e inconfondibile. Oggi i produttori di Avella non si limitano a custodire un patrimonio storico, ma ne esaltano il valore attraverso lavorazioni artigianali di eccellenza quali creme spalmabili, dolci tipici, farine e granella, torroni, praline e specialità gastronomiche d’autore. Ogni prodotto è il risultato di una filiera corta, trasparente, profondamente radicata nel territorio: un simbolo identitario.

Cucina identitaria: Il Moera e le ricette della memoria

Si cena al ristorante “Il Moera” dove il patron Francesco (in cucina) e la moglie Diana (in sala) recuperano antiche sapienze culinarie: aglio orsino, pesto di nocciole avellane, fagiolo zolfino, piccolo, tondo, di colore giallo chiaro, questa speciale tipologia di fagiolo è molto apprezzata per la buccia finissima, che lo rende estremamente digeribile e ideale per zuppe, minestre e piatti come la pasta e fagioli.

Perché Avella, in Campania, è il luogo ideale per riscoprire il turismo lento

La zuppa di fagioli “alla pecorara“,

La cremosità è un’altra caratteristica: buonissima la zuppa di fagioli “alla pecorara“, un’antica ricetta locale povera, a base di olio evo e origano di montagna, in cui i fagioli vengono cotti per ore in anfora accanto al camino. Un salto nel tempo anche per i buonissimi fichi imbottiti di mandorle e cotti al forno.

Avella archeologica: anfiteatro, museo e castello

La sosta volutamente non breve consente di visitare l’anfiteatro romano, imponente quanto quello di Pompei, costruito in opus reticulatum di tufo, dotato persino di un velarium in canapa. Imperdibile non frettolosa visita al MIA, Museo Immersivo e Archeologico e al Castello Normanno di San Michele Arcangelo.

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MIA, Museo Immersivo e Archeologico

La via dell’acqua e il Muliniello

Accanto ai monumenti, Avella offre un’altra storia da raccontare: quella del lavoro e dell’acqua. L’antica Via dei Mulini segue ancora il corso del Clanio, un tempo navigabile fino a Capua.

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L'Antico Mulino di Avella (foto guardachecreativi.it)

Il Muliniello, ovvero il mulino, è oggi, dopo accorto lavoro di restauro, il suggestivo Agriresort Antico Mulino, dove si pernotta. Dopo due giorni, si va via da Avella, perché il tempo scorre e detta i suoi imperativi. Però, è Avella che non andrà più via da noi.

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