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Protagonisti

Crudo, cotto e identità: il mare di Napoli secondo Giuseppe Scicchitano

Gabriele Ancona
di Gabriele Ancona
vicedirettore
26 dicembre 2025 | 08:30

Questa è una storia di passioni, di identità e di amore sconfinato per un luogo che è un mondo: Napoli. Al centro di questo vortice il 35enne Giuseppe Scicchitano, terza generazione di una famiglia dedita all’offerta gastronomica. «Ha iniziato il nonno con il suo carrettino a vendere per i vicoli di Napoli brodo di polpo - racconta Giuseppe - Un’attività che gli ha permesso di diventare stanziale, aprendo il ristorante O’ Marenaro, che con mia madre si è sviluppato in ‘A figlia d’O’ Marenaro».

Crudo, cotto e identità: il mare di Napoli secondo Giuseppe Scicchitano

Giuseppe Scicchitano

Ristorante Scicchitano, la passione alla base di tutto

La trasmissione transgenerazionale non si arresta con Giuseppe, che nel 2019, nello stesso stabile dove opera la madre, al primo piano, apre Giuseppe Scicchitano. Minimo comun denominatore la tradizione marinara napoletana in declinazione cotto e crudo. Un locale di successo, che in dicembre raddoppia con un gemello sul lungomare.

Crudo, cotto e identità: il mare di Napoli secondo Giuseppe Scicchitano

Il dettaglio della mise en place del ristorante di Giuseppe Scicchitano

«Mi ritengo fortunato per essere stato abbracciato a mia volta dalla passione per la cucina - sottolinea - Una professione chi ti assorbe e richiede tempo, impegno e tanti sacrifici. Senza questo trasporto non si va avanti. Una grande spinta viene anche dalla “fame” di stimoli, di conquistare una propria strada e un’identità. Una sfida doppia con una famiglia come la mia alle spalle. Non bisogna mai adagiarsi. Se guardo indietro mi vedo attraversare tutti i reparti di un ristorante, dal lavaggio delle stoviglie alla cucina, alla sala».

Ristorante Scicchitano, il ruolo svolto dalla farina

Il menu firmato Giuseppe Scicchitano è un inno al mare con tutta la tradizione napoletana e sezioni dedicate a crudi, ostriche, crostacei e pescato. Una tradizione che abbraccia Napoli in toto. «Sono un tifoso della città e della sua identità» puntualizza Scicchitano.

«Un legame stretto e antico. Non a caso abbiamo un rapporto storico con Mulino Caputo, il “Mulino di Napoli”, un nostro orgoglio. Nel ristorante della mamma, che sforna anche pizze, utilizziamo la Saccorosso, farina che vanta un equilibrato rapporto di forza, estensibilità ed elasticità e che qui è un punto fermo per impanare prima della frittura. Anche la panificazione è in mani sicure: è affidata a Manitoba, farina elastica e a elevato valore proteico».

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